Da novembre a marzo, tra mare e deserti, sulle tracce della Via dell’Incenso e di Lawrence d’Arabia visitando AIUla e Petra

 

 

 

Una crociera inedita nel mar Rosso tra Arabia Saudita e Giordania alla scoperta dell’antica via dell’incenso e dell’epopea di Lawrence d’Arabia con partenza e ritorno a Gedda e tappe a King Abdullah Economic City, Yanbu e Aqaba. A bordo di MSC Bellissima, 19 ponti di scintillante italian style, con 2.217 cabine e 1.500 membri di equipaggio. Rilassandosi in una delle piscine, nell’Aurea Spa da Mille e una notte o nel centro fitness panoramico, divertendosi a teatro o nella galleria dello shopping, gustando sempre una cucina molto curata. Lungo un itinerario esclusivo reso possibile dalla recente apertura dell’Arabia Saudita al turismo internazionale che, con la “Vision 2030” ha avviato un grande progetto economico di investimenti per lanciare lo sviluppo turistico del Paese e gettare le basi per abbandonare la totale dipendenza dal greggio. Un’apertura che comporterà anche un mutamento nella vita sociale di cui già si intuiscono le prime timide avvisaglie.

Il quartiere storico di Al-Balad a Gedda

Luogo di imbarco: Gedda. Porto di arrivo per i pellegrini diretti a La Mecca e a Medina e seconda città del Paese con circa 4 milioni di abitanti, Gedda ha un’elegante corniche, attrazioni da guiness dei primati con il getto d’acqua della fontana Re Fahd e la bandiera più alti del pianeta (rispettivamente 312 e 170 m), grandi sculture commissionate ad artisti internazionali che si materializzano improvvisamente sulle rotonde, e interi quartieri in fase di ricostruzione. Svela il suo ricco passato nel quartiere storico di Al Balad, patrimonio Unesco, fondato nel VII secolo: centinaia di palazzi, numerosi in fase di restauro, affacciati su strette stradine, costruiti con blocchi di corallo e argilla, tipici dell’architettura del Mar Rosso, e facciate ricamati da raffinati roshan: spazi sporgenti con grate in legno fittamente intagliato (un tempo tek) a volte colorato, simbolo del prestigio della casa, che ostruivano l’accesso dei raggi solari, regolavano l’umidità, convogliavano la brezza, permettendo alle donne di guardare fuori senza essere viste. In questi ombrosi e ventilati grandi balconi, tipici della regione dell’Hegiaz, i mercanti più ricchi ricevevano gli stranieri, accogliendoli, allora come oggi, con datteri e caffè saudita speziato con il cardamomo.  Palazzi ricchi, foderati di tappeti che nascondevano nelle pareti giare colme di monete d’oro, alcune, si dice, ritrovate di recente. In epoca ottomana e ancora oggi, salottini allestiti sulla strada ospitano gli anziani del quartiere che dirimano litigi di vicinato e dispensano consigli. Si possono visitare i palazzi Salloum, Ba’eshen e Bayt Nassif che disponeva di 106 stanze, unico palazzo di Al-Balad ad avere un grosso albero di fronte all’entrata (per precisione un albero di Neem), simbolo di ricchezza, con le scale che erano percorse dai cammelli che trasportavano le merci direttamente fino ai piani più alti. Contiguo il souk di Al-Alawi, uno dei più affascinanti mercati dell’intera Arabia. Un susseguirsi ininterrotto di oreficerie grondanti oro, piccole botteghe aromatiche di spezie, profumi e incenso, negozi di stoffe, pellame e poi, lungo la strada in direzione della Medina, carretti colorati stracolmi di verdura e limoni, con il sottofondo di un fitto vociare interrotto dal richiamo ipnotico alla preghiera del muezzin. Ma Gedda è anche proiettata verso un futuro pirotecnico: con i “treni”  supersonici hyperloop che viaggiano a oltre 1.000 km/h sarà collegata in futuro alla capitale Riad e Riad a Dubai.

 

La Moschea del Profeta a Medina

La sacra Medina

Il giorno dopo, da King Abdullah Economic City, si percorrono 300 km verso al-Madina al-munawwara, “La città illuminatissima”, mentre ai lati sfila il deserto costellato di cespugli di al arfaj tra i quali si avvista qualche scimmia in fila indiana, distese di scure rocce basaltiche che sembrano piovute dal cielo durante una pioggia preistorica e antichissimi vulcani dalle forme arrotondate. La città dove riposa il Profeta, ora aperta anche ai non musulmani (le donne devono indossare l’abaya nera, l’abito tradizionale saudita), sorge in un’oasi famosa per i suoi datteri neri Alwah dal gusto unico. Il Monte Uhud, dove Maometto affrontò le truppe della Mecca, la Moschea del Profeta dove è sepolto, la seconda più sacra dell’Islam con i suoi 10 minareti e la cupola verde sotto la quale riposa, la Moschea di Quba, la più antica al mondo dove il Profeta posò la prima pietra, sono tutti luoghi sacri visitati da pellegrini provenienti da ogni dove. Sembra che un velo di finissima cipria avvolga ogni cosa, uniformando la tonalità appena rosata della città alla quale si sono adeguati anche i grandi e lussuosi alberghi del centro. Il Museo Dar Al Madinah ricostruisce la storia e la cultura della città, con una fitta esposizione di documenti, manufatti e un grade plastico. E non mancano gli indizi del futuro, con cantieri in fermento e i treni ad alta velocità che collegano Medina a La Mecca.

Il piccolo Souq Al-Lail a Yanbu

 

Yanbu tra passato e futuro

Il terzo giorno è la volta di Yanbu dalle due anime, la città antica dove Lawrence d’Arabia visse tra il 1915 e il 16 e quella moderna e futura, che galleggia sul petrolio, dove si trova la seconda raffineria più grande al mondo. A dispetto del deserto e delle temperature estive che raggiungano i 50 gradi, la strada è costeggiata di alberi, azalee e la città vanta con orgoglio il grande Yanbu Lake Park, parco con lago artificiale ottenuto grazie agli impianti di desalinizzazione, dove le famiglie saudite amano fare picnic all’ombra, sedute su tappeti che sono l’estensione delle loro case, cogliendo piccole anticipazioni del paradiso. Come a Gedda, anche qui le rotonde ospitano sculture di arte moderna (che non hanno fogge umane). Un tempo villaggio di pescatori e poi luogo di sosta dei mercanti diretti sulla via dell’incenso, la città vecchia era crocevia dei commerci tra Yemen, India e Nord Africa e conserva il piccolo Souq Al-Lail di fronte al porto, dove si trovano gioielli antichi ricchi di campanellini (i gps dell’epoca, ogni donna aveva il suo “suono”), manufatti artigianali e incenso. Verso sera, la cittadina si anima, brulica di persone e dalla nave si sente la chiamata alla preghiera, mentre il sole tramonta e colora di rosso il mare. I fondali sauditi custodiscono una barriera immensa, integra, ricca di colori e di vita, fra le più belle al mondo e il “Progetto Mar Rosso” creerà strutture per il suo sviluppo turistico. Anche a Yanbu sorgeranno a breve hotel di lusso, un nuovo lungomare e un grande acquario.

El Ferid, il solitario, a Hegra

Le meraviglie di Hegra

Ritornati a Gedda con volo interno di circa 40 minuti si raggiunge l’oasi di AIUla, fulcro della strategia di apertura al turismo culturale promosso dal Regno Saudita che ha istituito la Royal Commission for AlUla (RCU) per proteggere e salvaguardare questa regione nord-occidentale, tappa fondamentale sull’antica via dell’incenso. Dal sud Arabia, l’Arabia Felix, 2500 anni fa le carovane trasportavano a Petra l’incenso dell’Hadramaut e del Dhofar, regioni dello Yemen e dell’Oman, oltre a balsamo, mirra, seta e spezie provenienti dal lontano Oriente con cui le città costiere commerciavano. Viaggiavano per due-tre mesi percorrendo 2.000 km sotto il sole del deserto. Giunti a Petra, i carichi venivano dirottati a Palmira, Damasco, Costantinopoli e Roma. Nel deserto  arabico nord-occidentale, adagiata sul mare di sabbia d’oro, a Mada’in Saleh, si erge una colossale necropoli scolpita nell’arenaria, quello che rimane dell’antica Hegra (I sec a.C – II sec. d.C), primo sito Unesco del Paese, città carovaniera degli Arabi Nabatei,  “coloro che sapevano trovare l’acqua”, gli stessi mercanti che fecero di Petra la loro capitale. Hegra, era la loro seconda città per importanza e divenne l’avamposto più a sud dell’Impero-Romano dopo la conquista dei Nabatei avvenuta nel 106 dC. 132 tombe-palazzo scolpite da abili mani che hanno mixato merlature mesopotamiche, motivi ellenistici, cornici egizie e capitelli, aquile senza testa che sovrastano i portali. Kasr El Bint, una gigantesca cintura di tombe-palazzo, è un sito circondato da una immensa piana disseminata di grandi rocce che, come faraglioni, emergono dal mare di sabbia e cambiano forma man mano se ne segue il periplo, come El ferid, il solitario, la tomba non finita di Hayan figlio di Kuzan, con la sua grande facciata incastonata nella rupe. Le epigrafi in aramaico mettono in guardia chiunque intenda violare questi sepolcri, riportano i nomi di chi ha diritto a essere sepolto e degli scalpellini-architetti. Una ventina di chilometri a sud si trovano la antiche città di AlUla circondata da una fitta palmerie di datteri (nell’oasi ce ne sono più di due milioni) e agrumeti con circa 900 case in mattoni di fango affacciate sue strette strade labirintiche, e di Dadan, capitale dei regni Dadaniti e Lihyaniti. Durante milioni di anni il vento ha scolpito Jabal Alfil, la roccia dell’elefante, un ciclopico monolite che si incendia di rosso al tramonto. L’area di 23mila kmq è costellata di siti archeologici dove si trovano anche migliaia di gallerie di arte rupestre con incisioni e petroglifi. Ma ALUla guarda al futuro ed è destinata a divenire una nuova meta del turismo internazionale con una serie di iniziative artistiche e culturali molto frizzanti come la biennale d’arte contemporanea Desert X Al Ula;  un futuro complesso museale con spazi espositivi all’aperto e gli eventi al Maraya Concert Hall, l’edifico a specchi più grande al mondo. Progettato dallo studio Giò Frma di Milano che, nel rispetto del paesaggio, ha pensato di non interferire con l’ambiente ma di rifletterlo.

Il Tesoro a Petra

 

Petra, la città rosa

Da Aqaba, ultima tappa della crociera e unico porto della Giordania, in due ore di strada verso nord si raggiunge Petra. La strada lascia il Wadi Rum, detto anche Valle della Luna, sulla destra. “Vasto, echeggiante e divino” lo definì Lawrence d’Arabia. È il più vasto “wadi” (letto di un antico torrente) del Paese, un ambiente fatato di sabbia rossa e giganteschi monoliti di arenaria dalle forme sorprendenti, regno dei nomadi beduini. I luoghi furono teatro di antiche imprese. Emoziona avvistare in lontananza in cima al monte Hor il bianco della tomba di Aronne, fratello di Mosè, morto durante l’esodo in Egitto. Petra è ormai vicina. Capitale dei Nabatei dal I sec aC, abitata da beduini fino ad anni recenti, fu riscoperta solo nel 1812. Se Hegra era difesa dall’immensità del deserto, Petra lo era dalla sua fitta e imponente corona di rocce a picco che offrono una sola via d’accesso: la stretta gola del Siq, al cui sbocco appare come un’apparizione in sogno El Khasneh, il Tesoro, forse un tempio funebre, alto 40 m, scolpito con eleganza nella roccia rosa. Il sito è molto vasto, quasi irreale nel suo colore rosa antico dalle mille sfumature. Ad Deir, il Monastero, gareggia con Il Tesoro in quanto a classica bellezza, ed è raggiungibile salendo 850 gradini (i beduini locali offrono passaggi su asini e cammelli). Le Tombe Reali sovrastano dall’alto la Strada Romana, il Teatro scavato nella roccia ospitava 4.000 spettatori e il sito del Sacrifico offre una vista spettacolare di Petra. E poi la maestà dei templi: Il Grande Tempio, il Castello della Ragazza, il Tempio dei leoni. La Diga e il Ninfeo, a testimoniare le conoscenze idrauliche dei Nabatei che avevano realizzato una complessa rete idrica. Tra le sette meraviglie del Mondo moderno. Un viaggio nel viaggio.

 

Informazioni

La Crociera si tiene da novembre a marzo. La tariffa di una settimana costa a partire da 379 euro a testa e include: utilizzo della cabina e di tutti i servizi free a bordo (intrattenimento, ingresso alla spa e alla sala fitness, piscine, aquapark, spettacoli a teatro, miniclub e junior club, ristorante a colazione, pranzo e cena, buffet aperto 20 ore al giorno). Sono esclusi: le bevande (che si possono utilizzare a consumo o con pacchetti prepagati), i ristoranti tematici, il wifi, le escursioni e il volo aereo. Info: www.msccrociere.it.

 

 

Elena Pizzetti

@epizzet

 

La Roccia dell’Elefante ad ALUla

 

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