Il manuale del perfetto ribelle contro i deliri della modernità
Per il 2016 due buoni propositi: regalarsi “Ernst Jünger” di Luigi Iannone e realizzare fattualmente l’idea che, prima o poi, occorrerà uscire trionfalmente ed urgentemente da questo impazzimento generale. Ritrovare la via di casa, il senno, il senso. Mano per mano con Ernst Jünger.
Raccontare con completezza la storia di un signore di 120 anni non è cosa semplice. Se si somma il fatto che il signore in questione è una delle menti d’avanguardia del pensiero filosofico novecentesco, i cui postulati sono di forte attualità, la faccenda si complica ancor più. Eppure qualcuno c’è riuscito. Più di trenta autori tra esperti, docenti universitari e ricercatori. Oltre “due anni di gestazione”. Dati che fanno comprendere facilmente la portata di questa esperienza letteraria. Un ensemble, una sinfonia, un unico protagonista, il padre dell’ “Anarca”: Ernst Jünger.
A coronare questo intenso percorso di analisi arriva Ernst Jünger (Solfanelli, pp. 544, 30 Euro). Un complesso che ha fuso estro e conoscenza ponendosi un obiettivo sicuramente non facile come quello di offrire una prospettiva analitica sull’intera opera del “ribelle” pensatore tedesco, che non scada nello sterile parto di un’infinita sequela di contributi anonimi o, contrariamente, s’incentri noiosamente su un unico obiettivo. “Nulla è definitivo. Di riferimento, lo spero. L’aver messo insieme un numero così ampio di persone con interessi e punti vista diversi, offre al lettore la garanzia di un volume che non fa alcuno sconto all’opera di Jünger”, parola del direttore di questa orchestra, Luigi Iannone, che ha curato l’intero volume. Giornalista, casertano, Iannone è una delle più gustose conferme del panorama filosofico italiano, acuto osservatore dell’evoluzione dinamica della modernità. Già autore de “Il suicidio dell’Occidente. Libro-intervista a Roger Scruton” (Le Lettere, 2010, pagg. 71), “Sull’inutilità della destra” (Solfanelli, 2014, pagg. 104, Euro 10,00) e “Storia, Europa e Modernità. Intervista ad Ernst Nolte” (Le Lettere, 2008, pagg. 80, Euro 8,50), vanta preziose collaborazioni con Marcello Veneziani e Alain De Benoist che hanno curato rispettivamente l’introduzione al suo “Manifesto antimoderno” (Rubbettino, 2010, pagg. 169, Euro 14,00) e la presentazione de “Il profumo del nichilismo” (Solfanelli, 2012, pagg. 144, Euro 11,00).
Dopo sei anni – con l’uscita di “Jünger e Schmitt. Dialogo sulla modernità” (Armando Editore, 2009, pagg. 144, Euro 12,00) nel 2009 – Iannone torna a tributare il filosofo tedesco: “Qualche anno fa avevo pubblicato un libro sul suo rapporto con Carl Schmitt ma ora sentivo una necessità diversa. Jünger è stato un combattente pluridecorato, un filosofo, un entomologo, un romanziere. Ha anticipato gli scenari della globalizzazione, ha scritto sul nichilismo e sulla tecnica, sulle droghe e sui coleotteri. Ha vissuto oltre i cento anni. Ha viaggiato per il mondo e nella sua residenza di Wilflingen gli hanno fatto visita i più grandi intellettuali e Capi di Stato e di governo. Qualunque cosa si tenti di analizzare con un certo rigore, prima o poi si arriva a lui”.
Un’opera, quindi, che si prepone efficacemente di andare oltre la cifra agiografica, che vuole rifuggire la noia della narrazione fine a se stessa, del quadro clinico, della fotografia statica di un uomo le cui visioni non sono inscrivibili in un cerchio disegnato a mano e, magari, in fretta e furia, di un uomo che ha vissuto molte vite in una vita, che ha sognato l’individuo sovrano e non schiavo dei suoi tempi e di se stesso, eroico, forte, libero che aspira al “ritorno” per forgiare il proprio spirito e resistere alla potenza annientante della tecnica indirizzata verso il fronte “sbagliato”.