La militanza dei pomp…ni: in politica oggi non si sa più a che ca…o attaccarsi.
La stagione più triste per gli slogan ma anche per la dignità degli elettori, già messa a dura prova dalla sospensione democratica con possibile evoluzione verso il totalitarismo renziano.
Da l’utero è mio e la gestisco io a più pompini per tutti. In realtà già si strilla troppo, migliaia di voci che si sommano dal web e verso il web, dai media e verso i media; chi la alza di più e grida più forte alla provocazione, vince. Ma ci rendiamo conto del fatto che da una settimana a questa parte non si fa altro che parlare di pompini? Un triste arrapamento collettivo e mascherato, come al liceo all’ora di educazione fisica. Ma poi chi parla di pompe a chi? Madonna agli americani e Adinolfi agli italiani? Sentè – si dice dalle mie parti – da quale pulpito! Adinolfi Mario che parla di pompini è come un salumiere egiziano che parla di arredare un soggiorno in tipico stile country. Signori, suvvia!
Ormai la realtà scandalizza ben più di cinque minuti di arte contemporanea. La realtà è la vera arte. L’arte, contemporaneamente, non serve più a nulla. Abbiamo già tutto. Immondizia, discariche di parole e pensieri. Genio, sregolatezza e praterie, vaste praterie, di nulla cosmico – come citare troppe volte le ruspe e le località sulle felpe. Fatto una volta è figo, ma dopo un po’… – che, però, una cosa ce la fanno capire. Che la guerra politica è proprio cambiata negli ultimi vent’anni. Neanche Cicciolina in Parlamento o Moana Pozzi col Partito dell’Amore arrivarono a tanto, due che, sicuramente, avevano più stile: vota così e te lo succhio, ma soprattutto come: “lentamente, adoro il contatto visivo e soprattutto ingoio”, Madonna dixit. È proprio vero: non si sa più a che cazzo attaccarsi per raggiungere l’obiettivo elettorale. Una vera e propria politica del cazzo che si discosta parecchio persino dagli slogan strillati. Ma ormai la politica è marketing, il consenso è guadagno, i partiti Spa – il credo azzerato e le sezioni chiuse – e come tale essa viaggia sui social, arriva sui divani, persino dei più pigri, dei più nerd, dei più increduli e svogliati e quindi ha diritto ad entrare in contatto, anche troppo, ha diritto di penetrare l’intimità. Detto fatto. Dopo il pompino di Madonna, la replica italiana della Saulino, Paola per l’esattezza – “Ma torniamo a pompini di casa nostra …. Quelli italiani quelli buoni , a questo punto l’appello lo faccio agli amati concittadini , circa il referendum del Bel Paese …: praticherò sesso orale con dovuta e accurata maestria, portando a compimento il mio dovere , senza perdermi neanche un goccio della vostra essenza, rigorosamente guardandovi negli occhi, tutto questo a chi voterà no al referendum” – copia/incolla di un vizio proprio degli arrapati ed impotenti 2000; la paternità del pompino militante spetta, infatti, a Tania Dervaux, candidata in Belgio per le elezioni al Senato, si è fatta fotografare nuda per la campagna elettorale. Le foto sono state pubblicate da un noto periodico maschile belga. In queste foto, la didascalia: “Vi prometto 400.000 posti di lavoro”, spiegando che si trattava di «una parodia, per rispondere alle cifre ridicole promesse dagli altri partiti». Ma la seducente belga si spinse anche oltre promettendo «sesso orale in cambio del tuo voto». A 40 mila elettori. Era il 2007. Aveva ragione da vendere Cetto Laqualunque, alias Antonio Albanese, sedicente candidato sindaco – latitante e mafioso – del paesino calabrese, quando davanti alla folla di fan e votanti promise, senza mezzi termini: Cchiu pilu pe tutti!
Proprio lì saremmo andati a finire…oltre la fascinosa comunicazione berlusconiana, quella irritante e anarchica grillina e quella bimbominchiesca renziana.
Che tristezza la propaganda elettorale oggigiorno mentre non si fa altro che parlare del rispetto verso il pianeta femminile, della tutela del linguaggio nei confronti del gentil sesso, di emancipazione concreta delle donne, che poi le donne, di tutta questa manfrina elettorale, non hanno bisogno non essendo marmotte delle Ande. Sarebbe più corretto dire avvocatA, gelataiessa e ingegnera ma pompino rimarrebbe pompino. Bah, misteri del mondo moderno. Intanto, nuovi linguaggi della politica, a quanto pare, colorano il nostro avvenire. Linguaggi in tutti i sensi, lenti e con pieno contatto visivo, dando retta all’esperta di politica e relazioni internazionali Madonna Louise Veronica Ciccone; non ci resta che piangere o al limite che ragionare sulle parole di Ludwig Wittgenstein: I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo.
Ma almeno la politica si redimerà solo quando le promesse saranno mantenute. Il voto si avvicina, in Usa e in Italì…