L’elevata pressione fiscale miete sempre più vittime tra le imprese italiane nel totale menefreghismo del governo Conte
Non è più possibile andare avanti cosi! È giunto il momento di dotare il Paese di una politica industriale concreta ed efficace che ormai purtroppo è assente da decenni nel nostro Paese.
Se guardiamo in faccia alla realtà vediamo un’avvilente fotografia del settore delle imprese nel nostro paese. Molto del know how custodito nelle nostre azienda viene perso perché ogni giorno chiudono circa 250 imprese e 3 delocalizzano. In dieci anni si è detto addio a oltre 850 mila imprese. 1 milione e 800 mila sono le persone impiegate in aziende italiane all’estero. È praticamente impossibile pensare di rilanciare l’economia italiana senza partire dall’industria.
Per invertire tempestivamente questo trend negativo, per prima cosa si devono tagliare drasticamente le tasse sul lavoro, anche quelle rivolte alle imprese e non soltanto quelle che colpiscono i lavoratori. Uno dei fattori che rende meno competitive le imprese italiane, anche rispetto ai competitor europei, è proprio il cuneo fiscale. Una disparità che provoca a catena una serie di effetti depressivi catastrofici sull’economia.
L’attuale governo giallo rosso a guida Conte totalmente incapace, sta continuando a rimandare molti interventi risolutori per rilanciare il settore industriale ma si è invece dedicato ad aumentare ancora di piu le tasse. Queste nuove tasse come la sugar tax, tassa sugli imballaggi di plastica, tassa sulla plastica di riciclo, sulle auto aziendali, aumenti delle accise energetiche costeranno alle famiglie italiane più dei 540 euro annui che si erano ipotizzati con l’aumento dell’IVA. Piuttosto che mettere tasse etiche, meglio sarebbe stato facilitare le alternative green premiando attraverso un credito di imposta chi sceglie soluzioni ecosostenibili ed esempio.
Un governo capace e serio avrebbe dovuto inserire nella Legge di Bilancio misure coraggiose per un vero sviluppo industriale non misure ancora più oppressive di quelle che già le imprese e gli italiani sono costretti a pagare. Tra le misure più urgenti che sarebbero servite invece per rodare respiro alle imprese e che un governo competente avrebbe dovuto varare ad esempio c’è la riduzione del costo del lavoro sulle imprese che in Italia è l’11% in più della media europea agendo in primis sul c.d. cuneo fiscale, poi ci vorrebbe una rimodulazione del carico fiscale, che incide oggi sulle imprese per circa il 65% degli oneri totali, abbassando drasticamente la tassazione che ora incide pesantemente sui fattori della produzione lavoro. Solo cosi permetteremmo ai prodotti italiani di essere maggiormente competitivi. Sarebbe opportuno invece tassare non con le percentuali di oggi gli utili, ancora meno quelli reinvestiti ma non certo il lavoro e gli altri fattori produttivi. Poi ci vorrebbe una sostanziosa riduzione del costo energetico (è l’87% in più per la fascia PMI in Europa, quelle che sono nella fascia 2.000-20.000 MW fonte Eurostat) che avviene attraverso la quadruplicazione delle accise che vengono caricate in bolletta. Una riduzione del carico burocratico, vale a dire semplificare, per numero e per modalità, gli adempimenti che gravano sulle imprese.
Su questi temi se ci fosse un governo stabile e capace dovrebbe intervenire con la massima urgenza. Invece con questa ammucchiata di incapaci al governo del PD e dei 5Stelle che hanno su qualsiasi tema idee diametralmente opposte è tutto ingessato e non migliora nulla. Anzi la situazione delle imprese e del Paese peggiora giorno dopo giorno tragicamente. Poi c’è da soffermarsi anche su dei punti che seriamente e concretamente andrebbero quantomeno arginati e combattuti seriamente.
La Lotta all’evasione in quanto i principali concorrenti delle aziende sane e che lavorano onestamente sono le imprese che operano nel sommerso. Questa operazione però non deve essere fatta criminalizzando l’intero tessuto produttivo come è stato fatto fino ad ora dalla sinistra e dai manettari dei 5 Stelle. Bisogna stare molto attenti a non mettere tutti sullo stesso piano: chi effettua frodi in mala fede e chi non versa l’Iva perché non riesce a incassare i propri crediti. Lo Stato deve avere l’obbligo di aiutare l’impresa creditrice a riscuotere da quella che non la paga sfruttando il meccanismo delle note di variazione Iva e la fatturazione elettronica e innescando un meccanismo spontaneo in grado di ridurre i ritardi di pagamento.
Poi ci deve essere un serio piano per il SUD. Si avverte sempre più l’esigenza di valorizzare le grandi eccellenze che il Sud ha: la logistica, l’industria culturale e creativa e il cibo. Matera, Capitale Europea della Cultura del 2019 è un patrimonio sul quale costruire il prossimo sviluppo fin da subito. Ma ci vogliono pianificazione Serie e risorse. Non finanziamenti a pioggia come è stato fatto fino ad oggi e che non hanno dato nessun risultato. Il sud potrebbe rappresentare una grande opportunità per il sistema Paese. Ad esempio si potrebbe trasformare l’intero Meridione in una zona economica esclusiva, dove attrarre nuovi investimenti e insediamenti significativi, a partire dall’Industria 4.0 e dall’ambiente. Questo si potrebbe anzi si dovrebbe fare per far ripartire concretamente l’economia, non come sta facendo il Governo Conte con Pd e 5Stelle che al posto che tagliare le tasse per far ripartire i consumi ne stanno mettendo di nuove. Vergogna! Se andiamo avanti ad essere governati da questi incapaci tra un paio di anni il nostro Paese fallirà. www.IlGiornale.it