Lo si affermava su questo blog qualche tempo fa: l’Occidente non vuole la pace in Siria. E comunque, ora che il conflitto sembra volgere al termine e il rovesciamento di Assad pare ormai irraggiungibile, non la vuole se non alle proprie condizioni.

E così, nella giornata di ieri, dopo che i presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep TayyipIMG_0514 Erdogan, avevano annunciato da Sochi il raggiungimento di un accordo per una zona de-militarizzata di circa 15 chilometri a Idlib che consentirà, sotto il controllo di truppe sia turche che russe, di separare dai governativi le truppe ribelli vicine ad Ankara, allontanando altresì le truppe jihadiste dalla zona (per il 70% in mano a milizie radicali, in particolar modo quelle di Hayat Tahrir al-Sham, affiliate ad Al Qaeda), chiudendo così anche molti dubbi sulla possibile reazione turca all’assalto dei governativi proprio a Idlib, nella notte sulla città di Latakia sono giunti pesanti attacchi per mezzo di missili cruise. Circa un trentina. Missili lanciati, secondo fonti militari siriane, dal mare. Dove, per inciso, sono presenti le navi della coalizione occidentale.

Gli attacchi, che avrebbero provocato il ferimento di almeno sette persone, sono stati in buona parte respinti dai sistemi antimissile della contraerea siriana, che avrebbero agito anche su Tartuus e Homs. Anche un Il-20, un aereo militare russo con a bordo 14 persone, è scomparso al largo di Latakia.

Gli Stati Uniti hanno negato il coinvolgimento negli attacchi, ma l’agenzia russa RT racconta che i sistemi radar hanno individuato il lancio di missili dalla fregata francese Auvergne, nel Mediterraneo, mentre, al momento della sparizione del velivolo russo, sarebbe stata in corso un’incursione delle forze aeree israeliane proprio su Latakia. Secondo Al Jazeera gli attacchi sarebbero stati condotti dalle forze israeliane in territorio libanese. Da notare che le forze armate dello stato ebraico hanno ammesso di aver colpito oltre 200 obiettivi militari iraniani in Siria negli ultimi 18 mesi. L’obiettivo, in questo caso, secondo l’agenzia siriana SANA sono state le industrie tecniche militari.

Comunque sia, il messaggio che emerge dalla nottata di ieri è inquietante: proprio mentre Turchia e Russia cercano un accordo sulla Siria, l’Occidente o i suoi alleati (il dubbio rimane visto che nessuno ha rivendicato l’attacco) la bombardano…

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