Seduzioni della Grande Mela
Fu un redattore di ippica del New York Morning Telegraph, John FitzGerald, a utilizzare nella sua rubrica il termine The Big Apple, dopo aver sentito due stallieri definire così l’ippodromo di New York. Era il gennaio 1920. Son passati più di 90 anni da allora e la metropoli dei sogni continua a sedurre.
Oggi come ieri. Ad iniziare dall’Upper East Side, l’anima classica e raffinata della città con i musei più prestigiosi, a cui, dallo scorso anno, si è aggiunta la riapertura del Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum, la mecca del design contemporaneo. Ospitato nella Andrew Carnegie Mansion, un edificio di indiscutibile bellezza in stile Georgiano, vanta particolari esibizioni e installazioni temporanee della collezione permanente in veste 2.0. L’affaccio è suggestivo, sulla distesa verde di Sheep Meadows e sul lungo viale di olmi americani di The Mall, nel cuore verde di Manhattan, Central Park. Da qui solo poche fermate di metrò per raggiungere i quartieri che oggi dettano tendenze.
Tra mostre e foliage
Su tutti, Lower Manhattan rimane, a mio avviso, l’esempio più straordinario della continua evoluzione di NY. La visita al National September 11 Memorial & Museum non lascia indifferenti con le sue grandi vasche chiamate in modo poetico Reflecting Absence e quel palazzo di vetro che sembra spezzato in due. All’interno la mostra Rendering the Unthinkable: Artists Respond to 9/11. Inaugurata il 12 settembre di quest’anno, è un inno alla rinascita con opere di 13 artisti. Non stelle del firmamento ma artisti che hanno vissuto in modo diretto l’11 settembre, come Ejay Weiss che per le sue tele ha impiegato le ceneri di Ground Zero. Solo pochi passi per raggiungere l’edificio più alto dell’emisfero occidentale, il One World Trade Center, o Freedom Tower, altro simbolo della ripresa della città, con le sue finestre riflettenti, il peculiare design e la sua altezza impressionante. Al 100° piano, a cui si arriva grazie ad ascensori Sky Pod in 60 secondi, l’Observatory domina a 360° lo skyline della metropoli. Risalendo verso Upper Manhattan il Meatpacking District, l’ex quartiere delle macellerie, pullula oggi di designer e creativi della Grande Mela con prezzi del mercato immobiliare che hanno raggiunto cifre astronomiche. Spicca su tutto un gioiello architettonico, aperto lo scorso anno, il Whitney Museum of American Art, dedicato all’arte moderna e contemporanea americana che porta la firma di Renzo Piano, e che inaugura proprio in questi giorni Dreamlands, una mostra sui lavori di artisti e film maker americani ispirati da 3D, animazione, colore, luce e oscurità. L’autunno è il periodo migliore per godere l’incredibile foliage di Manhattan, soprattutto dall’High Line, il parco sopraelevato, a poca distanza dal museo, costruito sui ruderi dell’antica ferrovia che dal Meatpacking conduce fino a Chelsea. Elegante quartiere, quest’ultimo, caratterizzato da edifici a firma di architetti di fama mondiale, ex magazzini riconvertiti in stilosi negozi e una moltitudine di gallerie d’arte d’avanguardia, tra cui, imperdibile, la mitica Gagosian Gallery. E’ il fascino indiscutibile di New York, la città che non dorme mai. L’ultima dritta? Io amo soggiornare al Plaza Athénée (www.plaza-athenee.com/), parte di The Leading Hotels of the World ( www.LHW.com/atheneenyc) a pochi passi da Central Park e Madison Avenue. Atmosfere francesi e glamour di Uptown. Cosa desiderare di più? Info: www.nycgo.com (Crediti: NYC, Cooper Hewitt Museum, Elena Barassi)
di Elena Barassi @elena_barassi