Siamo tutti venture capitalist!
La legge di Bilancio (nuovo nome della Stabilità; ndr) dell’anno prossimo potrebbe essere meno espansiva del previsto. Come vi abbiamo spiegato oggi sul Giornale, il deterioramento del quadro macroeconomico drenerà le risorse disponibili se la Commissione Ue non concederà nuova flessibilità. Ecco perché il governo, nella persona del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sta pensando di anticipare al Consiglio dei ministri del prossimo 25 agosto il decreto Competitività, annunciato dal governo, e inserito nel Def, per fine maggio e finora mai varato. Tra le novità, la principale dovrebbe essere lo sconto sulla tassazione del capital gain (attualmente al 26%) per i piani di investimento a medio termine (l’ipotesi è di almeno un triennio) che contemplino anche i bond emessi da piccole e medie imprese (con ricavi compresi tra i 50 e i 250-300 milioni annui), con l’obiettivo di invogliare le famiglie a partecipare agli strumenti di finanziamento delle pmi.
Come si può vedere dal grafico sopra, alla fine del primo semestre le emissioni obbligazionarie di taglio inferiore a 50 milioni (i classici minibond), pur numerose (151), hanno determinato una raccolta inferiore agli 1,4 miliardi di euro. Il 72% degli emittenti ha un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro, mentre il complesso di queste emissioni è caratterizzato da un taglio medio di 9,1 milioni, scadenza a 5,7 anni e un’interessante del 5,4% in media, segno che il rischio no è bassissimo (solo il 19% presenta garanzie ed è dotato di rating).
È un mercato, comunque, in espansione anche se il 2016 ha un po’ risentito del rallentamento della crescita economica. Il canale bancario sta infatti stringendo i cordoni della borsa nei confronti delle aziende che cercano pertanto di accedere al mercato dei capitali con questa metodologia alternativa. Dunque non è poi peregrino ipotizzare un futuro nel quale la signora Maria possa investire sui minibond del Parmigiano Reggiano o del pomodoro di Pachino. «Stando alle dichiarazioni di Padoan, che ha citato un’analisi condotta dal ministero dell’Economia, ammonterebbe a circa 10 miliardi per ogni anno il risparmio privato che le imprese potranno intercettare proprio grazie a questo provvedimento», spiega Davide Capra di Fondazione 2015 aggiungendo che «il contenuto più rilevante del decreto legge è proprio l’esenzione fiscale sull’investimento che il privato sostiene attraverso strumenti di risparmio a lungo termine aventi come finalità il finanziamento all’economia reale». Insomma, conclude Capra, «incentivare gli investimenti a lungo termine nelle pmi che hanno notevole bisogno di nuovo capitale per poter investire in ricerca e sviluppo» è una strategia «in linea con le agevolazioni riservate a startup e pmi innovative, rinnovate a febbraio anche per il 2016». Gli imprenditori ora devono culturalmente prepararsi al mondo che cambia e che sarà fatto sempre meno di rapporti interpersonali con il direttore della propria banca.
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