Sull’inganno della libertà
Esce in questi giorni per i tipi della Audax Editrice (p. 112 pagine, 13 euro) il libro “L’inganno della libertà” scritto dal filosofo e poeta friulano Emanuele Franz. Di seguito, il comunicato stampa che riassume i percorsi analitici del volume.
Ciò che colpisce, di primo acchito, in questo testo, è il fatto che sia accompagnato dalla prefazione del filosofo russo Alexandr Dugin, tanto discusso per via della sua vicinanza a Putin. Il libro poi termina con una post fazione del giornalista Giulietto Chiesa, noto per essere stato, negli anni ’80, storico corrispondente da Mosca per L’Unità e La Stampa, oltre che per il TG5, il TG1 e il TG3.
Sulla copertina inoltre compare anche un commento del filosofo americano Noam Chomsky, che si dice “molto interessato a conoscere gli sviluppi di questa teoria”. Chomsky, come è noto, è considerato fra i massimi intellettuali del mondo ed è docente emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology di Boston.
Di cosa parla dunque questo testo per far si di unire intellettuali così distanti fra di loro e suscitare un interessamento internazionale che va dalla Russia all’America? Parla della libertà, come si è detto, e il sottotitolo recita: “Discorso sovra la natura dell’arbitrio e della sua unicità”. Un testo filosofico, quindi, che indaga la natura ultima della capacità che ha l’uomo di scegliere.
Emanuele Franz è un autore mordace che ha già all’attivo quasi una ventina di libri che hanno suscitato l’interessamento di noti intellettuali, fra cui anche di alcuni Premi Nobel in merito ad una sua teoria sulla storia dove ha elaborato una nuova visione del tempo (La storia come organismo vivente, Audax Editrice 2017), non deve sorprendere quindi che con questo suo nuovo libro abbia l’ardire di avanzare una disamina del concetto occidentale di libertà, oggi più che mai intesa unicamente come condizione ludica e ricreativa, livellante e fautrice di omogeneità degli individui, alla quale egli contrappone un’altra Libertà, quella che evocavano gli antichi Greci nella parola Eleuteria, legata alla Dea Eleuthia, Dea della nascita e della vita, quindi a un generare la vita, a un offrire la vita, contrariamente a come è intesa oggi la libertà, ovvero di prendersi ciò che fa stare meglio. Ma la tesi di Emanuele Franz va oltre e, come ha detto di lui il filosofo Sossio Giametta, diventa “teutonica”, considerando l’ardire della sua concezione.
Qui egli elabora una tesi, quella dell’unicità e dell’irripetibilità dell’arbitrio, che non è né deterministica, né a favore del libero arbitrio né si tratta di un servo arbitrio come lo voleva Lutero. Secondo questa dottrina filosofica di Emanuele Franz l’uomo può scegliere, ma una e una sola volta in tutta la sua esistenza e da questa scelta consegue tutto il resto secondo quella che lui chiama “la scelta originaria”.Insomma un testo che rivaluta i fondamenti stessi dell’operato umano e che, alla luce della crisi del mondo moderno, è tanto più che essenziale.