Un arabesco inaspettato
per uno straordinario Paese

 

Il paesaggio è morbido, la storia abbraccia
secoli e culture differenti, la gente è dignitosa
e accogliente, la tavola gustosa

 

 DI Dora Ravanelli

 

 

La Slovenia ha la forma di una nube allungata, sghemba, come a prefigurare un piccolo paradiso. Poco più di due milioni d’abitanti, distesi su una superficie di oltre 20.000 kmq. Stato in cui scorrono rivoli di storia posta a guardiana tra cultura mediterranea e asburgica. Anche italiana, secondo il vento che ha spirato nel tempo, come testimoniano nomi di località al suo confine sud declinabili anche nella nostra lingua. Meglio visitarla in auto, magari noleggiando vetture sicure, comode e di classe, come quelle proposte da Stylish Rent (www.stylishrent.com).  Le possibilità di “sconfinare” sono molteplici.

 

PRELUDIO IN VILLA TRA I VIGNETI

Noi ve ne proponiamo una che attraversa i paesaggi morbidi dei vigneti, quelli veneti  del Prosecco, tra Conegliano e Valdobbiadene, sotto la provincia di Treviso. Qui, nella quiete e nel verde, nell’eleganza di dimore nobiliari, ecco Villa Soligo, a Farra di Soligo, charming hotel 4 stelle superior (www.hotelvillasoligo.it) facente parte della catena internazionale Small Luxury Hotels of the World (www. slh.com): camera doppia luxury con prima colazione, da 230 euro. E’ una villa settecentesca neoclassica, un tempo soggiorno estivo di caccia della nobile casata dei conti Brandolini d’Adda, recentemente ristrutturata, 39 tra camere e suite, punto strategico per scoprire – a cura dell’hotel e tagliate su misura – città d’arte (Venezia, Padova, Vicenza e altre sono visitabili in giornata), ma anche per immergersi nella natura con cavalli, bike elettriche; per passeggiare, giocare a golf, andare in elicottero o scoprire aziende vinicole. Come, a Col S. Martino, straordinaria per qualità e tipologia, l’Az. Agr. Merotto (il nome del fondatore, instancabile ottantenne mosso dalla passione). Nell’elegante sala-degustazione si assaggiano, tra gli altri: Prosecco superiore docg in varie versioni, Cartizze, Rosé Brut, Pinot bianco, Cabernet Sauvignon… (www.merotto.it). Per i più pigri, enoteca interna all’hotel con oltre 280 etichette. La piscina di Villa Soligo è immersa in un parco di 15.000 mq. Non mancano la spa e un ristorante gourmet d’alto profilo – collocato nella “barchessa” della villa – a cura dello chef Tino Vettorello (www.tinochef.com).

 

IL GIOIELLO LUBIANA

Da Villa Soligo alla Slovenia è… un attimo. Il panorama trasmette quiete, pochi gli insediamenti umani, nessuna fabbrica a vista, pianura, colline che ”osano” diventare monti morbidi, mai spigolosi né invadenti. La tavolozza prende i colori della stagione in cui si è: verdissima o dorata, raramente bianca. Si attraversa il cuore del Paese in direzione della capitale Lubiana, 290.000 abitanti, sede universitaria, un aeroporto internazionale, un centro storico compatto, armonioso, dominato dal castello costruito 900 anni fa (sede di mostre come quella permanente delle marionette, di tradizione plurisecolare in Slovenia), uno di quelli che sembrano usciti da un film di Walt Disney, ma meno “impegnativo”. Raggiungibile in funicolare, dalla sua torre del 1813 si ha una vista straordinaria. Un gioiello, Lubiana. Il fiume Ljubljanco separa le due rive solcate da ponti ; il più antico è quello dei Draghi in puro stile Secessione viennese  (primi ‘900). La Città Vecchia si rannicchia in colori pastello sotto la collinetta dominata dal maniero, debordando sull’altra sponda; mescola case uniformemente basse, vive anche da 5 secoli, a palazzi aristocratici e borghesi d’impronta austroungarica. La Vienna del periodo Secessionista (quella di Klimt) è rappresentata, oltre che dal ponte, da altri edifici inconfondibili. Di epoca precedente, la Lubiana barocca della cattedrale di S. Nicola, che svetta con la sua cupola verde e due torri. Dentro, la zampata di artisti italiani del ‘700 (maestro su tutti, Andrea Pozzo), che hanno lasciato qui capolavori. Trattorie sul lungofiume e un mercato alimentare sotto eleganti portici retti da colonnine bianche.

 

KRANJ, CONVERGENZA DI “FORZE” CULTURALI

 

 

L’arte si prende “a piene mani “nella vicina Kranj, a 15 minuti dall’aeroporto della capitale. Edificata dai Celti su una “gobba” verdeggiante, ha l’impronta toponomastica medievale. Kranj è un caso unico per un abitato di solo 37.000 anime. Qui convergono “forze culturali” che si attraggono. France Preseren (1800-1849), il maggiore poeta slovena, tra i maggiori in Europa, visse qui gli ultimi anni della sua vita in una casa medievale di via Presernova ul. 7, ora museo commemorativo. Ma, a pochi passi, in un quartiere sempre più culturale, ecco, di fine ‘700, Casa Layer, in Tomasiceva 32, dal nome dell’eccellente artista tardo-gotico cui si devono moltissime facciate dipinte di dimore aristocratiche e alto borghesi. E ancora, Casa Janez Puhar (1814-1864), dove visse il primo fotografo sloveno, anche inventore di una tecnica fotografica su vetro. Infine Casa Simon Jenko (1835-1869), dove visse e morì l’omonimo poeta e scrittore. Ruba lo sguardo lo splendido Casello daziario del 1527 con facciata generosamente dipinta, oggi anche sede di un caffè vivacissimo. La chiesa di S. Canziano è la più importante testimonianza slovena d’architettura  gotica. Il Castello fu soggiorno e proprietà  di numerose dinastie regnanti, tra cui gli Asburgo (oggi è centro museale). Piazza Glavni è il cuore dell’abitato con una fontana ottocentesca nel mezzo, dimore del  Cinque-Seicento  “a collana”, il teatro neoclassico. Negozi di classe, spesso con insegne “d’antan” in ferro battuto: almeno 5  gli atelier d’antiquariato e design, 1 negozio di raffinati tè con degustazione in loco, due librerie (2 su 37.000 residenti!) di cui una specializzata in libri per l’infanzia, 1 insegna storica di venditore di ombrelli dal 1937, 1 boutique di moda italiana e 2 pizzerie napoletane, 1 scuola di musica… E, ai margini del centro storico, la biblioteca comunale, forse la più bella della Slovenia, curviforme, vetro e acciaio, un archivio enorme anche di film, documentari…

 

LA MAGICA JEZERSKO

 

 

A 30 minuti d’auto, verso il confine nord-est con l’Austria, si sale d’improvviso, in direzione di Jezersko, lungo una strada a tornanti costeggiata dal corso d’acqua Kokra, perfetto per la “pesca alla mosca”. Pareti scabre, rocciose, picchiettate da alberi ad alto fusto e arbusti. Qualche casa di montagna in legno, vecchia anche di 500 anni. Jezersko (www.jezersko.info) è una valle, in realtà un altopiano a 900 m, il cui sfondo è occupato dagli aspri e alti monti (ghiacciai inclusi) della confinante Austria (a 10 min.).  Già luogo climatico e di soggiorno della monarchia asburgica, è un punto strategico per escursioni a piedi, in bici o cavallo, scalate, pattinaggio, sci di fondo; piccole chiese ed edicole religiose affrescate; il laghetto balneabile a forma di cuore ricreato su quello dell’era glaciale, fulcro di iniziative in ogni stagione; una fonte d’acqua ricca di magnesio che sgorga dalla fontana-abbeveratoio pubblico a un trivio; oltre mille erbe commestibili (anche medicinali) spontanee; più di 19 specie protette di orchidee; pecore autoctone bianche con una macchia nera sotto l’occhio … E siamo solo a 45 minuti dalla capitale.

 

GIOCARE CON LE STELLE

 

Fulcro del paesaggio, Vila Planinka, un boutique hotel 5 stelle della catena SLH, 23 camere (ognuna caratterizzata da un intarsio di animale o di pianta sulla porta, cui corrisponde il nome della stanza), vetrate panoramiche, solo legno e materiali naturali, nessuna fonte inquinante (www.vilaplaninka.com, doppia con colazione da 305 euro). L’ospite è “famiglia”. Si gode dell’aria condizionata proveniente dal monte Skuta, dell’acqua curativa locale che esce dai rubinetti, dalla assenza di fonti inquinanti, della luminosità straordinaria emanata dalle stelle, tanto che a una certa ora le luci esterne si spengono, ma la facciata resta rischiarata naturalmente (“Facciamo giocare gli ospiti con le stelle”, dicono a Vila Planinka). “Coup-de-théatre”, ma anche “coup-au-coeur”, la cucina davvero straordinaria del ristorante, chef:  Blaz Derlink. Da applauso. Pane (24 tipi in Slovenia) fatto in casa con farine esclusive. Ingredienti solo locali per un menu con abbinamento di sapori e colori in perfetta armonia, che attinge da ricette locali. Tra le proposte: tartare di manzo con formaggio affumicato, rafano, maionese al porro; filetto di maiale in mantello di pancetta con salsa al fieno, cipolla arrostita, ribes;  costoletta d’agnello con marmellata di pomodoro, salsa di pistacchio, vadouvan (miscela di spezie d’origine indiana); crema di cioccolato con mirtilli rossi fermentati, olio d’oliva, gelato alla menta. “Zelò dobro” (eccellente)! Ad accompagnare, la gamma dei vini sloveni di alta qualità UOU di Marinko Pintar (Cabernet, Rabula, Malvasia, Prus, Ribolla…). Menu-degustazione di 4 portate: da 56 euro. Le proposte cambiano ogni due settimane.

 

UN CASTELLO UNICO AL MONDO

Il mare non è così lontano come sembra. Puntando a sud-est, direzione Trieste-Adriatico, ecco un’altra sfaccettatura inaspettata del Paese. Anzi, due. A 9 km tra loro, il castello di Predjama e le grotte di Postojnska, cioè Postumia. L’equivalente, rispettivamente, di: l’unico maniero al mondo scavato in una roccia a strapiombo, alta 123 m; sotto, grotte carsiche percorse da acque dolci, in cui sbuca un passaggio segreto (aperto al pubblico solo nella bella stagione); le uniche grotte al mondo visitabili con un trenino sotterraneo su binari.

Il castello, 800 anni di età, 4 livelli, 200 gradini, fu edificato nell’intento di essere una fortezza a prova di assedio (il passaggio segreto permetteva ai sudditi di rifornire di cibo e acqua i nobili residenti). In realtà nei secoli fu vissuto da molte famiglie di rango con alterne vicende guerresche. A testimonianza, gli ambienti sui 4 piani del castello, spesso uniti tra loro da cunicoli scavati nella roccia viva, pareti spesse175 cm, canalizzazioni per acqua a uso domestico (c’è perfino la latrina): sala del giudizio e, collegate, sala delle torture con camino (per arroventare gli strumenti) e prigione; sala da pranzo e cucina (come frigo, una grotta naturale tra le rocce); camera da letto con secondo, e ultimo camino, e cappella religiosa accanto; privé per il prete di casata con letto a baldacchino come quello padronale. Su un altro piano, locali della servitù; armeria con scudi e armamenti antichi; sala dei cavalieri con drappi rossi… All’ultimo livello in alto, sotto il tetto: feritoie e camminamenti per i soldati, catapulte, pietre da cannone, contenitore per olio bollente. Sovrasta su tutto, la grotta con il “passaggio segreto di Erasmo” che porta all’esterno. Un’infilata di caverne sono chiuse per preservare 14 specie di pipistrelli, di cui 7 in pericolo di estinzione.

E TRA LE VISCERE DELLA TERRA…

Tra piante di iris fiorite (in stagione), che sembrano uscite da una tela di Van Gogh, ecco le grotte di Postumia, 24 km di estensione (non tutti percorribili), scoperte casualmente nell’800, una meraviglia della natura in cui ci si avventura, “a passo di carica”, salendo a bordo di un trenino su binari, il cui capolinea, dopo 10 min., coincide con l’inizio della visita a piedi (circa 90 min.), percorso sicuro e ben illuminato. Qui si assiste a una delle tante opere d’arte create dalla natura in quasi 3 milioni di anni: un’infilata di ambienti sotterranei stupefacenti, un museo di sculture e pizzi e statue. Tra formazioni calcaree a pinnacolo, cristalli, stalattiti e stalagmiti bianche, grigie, arancioni, rosse si vedono chiaramente forme che richiamano alla fantasia di ciascuno: volti, animali come meduse, gatti e galli, oggetti d’uso quotidiano, laghi, falli, presepi, chiese gotiche, torri che ricordano quella di Pisa, perfino spaghetti cui è dedicato uno degli ambienti con stalattiti sottili che partono dal “soffitto” alto 40 m e stalagmiti che spuntano dal basso in piena, lentissima formazione pluricentenaria. Una magia a 10°C di temperatura, costante in ogni stagione. L’unico “inquilino” presente da sempre, di incarnato rosa-pallido (non filtra mai la luce),sordo, cieco e muto, il “baby dragon”, cioè il pròteo, una specie di geco, delicato, che procrea ogni 10 anni, ma che vive, in compenso, fino a cento. Qui è studiato, protetto, coccolatissimo ed è la mascotte delle grotte, riprodotto ovunque.

 

DI NUOVO A CASA

Rientrare in Italia – con il pròteo in formato peluche nel bagagliaio – è questione di poco tempo. Per una visita fugace alla bellissima Treviso, sulla strada del ritorno, l’indirizzo per sedersi a tavola è Pierre (tel. 0422.541022) ovvero della “cucina sartoriale”, come si autodefinisce. Servizio sorridente in due sale luminose e moderne, a 300 m dal centro.  Nel piatto, per esempio, risotto con asparagi e fiori di sambuco; dentice ricoperto di uova “mimosa”, briciole di pane fritto e fagiolini. Menu da 23 euro.

Bentornati a casa.

Informazioni: www.slovenia.it

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