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21Ott 22
La Francia e la sindrome del bassotto
Il bassotto è un cane piccolissimo ma coraggioso, perchè crede di essere ENORME. I francesi, uguali. Le loro partnership strategico-industriali finiscono solo in due modi: fallimento, oppure assimilazione completa, come la Cina con Hong Kong.
La collaborazione tra Renault e Nissan ha preso negli anni una piega ben diversa rispetto al controllo che Peugeot sembra ormai esercitare su Fiat & Chrysler. Quello che sul continente ai francesi riesce piuttosto bene, con gli isolani non attecchisce. Eppure le premesse sembravano invitanti: Renault detiene il 43% delle azioni di Nissan, e ha diritto di voto nel suo consiglio di amministrazione. La Nissan ha solo il 15% di Renault. Dopo l’arresto nel 2018 in Giappone del CEO della joint venture, il brasiliano-libanese-francese Carlos Ghosn, e la sua successiva rocambolesca fuga nascosto in una cassa per strumenti musicali, quella partnership non è mai veramente decollata, eppure entrambe le aziende ne avrebbero bisogno.
Al di là dell’uso strumentale (in tutti i sensi) di Carlos Ghosn, secondo cui l’arresto è stato il tentativo giapponese di liberarsi dal controllo francese su Nissan (e non una banale, per quanto milionaria, questione di spese personali e aziendali), l’impressione è che i nostri amati Galli debbano ricalibrare un pochettino le loro ambizioni.
La partnership militare della Francia con l’Australia è naufragata per motivi analoghi: nuovo scenario strategico nel Pacifico, ma anche la predisposizione francese a concedere troppo poco in termini di condivisione tecnologica e posti di lavoro. Anche in quel caso il risultato le si è ritorto contro, visto che gli australiani in futuro avranno i sottomarini nucleari americani, anzichè gli obsoleti “macinacaffè” a diesel dei nostri vicini d’oltralpe.
E ora anche in Europa. Secondo Federico Rampini, l’ambizione neanche troppo nascosta dei nostri cari cugini è quella di tassare gli europei per sovvenzionare l’esercito francese che poi salvaguarderebbe gli interessi di tutti. Risultato: al manifestarsi degli inquietanti rigurgiti imperiali russi, i tedeschi hanno posto le basi per uno scudo antimissile con tecnologia americana e israeliana, anzichè affidarsi a quella francese.
Con queste premesse l’Europa non sarà mai unita. Eppure il momento è catartico: ognuno la vede un po’ a modo suo, ma Giorgia Meloni sembra pronta a operare un upgrade a “sovranismo europeo” del suo desueto sovranismo italiano. Se però la Francia continua a comportarsi da bassotto con un’autostima ipertrofica, e i pastori tedeschi continuano a occuparsi esclusivamente del loro gregge, i sovranismi continentali sono destinati a rimanere tali & quali: ridicoli e nazionali.
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