Sostenere che le razze NON esistono perchè lo dice la genetica, significa affermare che un concetto perde il suo significato originale quando una disciplina nata in un secondo tempo non ne dimostra l’esistenza. Follia.

Eliminare dal linguaggio parole scomode è come applicare la logica sballata di Procuste, che anzichè allungare il letto, accorciava gli arti. Quando la scienza riduce il numero dei vocaboli a disposizione anzichè ampliarlo, c’è lo zampino della politica che quando non capisce, sfronda e nasconde sotto il tappeto.

Negare il concetto di razza per prevenire gli effetti nocivi che la parola ha scatenato in passato è come costruire case sui letti dei torrenti, facendo finta che i corsi d’acqua non esistano. Inutile dire che alla prima alluvione la Natura si riprende tutto il suo spazio. Da questo punto di vista, ogni parola è come l’alveo di un torrente: il suo significato deve seguire un corso naturale, e non può essere imposto dall’alto.

La fisica quantistica dovrebbe averci aperto gli occhi sul fatto che quello che accade a livello microscopico, spesso non è valido nel macromondo: le fluttuazioni casuali delle molecole non hanno abolito il principio di causalità nella nostra vita quotidiana. Allo stesso modo, le parole nascono per esprimere percezioni che continuano a esistere, anche se a livello microscopico non lasciano traccia.

Ultimamente questo genere di piroette semantiche le importiamo dagli Stati Uniti, eppure sui media anglosassoni la parola “razza” non è affatto sparita.

A questo proposito, il 29 Giugno scorso una sentenza della Corte Suprema americana ha deciso che le università non potranno più tenere conto della razza per valutare le domande di ammissione. Dirigenti scolastici e professori sono sul piede di guerra: troppi bianchi e gialli iscritti mettono a repentaglio la capacità di costruire un corpo studentesco diversificato. Il 30 Giugno, in Francia, l’ex allenatore del Nizza calcio è stato arrestato per aver espresso la medesima preoccupazione, ma al contrario: troppi neri in squadra mettono a repentaglio la capacità di costruire un corpo diversificato.

Risultato: i professori americani sono progressisti illuminati tarpati da una Corte Suprema retrograda e razzista. L’allenatore di calcio è un razzista retrogrado giustamente imbrigliato da una magistratura progressista e illuminata.

Manipolare il significato delle parole è un rincoglionimento legalizzato, un gioco delle tre carte che ci lascia talmente rintronati da non capire più da che parte siamo voltati.

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