L’inflazione «elettrica»: la domanda scende, il prezzo sale
Lo specchio della crisi? Il calo dei consumi energetici! Nel 2012 il settore elettrico in Italia ha registrato un calo del 3,1% dell’energia consumata a quota 305 Terawattora. Alla sostanziale stabilità delle necessità delle famiglie (+0,1%) ha fatto da contraltare l’ulteriore flessione delle richieste da parte dell’industria (-6%). La minore domanda non ha prodotto una diminuzione dei costi: i prezzi sono aumentati del 4,5% su base annua. In parte perché il mix produttivo scelto dall’Italia è costoso, in parte perché si è scontato (anche nelle bollette) l’incremento delle quotazioni del gas naturale. Insomma, il settore elettrico è in piena stagflazione (i consumi calano ma i prezzi continuano a salire). Volete lamentarvi? Ringraziate chi ha detto «no» al nucleare!.
Questi dati sono stati presentati dall’ad del Gme (Gestore dei mercati energetici), Massimo Ricci, nel corso della consueta Relazione annuale nella quale è stato ricordato che «il settore del gas naturale rappresenta il 35% del totale di energia consumata in un anno, nonché la prima fonte per la produzione elettrica del nostro Paese». È chiaro che, dinanzi alla crisi, l’Italia non può più rinviare scelte programmatiche necessarie in ambito energetico, soprattutto per quanto riguarda il mercato del gas. «L’Italia può, non deve necessariamente, diventare un hub del gas, purché sia nell’interesse del mercato europeo e purché ci sia una condivisione dei benefici e ovviamente dei costi a livello continentale», ha detto il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni. È giusto investire nelle infrastrutture, ma i costi non devono essere pagati «solo dal consumatore italiano». Insomma, il nostro Paese non può essere il terminale di ingresso del gas europeo senza che l’Ue lo agevoli in qualche modo.
Mentre continueranno a imperversare le diatribe su quali siano le scelte giuste da compiere (ovviamente la maggioranza degli italiani non vuole centrali, rigassificatori e quant’altro ma adora i costosi impianti eolici e fotovoltaici), il Gme continuerà ad ampliare il proprio ruolo oltre la normale amministrazione della Borsa elettrica e di quella del gas. È infatti in arrivo la Borsa dei carburanti, per facilitare la liquidità del mercato con vantaggi sul fronte dei prezzi.
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