Record di morti da Covid nel Regno Unito. Cliccate qui: la media dei decessi da pandemia è di 1.240 al dì secondo la Johns Hopkins University. E il giorno più infausto per l’Inghilterra è stato mercoledì con 1.820 morti, nonostante il lockdown.

Tralasciamo, al momento, di analizzare la situazione italiana poiché non disponiamo degli stessi dati inglesi.

Il professor Stefano Petti ha dato un’occhiata alle tabelle divulgate dell’Office of National Statistics inglese (ONS, è come il nostro Istat). Cliccate qui e osservate gli screenshot pubblicati per vedere l’andamento del dicembre 2020 in Inghilterra e quello degli anni precedenti: nel 2020 i decessi Covid compaiono al primo posto. Al secondo le morti per demenza, al terzo gli infarti, al quarto gli ictus.

“Da un confronto con la media dei 5 anni precedenti osserviamo che nel 2020 i decessi per infarto sono scesi del 75% passando da circa 22.000 a 4.000, quelli per demenza da 28.000 a 5.000, quelli per ictus (cerebrovascular diseases) da 13.000 a 2.000” ci mostra Petti.

Non solo. Perfino le morti da tumore si sono ridotte: le neoplasie polmoni-trachea-bronchi sono passate da 12.000 a 2.000, quelle del colon-retto da 5.000 a 1.000, perfino l’influenza pare essersi ritirata passando da 4.000 a 900 decessi.

La John Hopkins non spiega come mai tutte le altre malattie si siano ridotte e non abbiano provocato i consueti decessi soltanto in quest’ultimo anno, da quando è comparso il Covid. Quello che si sa, che tutto il mondo sa, è che ora il Covid è la prima causa di morte nel Regno Unito.

In genere – apprendiamo dagli studiosi – per valutare la consistenza di un’epidemia, o pandemia, si osservano le morti in eccesso a fine anno, comparando le varie annate. “Se non figurano picchi di mortalità in eccesso, l’andamento è nella norma – spiega Petti – Esiste poi il sistema che controlla le morti settimanalmente e le confronta con la media della settimana dei 5 anni precedenti: lo si usa per dare un’informazione immediata nel caso di improvvise e frequenti nuove cause di morte. I due metodi non sono sovrapponibili e quello che prende in esame solo le settimane (peraltro utilizzato anche in Italia) si basa su stime che si sono spesso rivelate fallaci”.

Tornando alla Gran Bretagna e guardano alla mortalità dell’intero anno, sappiamo che è stata di 607.000 persone.
A quanto ammonta l’eccesso rispetto alle annate precedenti?

Petti ci ricorda che in aprile vi è stato un cambiamento nel metodo statistico che porta a calcolare il 5,5% dei decessi in più. “Prima si contavano le morti registrate (registered) che è un numero diverso dalle morti avvenute (occurred) perché occorre verificarle. Succedeva che, tutti gli anni un 5,5% delle morti avvenute nell’anno precedente venissero registrate nell’anno successivo. Quest’anno il 5,5% è stato già conteggiato nell’anno, togliendo questa cifra, l’eccedenza delle morti inglesi su tutto l’anno è di circa 29.250 decessi”.

Sono tanti?

“No. Ad esempio nell’inverno 2017-18 se ne registrarono 50.000 in più. Cliccate qui, al punto 4”.

Anche sull’Italia si possono avere questi dati?

“No, al momento non sono disponibili”.

Tornando al dicembre inglese, confrontato con i 5 anni precedenti, vediamo che l’eccedenza è irrisoria, la gran parte dei morti, più di 60.000 ha solo cambiato … nome.

Chissà se continuerà questo trend.

Sicuramente la tendenza di cambiare nome alle cose per mostrare una realtà diversa è molto in voga, specie in questi ultimi anni. 

Ma può essere che il cambio di nome non c’entri e che, per qualche strana alchimia (da intendersi come ciò che al momento non si può spiegare) il Covid abbia fatto ammalare meno di tumori, di demenza, di ictus e di infarti.

Ai posteri la risposta.

 

AGGIORNAMENTO DEL 2 FEBBRAIO:

Il portale FACTA ci dedica una lunga critica. Per evitare che si disperda nei commenti inserisco qui la critica.

E qui la nostra risposta:

L’ONS inglese, secondo FACTA, avrebbe ammesso di essersi sbagliato nello stilare le tabelle che ho pubblicato e che evidenziano un calo dei decessi per tutte le altre patologie tranne che per la Covid.

Curioso che l’ ONS si accorga dell’errore, lo dichiari al sito antibufale e non abbia ancora corretto le tabelle sul suo sito…

Già perché non si tratterebbe di correggere solo le tabelle di dicembre. Cliccando qui e cercando gli altri mesi, potete osservare che l’andamento non cambia: i decessi per tutte le altre patologie, tranne la Covid, sono in calo.

Non solo. Come suggerisce il prof Petti, usando i tassi invece dei numeri assoluti si fa una sorta di verifica ma il trend non cambia, il tasso è il numero diviso la popolazione per cui non ci sono possibilità di errori, rate x 100,000 population è il tasso di mortalità per causa.

Andando a ritroso rispetto al mese di dicembre, si osserva lo stesso trend, sia in novembre che in ottobre. In dicembre si sono ridotte soprattutto l’influenza e le chronic lower respiratory diseases. In ottobre  i decessi per demenza sono calati di quasi il 9%.

Sull’eccesso di mortalità

Secondo Petti l’eccesso di mortalità non è nè di 100.000 nè di 76.220 persone come sostenuto da FACTA ma di 29.250 persone.

Spiega Petti che “l’eccesso attualmente si calcola come differenza tra la media degli ultimi 5 anni e il valore riscontrato (es. media 20.000 valore riscontrato 21.000, eccesso 1.000). Ma questo metodo non tiene conto del fatto che in realtà il numero di morti negli ultimi 10 anni non è rimasto costante ma è aumentato progressivamente a causa dell’invecchiamento della popolazione, quindi il valore di riferimento non può essere la media degli ultimi cinque anni (valore per forza inferiore a quello dell’anno successivo) ma la proiezione del trend prevista per il 2020.

Se sottraiamo il cambio di metodo (quello avvenuto ad aprile che porta a calcolare il 5,5% di decessi in più, come da articolo) che ha aggiunto circa 30.000 morti ad aprile 2020 e calcoliamo le morti attese per il 2020 sulla base non della media 2015-2019 ma del trend 2010-2019, scopriamo che la differenza tra morti osservate e morti attese è appena di 20.000-30.000 decessi, ci sono stati anni peggiori rispetto al 2020, nel 2017 e 2014”.

Sul cambio di metodo

Consultando questo documento, qui, vediamo che dal 27 marzo si è cominciato a registrare per la Covid le morti occurred (avvenute) e non più solo quelle registered, per cui da aprile 2020 non si aspetta la registrazione ma le morti si riportano direttamente, questo implica che il 5,5% che, come tutti gli anni sarebbe stato registrato nell’anno successivo (2021), viene invece contato nell’anno corrente (2020).

L’effetto di questo cambiamento, giustificato dalla necessità di avere dati più aggiornati possibile a causa della pandemia, è visibile sui totali.

Si vada sul sito dell’ONSsi vedano i totali mensili anno per anno (scaricabili in Excel).

Conclusioni

FACTA conclude che il nostro articolo è sbagliato perché “i dati ufficiali riportavano un evidente errore”. Noi abbiamo rifatto i conti, usando i tassi, e siamo andati a ritroso a controllare i mesi precedenti che confermano il trend di dicembre: i decessi per le altre malattie sono diminuiti in maniera evidente.

Ps Il nostro blog, a differenza di FACTA, non sceglie a chi credere, sceglie le prove.

 

 

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