L’uomo che sussurrava a Joe Biden
Federico Rampini ha postato sul Corriere un video stupefacente, dove dichiara che nei quattro anni di Joe Biden alla Casa Bianca, c’è stata da parte del Partito Democratico una forma di negazionismo sul suo stato mentale.
Rampini usa la parola “omertà”, e aggiunge che dopo i vertici internazionali, i leader mondiali tornavano a casa preoccupati per il degrado psichico del Presidente Americano. «Com’è possibile che tutto questo sia stato nascosto?», si chiede amaro il giornalista.
E’ possibile, caro Rampini, perchè in questi quattro anni di aneddoti umma umma, Lei non ne hai condiviso neanche mezzo con i suoi lettori. Solo dopo il “liberi tutti” sulla presunta demenza senile del Presidente, ha scelto di rivelare che gli altri leader mondiali erano addirittura “spaventati”. Molte grazie, ma è un po’ tardi, visto che in questo triste blog abbiamo già fatto il processo alla moviola del G7 in Puglia (qui).
Fino a pochi anni fa, i leader marionette con ventriloquo incorporato erano una caratteristica dei regimi totalitari. In un vertice nel 2016 in Arabia Saudita, il Re Salman bin Abdulaziz Al Saud faceva lunghe pause prima di rispondere al suo interlocutore Barak Obama, mentre qualche sedia più in là, Mohammed Bin Salman, il leader de facto del regno, digitava freneticamente sul suo iPad.
Chi ha digitato negli ultimi mesi (anni?) sull’iPad interfacciato con l’orecchio di Joe Biden? Ma specialmente, chi badava alla valigetta nucleare negli incontri internazionali, mentre l’uomo più potente della Terra “spaventava” i suoi omologhi? Vabbè, sappiamo che il Presidente Americano (o chi per lui) non può aprire la valigetta di sua iniziativa, e schiacciare il bottone come Wile E. Coyote. Ma nella catena di persone preposte al lancio dei razzi nucleari, alcuni dei quali montati su rampe di lancio in Italia, almeno UNO era conosciuto in tutto il mondo: ora sappiamo che non era lui.
L’argomento “Joe Biden” su questo blog è ormai esausto, e non volevo scrivere ancora di lui. In realtà desideravo sottolineare che da quando il Presidente Francese Emmanuel Macron si è suicidato politicamente al primo turno delle elezioni anticipate parlamentari, anche il tam tam guerrafondaio ha smesso di punto in bianco di risuonare in questa nostra giungla mediatica. Al vertice straordinario sull’Ucraina del 26 Febbraio scorso, era stato proprio Macron il primo leader Occidentale a menare il ramo per terra come un gorilla (qui), e nei mesi successivi c’era stato un crescendo Wagneriano, tra cui quello di Rampini. Quel “crescendo” si è improvvisamente fermato, e ora tutto tace come in una specie di drôle de guerre.
Avrei voluto indagare sui meccanismi di trasmissione di questa febbre di guerra: sono davvero bastate le parole del Presidente Francese? Oppure c’è stato un ordine a monte, che per ovvi motivi NON può essere stato dato da Joe Biden? Ci troviamo davanti a un clamoroso caso di Scemenza Artificiale che detta l’agenda?
Purtroppo ho esaurito tutto lo spazio per articolare meglio questa mia paura, ma può diventare argomento di dibattito.
Questo è il mio centesimo articolo nel blog Nodo Sapiens, 1001 giorni dopo il primo (8 Ottobre 2021).