Sui tetti di Oslo
Il piccolo orto pensile sul tetto contiene almeno una decina di spezie e diverse piante. Ma è il panorama ad attrarre la mia attenzione. Visto dall’alto, il quartiere Grünerløkka, colorato e vitale, le case che si perdono nel cielo terso di un tramonto di fine estate, conferma appieno la mia prima impressione sulla città: Oslo è una capitale a misura d’uomo.
Dall’orto dello chef
Sono al sesto piano di un bell’edificio contemporaneo, a pochi passi da Mathallen, il mercato gourmet nell’ex complesso industriale di Vulkan, tra i motivi per cui tanti visitatori frequentano e conoscono questa zona della capitale norvegese, insieme con i tanti locali e caffè. Io ci sono arrivata per incontrare Mikael Svensson, giovane stellato (32 anni) del Kontrast, uno dei ristoranti più interessanti di Oslo, su Maridalsveien 15. E’ lui, a pochi minuti dal nostro incontro, a condurmi sul tetto per raccontarmi dei suoi progetti. Fisico da giocatore di rugby, capelli biondi che toccano le spalle, appena lo incontro ho l’impressione che Thor sia sbarcato in cucina. Ma la ricercatezza con cui cura ricette e presentazione e l’attenzione sulla qualità dei prodotti mi conquista di più dell’aspetto. Mikael è svedese ma vive ormai da anni in Norvegia e qui si sente a casa. Anche lui nella schiera degli chef scandinavi che da qualche anno, guidati dal Noma di Renè Redzepi sono diventati un punto di riferimento per la gastronomia mondiale. Tutti guardano cosa si muove a nord di Copenhagen. “Redzepi ha segnato una generazione di giovani chef scandinavi con la sua new nordic cuisine, chi tra di noi dice di non dovergli nulla è un bugiardo, ora però, a distanza di 10 anni, siamo tutti più liberi di sperimentare, di non definirci più in un solo modo, di usare materie prime locali, cercare sapori globali e contrasti come nel mio caso, da qui il nome del ristorante” chiarisce mentre mi prepara, nella cucina a vista, un verdissimo piatto a base di capasanta con rafano, pisellini croccanti ed erbe dall’orto pensile sul tetto, conditi con un succo di crescione d’acqua e piselli freschi. Particolarmente scenografico è il dessert, di asparagi bianchi, mandorle e olivello spinoso, deliziosa bacca arancione dalle proprietà salutari. Il suo menù degustazione propone un percorso breve, Small Kontrast, con 6 portate, e uno più lungo, Big Kontrast, con 10 portate.
Dal parco delle sculture
Prendo il tram a due passi dal Teatro Nazionale. Direzione Vigeland Sculpture Park. Forse uno dei luoghi più noti della città, frutto della visione e della creatività dell’artista norvegese Gustav Vigeland misura 320 ettari e ospita oltre duecento tra bassorilievi, statue e opere in ferro battuto. Sono il lascito dell’artista alla città. Vigeland, nei primi anni del Novecento era così famoso che gli fu chiesto anche di realizzare il busto di Ibsen, il drammaturgo norvegese più conosciuto al mondo. Alcune delle sue sculture sono anche alla National Gallery, in una delle sale accanto all’Urlo di Edvard Munch, forse l’opera più nota del museo. Tutto nel parco di Oslo, è stato pensato e progettato da lui, persino il cancello d’ingresso. Il ponte è tra le strutture più fotografate, con le sue 58 sculture in bronzo e tra queste, il famoso Sinnataggen, o bambino furioso, vivissimo esempio della capacità di osservazione dell’artista: Vigeland si ispirò ad un bambino che faceva i capricci in strada. Ma a colpire la mia immaginazione è la grande terrazza con monolito. Alto 17 metri questa impressionante colonna di marmo contiene oltre una centinaio di figure attorcigliate e strette come in un grande abbraccio. Lo stesso che da questa terrazza belvedere si può dare idealmente alla città.
Dal trampolino vertiginoso
Passati i cancelli del parco, il tram prosegue fino alla stazione di cambio di Oslo S dove prendere la metro di superficie. Il treno si arrampica verso le montagne e in 20 minuti mi conduce alle piste da sci di fondo e al trampolino olimpico di Holmenkollen, il più antico al mondo. Per arrivarci, passo attraverso un panoramico quartiere residenziale, con villette bianche dalle grandi finestre che guardano il fiordo di Oslo. Il trampolino è davvero una struttura impressionante, io sono arrivata in ascensore fino al tetto panoramico. Da lì la vista è straordinaria, domina tutta la città dal mare alle montagne che la circondano. Si vede anche la penisola di Bygdøy e in fondo la collina di Ekeberg dove dicono che ci sia il migliore tramonto sulla città. Non ho fatto in tempo a salirci ma da lì si vede bene dall’alto anche la nuova Opera House. Oslo è l’unica capitale in Europa, dove in 20 minuti di tram si arriva sulle piste da sci. Niente file, niente problema di parcheggi.
Dalla fortezza sul fiordo
Svegliarmi presto in viaggio mi ha sempre regalato esperienze uniche. Quando ancora le città dormono è bello gironzolare e assistere al risveglio lento dei ritmi quotidiani. E Oslo non fa eccezione. E così, per arrivare all’apertura del Museo delle Navi Vichinghe a Bygdøy, mi trovo a camminare tra le vie del centro alle 8 del mattino e ad affacciarmi sul fiordo dalle mura della Fortezza di Akershus, il cui primo nucleo è del XIII secolo. Da sempre a difesa della città, è un perfetto punto di osservazione. A destra spicca l’edificio del Comune, dove ogni anno il 10 dicembre vengono consegnati i Nobel per la Pace. Si tratta dell’unica eccezione alla sede di Stoccolma. Di fronte, il mio sguardo segue la linea dell’Astrup Fearnley Museum of Modern Art, disegnato da Renzo Piano che ha riprogettato questo lato della città trasformando il lungo fiordo in un punto di ritrovo, tra locali, caffè e ristoranti. D’estate è imperdibile un cocktail sulla terrazza dell’hotel The Thief. Dall’imbarco sotto la collina della fortezza partono i traghetti per Bygdøy e per l’isola di Hovedøya, amatissima meta estiva degli abitanti di Oslo. In meno di 20 minuti sei nella foresta e puoi stendere il tuo asciugamano sul prato che guarda il fiordo.
di Alessandra Gesuelli @alegesuelli
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