Diverso da chi? – Wall & Street Live
In un’epoca di profondi cambiamenti come quella attuale, fattori quali inclusione, rispetto, sostenibilità assumono un’importanza sempre più rilevante. Come impatta tutto questo sulle organizzazioni? Questi valori possono rappresentare veri e propri driver di crescita e innovazione?
Su queste specifiche tematiche CFMT (Centro Formazione Manager del Terziario) e Wise Growth hanno unito le forze per:
- ricostruire un quadro realistico e sincero dell’interesse attuale rispetto ai temi della Diversity & Inclusion;
- dialogare sull’evoluzione semantica e pratica di questo campo, focalizzandosi in particolare sull’importanza del rispetto in azienda e sugli elementi che rendono rispettosa un’azienda;
- ottenere elementi per innovare le proposte sulla diversity & inclusion, collegandole meglio a temi di grande interesse per i manager come l’innovazione e la sostenibilità. Il campione analizzato, clusterizzato per genere, età, dimensionamento delle aziende (da 0 a oltre 750 dipendenti) e settore di attività (servizi alle imprese, no profit, commercio di largo consumo, turismo, chimico farmaceutico, servizi alle persone), si rivela convinto sostenitore del legame causale diretto tra inclusione e innovazione: l’86% ritiene convintamente che un’azienda più inclusiva sia anche più innovativa.
Dei risultati dell’indagine abbiamo parlato nell’ultima puntata del nostro live con Simone Pizzoglio, presidente Cfmt.
Se da un lato la D&I sembra quindi essere un tema tecnico fondamentale e non una moda, dall’altro emerge un apparente paradosso poiché nello stesso campione, convinto dell’importanza cruciale della D&I, il 43% crede che l’argomento sia troppo inflazionato. Convinzioni e percezioni trasversali alle età e ai generi, sebbene il legame tra innovazione e D&I e conseguente saturazione sia sottolineato più dagli uomini che dalle donne. Non sono moltissime le aziende dei rispondenti nelle quali si sono tenuti corsi di D&I nell’ultimo anno: circa la metà delle grandi aziende (oltre i 125 milioni di euro di fatturato) e percentuali molto più basse di aziende di magnitudo inferiore.
«Le grandi aziende sono più coinvolte perché sono più strutturate, ma non è detto che le piccole aziende non siano sensibili ma l’informalità tende a nascondere certe condotte. Bisogna combattere l’idea che impegnarsi nella D&I sia un costo e che faccia perdere tempo. È una questione di approccio culturale che è necessaria anche per far convivere risorse appartenenti a generazioni diverse», spiega Pizzoglio aggiungendo che «bisogna continuare a diffondere cultura in modo chiaro». La cultura del rispetto emerge, infatti, come uno degli elementi più importanti per la valorizzazione delle risorse in azienda per la quasi totalità degli intervistati poiché a loro dire sarà un driver importante nel nuovo hybrid work. La crescita di dirigenti in Italia con il contratto del terziario Manageritalia è principalmente costituita da donne e, perciò, serve far capire che «le aziende che ottengono maggiori profitti sono quelle che hanno adottato politiche di genere, non a caso Microsoft Italia è guidata oggi da una donna (Silvia Candiani; ndr) e non è l’unico esempio, ma l’importante è fornire strumenti che permettano di capire come fare le cose e non solo come fare», osserva il presidente Cfmt.
Ma cos’è che fa sentire più rispettati in azienda, rendendo quindi l’organizzazione “più rispettosa”? Tra le varie scelte possibili i manager e dirigenti puntano su una leadership e una cultura organizzativa inclusive e sull’ascolto, ma anche su altre vie di lavoro e di impegno. In particolare l’ascolto associato a termini quali considerazione, riconoscimento, idee, espressione, competenze, opinioni, obiettivi, processi, collaborazione e condivisione. «È un fatto che alcuni facciano solo greenwashing, ma la soluzione sono i fatti e non il buonismo generalizzato, il contesto attuale ci insegna che non possiamo sempre sfornare dichiarazioni di intenti ma impegnarci realmente perché i temi D&I danno un vantaggio economico reale e in termini di capacità competitiva», conclude Pizzoglio.
Quali sono le leve da utilizzare per promuovere inclusione ed innovazione? Per metà del campione cruciale diviene il ruolo del leader nel coltivare un ambiente rispettoso e premiante.
Gian Maria De Francesco