Sant’Eustorgio, vale da sola una visita a Milano

 

 

Di Pigi Arcidiacono

Tutte le feste le porta via, si sa: è l’Epifania. Però, in quel giorno accade qualcosa di veramente magico: nelle case dei cristiani, dove, secondo la tradizione a sant’Ambrogio si è preparato il Presepe, i tre Re Magi che il 24 dicembre notte erano stati posti su una libreria lontana dalle altre statuine, dopo avere volato da un mobile all’altro, sono arrivati, finalmente (prima sul Presepe) e proprio il 6 gennaio, davanti alla capanna di Gesù Bambino. Perfetto.

 

Ora, però, ascoltateci bene (cioè, cercate di credere in quanto state per leggere)… Mai come in questo caso, in una sola chiesa si raccolgo così “tante” meraviglie. La chiesa è la basilica di Sant’Eustorgio, a Milano, che sorge nell’omonima piazza. Se un sito così sorgesse in qualsiasi altra località d’Italia o d’Europa ne farebbe la ricchezza della popolazione locale.

 

Iniziamo proprio dai tre ricchi adoratori di Gesù. Secondo la tradizione l’origine è circa del 344. Fu l’Imperatore Costante I che fece a Sant’Eustorgio uno splendido regalo: un grande sarcofago costruito in pietra con, all’interno, le reliquie dei Re Magi. Quest’arca proveniva da Costantinopoli, dalla Basilica di Santa Sofia. Lì, li aveva inumati la migliore archeologa che il Cristianesimo abbia mai avuto: l’Imperatrice Sant’Elena.

 

È davvero difficile, in questa chiesa, camminare sino all’altare e, quindi, sino a contemplare da vicino il grande crocifisso, senza sentirsi già coinvolti dall’osservazione delle navate e, da lontano, della Ancona della Passione, davvero monumentale realizzata (dal 1395 al 1402 ) su desiderio di Gian Galeazzo Visconti, conosciuto come il Conte di Virtù.

 

Nella basilica alcuni scavi avvenuti negli Anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso scoprirono lapidi, vasi e frammenti di sepolture, questo, oggi è detto “Cimitero paleocristiano” ed è l’indubbia testimonianza di quanto siano antiche le pratiche di culto che avvenivano nell’area cimiteriale della basilica.

 

Una statua in pietra di Sant’Eustorgio si trova nella “Sala Capitolare dell’ex convento domenicano”. La statua risale alla fine del XIII secolo. Molte le reliquie e gli oggetti votivi nella “Sacrestia monumentale”.

 

Cripta e Cappellina degli Angeli – I resti di una primitiva aula basilicale paleocristiana, si possono vedere sotto il livello del pavimento vicino alla zona absidale

 

Si arriva così alla Cappella Portinari dove vi desideriamo condurre e, qui, troviamo l’Arca di San Pietro.

 

I lavori di costruzione iniziarono nel 1462, su desiderio di  Pigello Portinari, il cui desiderio era  ospitare la reliquia del Santo domenicano Pietro da Verona. Lo stesso Portinari vi fu sepolto nel 1468 e la sua lapide (al centro della cappella) fu visibile sino al 1736, data in cui, nella cappella, venne trasferita l’arca trecentesca scolpita da Giovanni di Balduccio da Pisa. Che sia opera sua è confermato dalla scritta sul sarcofago:

MAGISTER IOANNES BALDUCII DE PISIS SCULPSIT HANC ARCAM ANNO DOMINI MCCCXXXVIIII

 

L’arca era stata commissionata dai Domenicani per ospitare i resti di San Pietro Martire, che erano conservati nella chiesa dal 1252. Il monumento si trovava, prima, nella quinta campata a sinistra.

 

Moderno l’Organo a canne (Balbiani Vegezzi-Bossi) realizzato nel 1962. Sicuramente pregevole.

 

Basilica di Sant’Eustorgio

 

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