La Cortina che non ti aspetti
La Cortina che non ti aspetti:
sotto il volto Vip, un’anima autentica
(e delle montagne da sogno)
Di Camilla Golzi Saporiti
In origine era il cimitero. La cortina, appunto. Che dava il nome a una delle contrade – o sestieri, come si chiamano da queste parti – della Val de Anpêzo. Una conca baciata da madre natura dove panorami, paesaggi e soprattutto montagne sembrano unirsi a regola d’arte, come tasselli di un prezioso mosaico. E tu, capitato a Cortina per caso o per scelta, arrivato da Venezia, Milano, Bologna, Roma o dall’altra parte del mondo, per un weekend o due settimane, entri in contatto con questo luogo, diventi parte di questo prezioso mosaico. Ci sei dentro. All’improvviso ti trovi immerso nella grande bellezza, circondato da montagne – non montagne qualunque, ma le Dolomiti – che spuntano fuori da tutte le parti e fanno a gara tra loro a chi è la più bella del reame. La maestosa Tofana, con quelle “ciclopiche colonne” che incantavano Buzzati, le iconiche Cinque Torri, l’Alpe di Lagazuoi e le Cime di Fanes, tanto prese di mira dalla Grande Guerra. La Croda da Lago e il Becco di Mezzodi. I ripidi Cristallo e Pomagagnon. Ecco, è questa la corona dolomitica che poggia sul capo di Cortina d’Ampezzo, la regina delle Dolomiti. Una delle destinazioni più ambite dai turisti di ogni Paese e di tutti i tempi, appartenente al Best of the Alps, il circuito che raccoglie le eccellenze dell’arco alpino.
Cortina, tra mito e realtà
Da sempre punto di passaggio di mezzo mondo, Cortina ha accolto i primi viaggiatori dell’Ottocento (per lo più agiati inglesi, tedeschi e russi), costruendo per loro alberghi e osterie. Ma ha anche vissuto le tragedie della Prima Guerra Mondiale, che le hanno lasciato cicatrici evidenti ancora oggi, tra trincee e avamposti mimetizzati sulle cime più alte. È stata il primo comprensorio sciistico d’Italia e sede dei Giochi Olimpici nel 1956, i primi nel Belpaese. Ha incorniciato i mondiali di sci alpino del 2021 e si sta preparando, in coppia con Milano, alle Olimpiadi invernali del 2026 (il cui impatto economico stimato viaggia sui 4,3 miliardi di euro). Carta d’identità e curriculum d’eccezione, niente da dire: Cortina merita la fama che ha. E non stupisce se il jet-set di ieri, di oggi e di sicuro di domani passa sempre da qui, dai divi della Dolce Vita degli anni Sessanta alle star contemporanee. Famiglie reali, artisti, imprenditori, politici, attori: nessuno indenne, tutti attirati da un luogo ormai entrato nel mito. Che vive nella leggenda e sorprende nella realtà. Perché, oltre lo status symbol e sotto il volto da Vip, conserva un’anima genuina, fortemente legata al territorio, alle proprie origini, al senso di comunità. E incredibilmente appassionata di sport e innamorata delle proprie montagne. È un qualcosa che si coglie al volo, al primo contatto con il gestore, l’albergatore, il negoziante, il maestro di sci o la guida alpina del posto. Ed è un qualcosa che mette a proprio agio e porta VIP e non VIP a riscoprire una dimensione più semplice e naturale, fatta di ritmi sani e tanto sport. Sembra incredibile, ma è così.
Indirizzi senza tempo
A dimostrarlo basta scambiare due parole con Gherardo Manaigo. Ampezzano doc, fare sorridente, nessun’aria né tanto meno puzza sotto il naso, è erede di sette generazioni di albergatori e proprietario dell’Hotel de la Poste, storico indirizzo nel cuore di Cortina (www.delaposte.it). Con oltre due secoli alle spalle (venne inaugurato nel 1835 come luogo di ristoro per i primi viaggiatori a bordo delle carrozze postali), più che un albergo quattro stelle, è un crocevia di storie e personaggi. Se le sue mura potessero parlare, potrebbero dire senz’altro che Ernest Hemingway qui era un habitué. Dormiva nella suite 107 (dove oggi si trova esposta la sua macchina da scrivere) e al barman ordinava sempre una caraffa di Bloody Mary, forse utile ad alimentare l’ispirazione. Affacciato su corso Italia, a poche decine di metri dalla Chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo, l’Hotel de la Poste è un punto di riferimento del centro, dove sfilano gallerie d’arte, boutique di alta moda, gioiellerie, negozi di artigianato tirolese e manifatture in legno, e indirizzi senza tempo. Semplici o ricercati, vanno incontro a tutti i gusti (e a tutte le tasche). Ecco la pasticceria Alverà, perfetta a colazione e per assaggiare la kaiserschmarrn (letteralmente “frittata dell’imperatore”, è una spessa crêpe strapazzata, cosparsa di zucchero a velo e servita con marmellata di ribes o mirtilli, mele, pinoli, uvette), la Baita Fraina Enoteca e l’Enoteca Cortina, wine bar per aperitivi insieme all’Embassy e al Bar Sport, il ristorante (e albergo) Chasa Lorenzi e il ristorante stellato SanBrite, iI Bilbò e lo Hierbas, famosi per i loro DJ set.
Estate a tutto sport
Con 11.400 ettari di Parco Naturale delle Dolomiti di Ampezzo a disposizione, dieci cime che superano i 3mila metri, 850 itinerari di arrampicata sportiva, 400 chilometri di sentieri adatti a ogni livello, trenta vie ferrate e impianti di risalita firmati Cortina Skiworld (www.skipasscortina.com) che collegano ogni angolo da fondovalle alla cima più alta, Cortina più che a parole parla con i numeri. Se d’inverno è il paradiso dello sci, d’estate diventa il regno di escursioni, passeggiate, pedalate in mountain bike, e-bike e biciclette a pedalata assistita; e, ancora, arrampicate e scalate. E non è finita.
Yoga in quota (www.freccianelcielo.com/eventi/yoga-in-quota-energia-e-benessere) golf e tennis sono presenti all’appello. Da dove cominciare? Dalla novità della stagione: il Cortina Bike Park Dolomiti (www.impianticortina.it/bike-park-cortina-dolomiti-veneto-due-versanti), posizionato ai piedi delle Tofane, ha riaperto i battenti a giugno estendendo il proprio raggio di azione, con nuovi itinerari. Adesso conta undici tracciati ad alta adrenalina. Con un unico bike pass dedicato, gli appassionati delle due ruote possono muoversi tra i due versanti della Tofana, lungo i sentieri che collegano Pié Tofana e Col Druscié. Raccoglie ventidue chilometri di flow trail per mountain bike, downhill, old school e tracciati tecnici di diverse difficoltà, con oltre 2.500 metri di dislivello accolgono sia i riders più esperti sia i principianti. Per chi alle due ruote preferisce i piedi, percorsi per passeggiate e trail running (corsa) non si contano. Da non perdere, tra le passeggiate, il sentiero che porta difronte alle Cinque Torri e quello che accompagna in cima al Lagazuoi. Quest’ultimo aspetta al traguardo con panorama e rifugio imbattibile per quanto riguarda le ricette tipiche e le porzioni a dir poco generose. Per il trail running, invece, il “Giro delle Tofane” è un must: 30 chilometri di lunghezza e 1.700 metri di dislivello. Fatica alle stelle per panorami stellari.