IMG20120220152051477_560Nell’epoca dell’estremo materialismo caldo e coccoloso che pianta su un divano, falsamente felici e rende immobilfermo ad accarezzare schermi, spaventa, forse, il ritorno alle proprie trascurate responsabilità coscienziali, ai propri valori morali positivi, alla propria dimensione spirituale, evidentemente. Dall’oppio dei popoli alla giustificazione dei popoli, chissà.

Che il cristianesimo, da queste parte, tremi e rischi la fine per opera dei ‘cristiani stessi’ (senza fare di tutta l’erba…), farisei nel tempio, non è una novità. Che l’Europa ignori le proprie radici cristiane, non è una novità. Che vaticanizzando Dio, lo si uccida, che cercarlo solo nelle Chiese e nelle offerte, nei moralismi tardoantichi o negli atti(ci) dei nuovi apostoli, Bertone docet, sia semplice follia e non è una novità. Eppure, fintanto che questa fede non verrà perseguita nuovamente (c’è da aspettarsi l’effetto elastico di questi tempi), fintanto che sarà un culto pubblico e comunemente accettato, è davvero l’ora di finirla. Riconosciuto, ‘coranicamente’, come profeta, ‘figlio di Maria’ dalla tradizione islamica, non dalla sua copia moderna, occorre davvero crocifiggere ancora una volta Nostro Signore? E allora Cristo di qua, Cristo di là. Immerso nell’urina come forma d’arte, “Piss Chirst”, come fotografia realizzata da Andres Serrano, fotografo statunitense, che ha immortalato un crocifisso immerso in un bicchiere pieno della sua urina, in esposizione al Photolux di Lucca dal prossimo 21 novembre, poi a forma di falce e martello, come quell’obbrobrio regalato a Papa Francesco, poi come pupazzetto animato qua e la sui social. Cristo di qua, Cristo di la, ovunque ma non dove dovrebbe stare. Da fastidio agli italiani che proteggono i fedeli di altre religioni dalla sua vista, neanche li bruciasse vivi, senza che nessuno glielo chieda; e qualora lo facessero, sarebbero pessimi eredi di quell’Islam che Cristo, invece, lo ha sempre rispettato, nella sua essenza più pura. Modernità e conquiste del progresso etico, umano, finanche religioso, quando caspita vi pare eh? Rivoluzione culturale un ciufolo.

Ma che fastidio può dare un simbolo di pace? (si badi bene, non si tratta dell’utilizzo eretico e perverso che ne è stato fatto, né dell’umanizzazione dei suoi significati)

L’occidente, giammai maturo, continua a voler fare la figura d’avanguardia e finisce per farne una di merda. Si scrive libertà si legge schiavitù, dalle nostre parti. L’occidente, giammai maturo, insegna ai propri figli a disconoscere le proprie radici, i punti di riferimento spirituali e valoriali su cui si è plasmata la propria identità. Il risultato? Ai postumi (di questa bella sbronza da buonismo militante) l’ardua sentenza.

Così, dopo tante peripezie legate a due legni incrociati, simbolo della sofferenza, della redenzione, della pace, mica di una svastica o di una falce e martello, il consiglio degli insegnanti vieta la vista della “crocifissione bianca” di Marc Chagall agli alunni di una scuola elementare di Firenze. Aberrante. Il consiglio di interclasse? Facessero un Concilio, piuttosto che una’assemblea. Così, per salvaguardare i nuovi figli d’Italia, si dimentica di insegnare a quelli che, proprio all’Italia, sono attaccati con le radici, profonde.

Questa frettolosa insalata di bigottismo, fa schifo, letteralmente schifo. Perché indurire il cuore, perché limitare la tolleranza? Per autodifesa. Sì, perché nel perverso e contraddittorio meccanismo di quest’epoca imbecille, sarebbe dovuto essere il contrario ed invece, a forza di inghiottire reciprocità, libertà, apertura mentale e senso di globalità, di sparizione delle identità primarie, delle differenze, peculiarità per la completezza umana, sociale e culturale, si rischia di vomitare intolleranza e chiusura, protezionismo, si rischia la barricata: si rischia di fomentare xenofobia 2.0.

Così, come nei centri delle grandi città europee (si badi bene, tali solo per geolocalizzazione) la preghiera di tanti musulmani nelle strade, nei vicoli, nelle piazze, assiepati insieme in una sorta di danza tribale e rituale, volti verso la mecca ad omaggiare il loro Dio, il mio Dio esposto ovunque possa riportare ad una fede, ad una tradizione millenaria, possa riportare alla normalità di un’essenza comune. Così come nessuno ha mai fatto partire la crociata per impedire ai musulmani di pregare il loro Dio inginocchiati sul selciato, nessuno dovrebbe impedire Cristo, in ogni senso.

Dà fastidio la croce di Nostro Signore? Guardassero altrove.

W la modernità…

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