Trump sbanda su Internet
Il Senato e il Congresso Usa hanno di recente approvato una norma che abolisce il divieto per gli Internet service provider (Isp) di vendere i dati degli utenti, comprese le app scaricate e la cronologia delle ricerche, alle agenzie pubblicitarie senza il loro consenso. Il presidente Donald Trump si era già detto favorevole all’abolizione delle regole messe a punto dalla Federal Communication Commission a ottobre 2016 che sarebbero dovute entrare in vigore a dicembre di quest’anno. Il nuovo regime dovrebbe consentire agli Internet service provider di giocare un ruolo da protagonisti nel campo della pubblicità online, dove oggi a spartirsi il mercato e le opportunità migliori sono i colossi come Google e Facebook.
Tutto ciò porta a interrogarsi sulle ricadute che tale scelta potrebbe avere in Europa e in Italia. Il Vecchio Continente conta, infatti, oltre 500 milioni di consumatori che Bruxelles intende tutelare attraverso una privacy policy estremamente restrittiva. Nell’immediato non ci saranno grandi cambiamenti anche perché le nostre connessioni sono fornite in gran parte da Isp europei, ma poi cosa accadrà?
Secondo Alessandro Curioni, esperto di privacy e sicurezza dei dati, «queste misure mettono a repentaglio il già precario Privacy Shield, accordo che rende possibile il trattamento per fini commerciali dei dati di cittadini europei da parte di società americane». L’intesa era stata frettolosamente messa a punto dopo che la Corte di Giustizia di Strasburgo, sulla base della denuncia di un avvocato austriaco, aveva invalidato l’accordo Safe Harbour che permetteva il trasferimento dei dati verso gli Usa. «Considerando che l’autorità europea garante in materia aveva giudicato comunque discutibile il Privacy Shield è facile ipotizzare quale sarà il suo orientamento dopo le ultime decisioni presidenziali», aggiunge Curioni sottolineando che «la posizione molto rigida che assumerà con ogni probabilità l’Unione finirà per obbligare centinaia di aziende Usa a darsi regole specifiche per la gestione dei dati dei cittadini europei dovendo dimostrare che tali trattamenti non avvengono entro la giurisdizione di Washington e questo si tradurrà in investimenti non previsti, e comunque tali aziende finiranno per essere soggette a ispezioni il cui esito, per definizione, è incerto». Trump rischia di fallire il proprio obiettivo: anziché aiutare le aziende Usa, potrebbe danneggiarle costringendole a spese impreviste.
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