Storie nostre/ Quando Gabriele D’Annunzio portò l’Italia in guerra

Su Gabriele D’Annunzio si è scritto tanto, tantissimo e — almeno nella produzione più recente — non sempre con esiti felici. Ai più, il “vate” pescarese rimane una figura inafferrabile e, spesso, incomprensibile. Uomo dalle troppe vite — poeta, letterato, autore teatrale ma anche rubacuori seriale e spendaccione compulsivo e poi oratore, uomo d’arme, condottiero “disobbediente” e, infine, icona malmostosa del regime mussoliniano — D’Annunzio è e resta un rebus avvolto in un enigma, un tavolo di lavoro sempre aperto. Su queste coordinate si muove “Venti radiosi giorni”,  (Il Cerchio, Rimini 2024. Pp. 120, euro 20.00) l’interessante quanto stimolante lavoro […]

  

Parigi 1919. Una vittoria mutilata

La discussa e discutibile visita del presidente Mattarella lo scorso luglio a Trieste culminata con lo strambo omaggio ai quattro terroristi slavi del Tigr — fucilati nel 1930 dopo una scia di sanguinosi attentati contro obiettivi civili italiani — e le commemorazioni più o meno felici dell’impresa dannunziana di Fiume hanno fugacemente riportato l’attenzione sulle intricate vicende del confine orientale d’Italia.  Come al solito i media ci hanno afflitto con narrazioni superficiali quando non fuorvianti, riducendo la questione adriatica in schematismi talvolta nostalgici e retorici o, troppo spesso, incredibilmente auto colpevolizzanti. Risultato: la tragedia novecentesca delle terre istriane e dalmate […]

  

La Grande Guerra italiana narrata da Gioacchino Volpe

Soffiano alle nostre porte gelidi venti di guerra e, una volta di più, la classe politica nostrana si rannicchia aspettando e sperando che la bufera passi in fretta. Intanto, al di fuori dei palazzi del potere, le contrapposte tifoserie si accendono, esasperando e volgarizzando ogni dibattito, ogni confronto, ogni ragionamento. Il nostro peso sugli eventi mondiali è nullo ma quasi nessuno sembra preoccuparsene. È il destino di un Paese a sovranità limitata che ha scelto un’eterna vacanza della Storia. Amen. Eppure vi fu un tempo in cui le élites misuravano con pragmatismo gli scenari globali e valutavano con ponderazione e […]

  

Badoglio, l’uomo di Caporetto

        «Fu una sconfitta, non una disfatta, l’8 settembre fu una disfatta». Claudio Graziano, capo di Stato Maggiore della Difesa, in una lunga intervista ha così ricordato Caporetto. Il generale ha ragione, cent’anni fa lo sfondamento austro-tedesco travolse le prime linee e poi le seconde sconvolgendo l’intero dispositivo italiano ma pochi giorni dopo, sul Grappa e sul Piave, vi fu il miracolo. I ragazzi del ‘99 e i veterani della Terza Armata tennero il fronte e a dicembre la grande battaglia d’arresto era vinta. Un successo pieno reso possibile da una nuova, inedita consapevolezza. Come sostiene Graziano […]

  

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