“L’Italia è bella, amo l’Italia, ringrazio tutti, siamo un bel popolo”. Le prime parole di Salvatore Girone, marò, di nuovo italiano. Un cazzotto in faccia alla Repubblica di Arlecchino, servitore di due padroni, pusillanime. Divisa perfetta, saluto militare a chi ha le chiavi della patria in mano, a chi ne regge il trono ma non ne rappresenta l’anima. La schiena dritta di Salvatore Girone ricorda quella strana, antica sensazione di (cosa significhi) essere italiani. Riporta ad una dignità superiore che un tempo abitava queste terre, non solo popolate da mafiosi e corrotti, da disonore e pessimi esempi, da paraculi, strozzini […]