Il termine “propaganda” subisce sui media una deformazione simile alla parola “sorellastra” nelle fiabe: nel nostro inconscio quel vocabolo dal suono sgradevole è riferito solo alle due ragazze cattive, eppure anche Cenerentola era la sorellastra delle figlie di suo padre. Allo stesso modo, la propaganda non è solo quella di Joseph Goebbels ai tempi del nazismo, oppure quella di Vladimir Putin in età contemporanea. Anche i “buoni” la praticano, e trae in inganno esattamente come quella dei “cattivi”.

Definizione di propaganda su Treccani: «Azione che tende a influire sull’opinione pubblica (…) È un tentativo deliberato (…) di plasmare percezioni, manipolare cognizioni (…) al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti di chi lo mette in atto».

Se vogliamo vivere in una fiaba dove il bene è tutto da una parte e il male è tutto dall’altra, l’informazione sta facendo le cose per bene con la guerra in Ucraina, ed è giusto proiettare il “faccione dell’eroe ubiquo” (come lo ha definito un commentatore di questo blog) in formato gigante sui mega schermi dei nostri parlamenti. Per ironia della sorte, Zelensky in formato gigante è come Davide travestito da Golia.

E’ mai successo in passato che il leader di un Paese in guerra potesse fare propaganda nei nostri Parlamenti? E nei festival delle nostre (brutte) canzoni? Nelle interviste sui nostri giornali? E’ come se Bruno Vespa nel 2003 fosse andato a intervistare Saddam Hussein nel buco dove si nascondeva. In quella circostanza, lo spietato dittatore avrebbe detto tutta la verità, soltanto la verità, nient’altro che la verità: «In Iraq non ci sono armi di distruzioni di massa». Direte: si occhei, ma Saddam “gasava” i curdi e opprimeva il suo popolo. In effetti quel farabutto fu l’unico in grado di unire un Paese che inglesi e francesi nel 1916 “avevano disegnato” apposta per non diventarlo mai. Il bastardo!

L’ex ministro, deputato e senatore Rino Formica definiva la politica «sangue e merda». La nostra Politica domestica la conosciamo, ed è anche giusto impillaccherarci con ciò che ci è famigliare: la analizziamo, la annusiamo, scomponiamo i suoi ingredienti… insomma, una schifezza! Ma cosa sappiamo noi della politica ucraina? Sfido chiunque a trovare un articolo pubblicato da un giornale occidentale prima della guerra, dove Volodymyr Zelensky ne uscisse bene. Sui nostri media, quell’uomo è passato in una notte da buffone a eroe, senza mai sperimentare tinte mediatiche intermedie.

Aiutare l’Ucraina contro il suo aggressore è cosa buona e giusta, ma non è molto sano trattare la politica di quel Paese come se fosse di una materia diversa da quella indicata da Rino Formica, spalmandocela entusiasticamente sulla faccia come se fosse crema idratante.

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