A Villa Spalletti Trivelli, hotel di lusso tra i rioni Monti e Trevi, si respira l’atmosfera di una vera casa
Di Elena Luraghi
@elena.luraghi
Ci sono tanti modi di vivere una città. Per me la magia avviene attraverso il lato meno scontato della scoperta, quella vera e autentica, raccontata e vissuta da chi in quel luogo ci abita da sempre e ama condividerne le storie. Ma non è solo un fatto di incontri e di racconti. A Roma, per esempio, esiste un rifugio (quasi) segreto, senza insegne e concierge in divisa all’ingresso, dove ad accogliere chi arriva ci sono i proprietari in persona: «Sentitevi come a casa vostra» ripete spesso agli ospiti Andrea Spalletti Trivelli, quarta generazione del palazzo di famiglia accanto al Quirinale, trasformato anni fa in un boutique hotel di 17 camere, pieno di opere d’arte e di storia.
Villa Spalletti Trivelli è hotel “speakeasy”. Dalla strada non si nota, sembra un palazzo nobiliare privato, come in effetti era prima che venisse trasformato in un rifugio elegante di 17 camere e tanti salotti, da vivere in piena libertà. Una saletta è rivestita di boiserie realizzata a fine Ottocento a Firenze, e ricorda un club privato. Un’altra ospita la biblioteca, con una raccolta di 10 mila volumi vincolati dalle Belle Arti. Sui mobili antichi, difficile non notare le molte bottiglie di liquori pregiati che gli ospiti possono degustare a ogni ora della giornata, senza chiedere il permesso e senza bisogno del barman.
Il vero capolavoro è il salone più grande, con un gigantesco quadro della bottega di Rubens e i morbidi divani in velluto, accanto a due bellissimi arazzi fiamminghi del Cinquecento. Ci si va per chiacchierare, per un aperitivo pre-dinner o un whisky dopo cena, ma anche per ammirare le fotografie di famiglia o giocare a carte. Il ristorante, come viene comunemente inteso, non esiste. I conti Spalletti hanno preferito optare per una sala “privata”, senza menu alla carta ma con i piatti della cucina romana, pochi ma buonissimi, cucinati ogni giorno dallo chef. Le ricette sono quelle amate dalla famiglia, come le polpettine al limone e i carciofi alla Romana, serviti ai tavoli apparecchiati davanti alle finestre che riempiono di luce la stanza, soprattutto all’ora di colazione.
Al primo e secondo piano le camere, tutte diverse, sono arredate con mobili d’antiquariato. Sul tetto è stata realizzata una terrazza con ombrelloni, lettini, open bar e vasche idromassaggio con vista sui tetti della Capitale. Al piano -1 si trova la Spa, e nella bella stagione gli ospiti possono uscire nel giardino all’italiana della villa, per fare il pieno di natura. Tutto tranquillo, pacato, rilassato. «Chi soggiorna da noi è davvero libero di sentirsi a casa: offriamo servizi a cinque stelle nel massimo rispetto della privacy, regalando suggestioni diverse da quelle del luoghi più turistici», precisa Andrea Spalletti Trivelli.
Ed è sempre il padrone di casa a raccontare, quando gli ospiti glielo domandano, i tanti aneddoti della sua famiglia. Tutti i racconti, partono da una donna: Gabriella Rasponi, vedova del Conte Venceslao Spalletti Trivelli, senatore del Regno e nipote di Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte. Fu lei ad acquistare agli inizi del Novecento il terreno, davanti ai giardini del Quirinale, per farci costruire la villa. Negli anni, fra quelle mura sono passati letterati e ospiti di spicco, molti dei quali ritratti nelle foto sui mobili dei salotti, da Romualdo Bonfaldini a Sidney Sonnino e Rabindranath Tagore, premio Nobel per la letteratura nel 1913. Poi, nel 2004 la decisione di aprire il boutique hotel, dove la privacy è al primo posto. Per informazioni: www.villaspalletti.it