400 Euro per finanziare la guerra tra poveri
400 Euro (400, andate a parlarne con un pensionato o con una ragazza di ventotto anni che sogna un figlio) alle famiglie che ospitano un migrante. Ma cos’è la nuova offerta della Wind? Ah no, è il pacchetto regalo del Comune di Milano. Ma stiamo scherzando? Ad un certo punto le etichette superficiali si strappano e si intravede, sotto, un’unica essenziale dicotomia: logica vs illogica. Allora se tutto deve essere fuori logica in quest’epoca disgraziata, si proceda pure fuori logica. Deportati verso un’unica visione del mondo, globalizzata e massificata, e tanto, tanto scioccamente “corretta”, continuamente imboccati a cucchiaiate fino a provocare il vomito alla concezione che ogni riferimento sociale, pubblico, condiviso utile è quello che si allontana da ogni forma di ragionamento spirituale e ideale, roba vecchia, demodé, e che il nuovo fine dell’essere civiltà è la convenienza, benissimo, accogliamo la sfida. Tuffiamoci nell’utilitarismo e sotto con la domanda: conviene ancora essere italiani? Che caspita significa, oggi, essere italiani, oltre il sacro tartufo d’Alba o le scarpe in pelle fatte a mano, figli di una sovranità? Ah già, tutelare e spingere ancora più in alto il marchio “Made in Italy”, esatto…
Le provinciali sono piene di buche (e quelle fanno rodere a tutti, bianchi, neri, rossi, verdi e gialli, atei e fedeli…chi col Cayenne Turbo predica la lotta di classe e chi col Cinquecento 1.2 va a lavorare in fabbrica), i disoccupati sono pieni (di ansie), i pensionati sono pieni di insicurezza e nel territorio, nella prossimità che l’Italia muore, non nell’immagine che forzatamente vuol dare di sé. Le scuole sono piene di toppe, i poveri sono in cancrena (certamente, il triste dato è stabilizzato dopo due anni di crescita, ma rimangono ben 7 milioni di poveri di cui 4 in condizioni di povertà assoluta, secondo ISTAT), fare figli è impossibile, crescerli quasi una sfida a Risiko con Giulio Cesare. Per un giovane che non sia figlio dello Sceicco di Busto Arsizio, pagarsi l’università o l’affitto, cominciare una vita dignitosa è come scalare il k2 nudo, le forze dell’ordine, sul territorio non nell’immaginario collettivo, hanno le pezze al c…o. La lista è lunga, la coperta è corta, i soldi ministeriali ci sono, sì, ma solo per comprare l’integrazione, zittire l’Europa e fare bella figura. Ma tranquilli, ci sono i fondi vincolati!
Perché i fondi si vincolano solo in direzione dell’aiuto “altrui”? Matteo Bassoli, presidente di Refugees Welcome Italia: “Si tratta di fondi vincolati che i governi hanno sempre usato per i rifugiati. Ma se durante l’emergenza del 2010 i profughi erano stati accolti in alberghi che ospitavano 80 persone, adesso quasi tutte le prefetture incentivano l’ospitalità diffusa. L’accoglienza in famiglia aiuta a ridurre i rischi sociali legati alla criminalità”. Perchè non costruire dei resort al mare con i fondi vincolati; d’altronde, se non delinquono abitando in famiglia, figuriamoci con un mojito in spiaggia…
400 Euro e uno Stato che ti piglia per il collo, ti incastra nella guerra fra poveri, forza, stupra anche le coscienze più dure (o più pure) in una sorta di ricatto mascherato, di logica dell’incastro e illogica gestionale. Un sistema Stato che di maturo non ha nulla e che l’unica sfida della modernità che vuole accogliere è quella dell’integrazione e del multiculturalismo. Dall’integrazione alla sostituzione, se non fisica, quantomeno istituzionale. Uno Stato pilatesco, che se ne lava le mani, paga la libertà altrui e non vuole rotture di co…ni. EH sì, now it’s the time of the future, progress, modernity, per dirla alla Renzi versione Digital Venice.
Io, italiano, mi sento razza, gruppo etnico, fenomeno trascorso e momentaneo, fuori tempo. Io, italiano, mi sento discriminato e marginalizzato, sovrano della miseria.
Rinuncerei alla mia cittadinanza se potessi, solo per sbloccare in questo grande gioco della Playstation, il livello superiore dei diritti. Soprattutto a trent’anni o giù di lì. Ma non lo farò mai, la dignità vale molto più di ogni comizio elettorale.