Cina: non solo Pechino e Shanghai.
Ora con Neos si vola in Jiangsu

Una nuova destinazione da scoprire in Cina

 

Di Giannino della Frattina
nostro inviato nel Jiangsu (Cina)

 

 

Nel best three alla scoperta della provincia cinese dello Jiangsu, ci sono sicuramente l’emozionante Museum di Suzhou creato dalla calligrafia orientale dell’archistar I.M. Pei («Do you know piramide di vetro del Louvre?») e la cui famiglia è originaria di qui, la commovente iper tecnologica Memorial Hall of the Victims in Nanjing Massacre by Japanese Invaders che racconta di come l’esercito imperiale del Giappone fece 300mila morti in un mese a cavallo del Capodanno 1937 e Niushou Mpuntain con l’immenso Tempio Usnisa di Confucio e le sue 3mila statue di Buddha costruiti dal governo locale con 600 milioni di dollari dopo la scoperta di un frammento del cranio di Siddhārtha Gautama. Da aggiungere sicuramente uno street food sontuoso di colori e sapori che ti insegue ovunque e costringe a percorrere la via del peccato di gola senza mai attentare al portafoglio. E con l’ottima scusa che un Paese si comincia a conoscere dal cibo di cui si nutrono i suoi abitanti.

Non solo Pechino e Shanghai, dunque, perché la Cina che non ti aspetti parte da Malpensa con un elegante e comodo volo Neos, la compagnia aerea di Alpitour World che, lasciatasi la pandemia alle spalle, ha fatto ridecollare il suo business, ampliando la flotta che vede in arrivo un B737-8 NG e quattro nuovi B737-8 Max arrivando a 18 aerei. E quindi incrementi di rotte e organico dopo l’inaugurazione del nuovo Training & Operation center: un investimento pluriennale per creare un campus di idee rivolto ai suoi collaboratori recentemente diventati più di mille.

 

Atterraggio a inizio giornata a Nanchino, dunque, dove a una cifra davvero incredibilmente bassa, si può scendere al sontuoso Jumeirah Nanjing hotel, il suggello artistico dell’archistar irachena Zaha Hadid (quella della Torre delle Generali a CityLife a Milano) sulle sponde del Fiume Azzurro, il terzo più lungo del mondo. E di qui può partire il viaggio in una terra affascinante e ancora sconosciuta, una «Lombardia» in Cina per potenza economica con un tasso di Pil in crescita del 6,6% nella prima metà del 2023, ma con in più una storia millenaria che traspare dai monumenti e dal carattere di chi ci vive e lavora. Il modo migliore per entrare meglio nell’immagine che del suo futuro ha oggi la Cina, una super potenza destinata ad avere sempre più un ruolo da protagonista sulla scena mondiale. Per rendersene conto basta prendere il treno in una qualunque delle sue città e scoprire quanto sia facile viaggiare su convogli super veloci e stazioni incredibilmente pulite e sicure. Così lontane da quelle di casa nostra.

 

E quindi Nanchino, una città che cresce tra i 100 e i 200mila abitanti all’anno e punta ormai ai 9 milioni di residenti nei grattacieli futuristici cresciuti in meno di vent’anni lì dove c’erano le risaie. Il suo nome vuol dire “capitale” e lo fu fino al 1949 quando Mao le preferì Pechino, dicendo in piazza Tienanmen che «finalmente il popolo cinese si è alzato in piedi». Parole che tutti in Cina oggi ricordano con una punta d’orgoglio. Poi il Memoriale del Massacro, bellissimo e degno di quelli dedicati in tutto il mondo alle grandi tragedie del Novecento. Tanti i giovanissimi che lasciano un crisantemo bianco, commossi da un’elegantissima arte di Stato che unisce il rigore dell’architettura post-moderna a quello della ricostruzione storiografica. La crociera sul fiume Azzurro, invece, racconta il pulsare dell’economia nelle chiatte commerciali che, come formichine, lo percorrono a ogni ora.

 

 

Poca strada ed ecco Yangzhou con il suo Slender West Lake, un immenso giardino in perfetto stile cinese, prima di stupirsi davanti al Museo del Canale imperiale che racconta del più lungo corso d’acqua artificiale immaginato in Cina già nel 605 dall’imperatore Yangdi della dinastia Sui e ancor oggi arteria che porta a Pechino. Affascinante (e forse da inserire nella top three) la Casa del Mercante di sale con i suoi padiglioni di legno e il giardino che non si ispira alla botanica anglosassone come in tanta parte di mondo, ma a quella locale e meravigliosamente orientale. Passando a Wuxi ci si può perdere nella città più antica prima di percorrere in barca un tratto dell’antico Canal Grande di Nanchang street.

 

Sorprendentemente holliwoodiano invece il Parco dei tre regni, utilizzato per la ripresa di una famosissima serie e dove anche oggi si assiste ad affascinanti ricostruzioni storiche di battaglie a cavallo. E del resto sono i 5mila anni di storia a fare proprio di quieta regione la culla della cultura. Han che pesa per il 97 per cento nel modo di essere della Cina moderna. Cultura ed economia, “Prima si mangia e poi si scrivono le poesie”, sorride un abitante colto di Suzhou», città da 11 milioni di abitanti di cui nemmeno sospettiamo l’esistenza e che invece fu capitale dell’industria della seta durante la dinastia Song (960-1279) e che da allora mantiene ancora i suoi oggi i privilegi da capitale dell’economia.

 

 

 

 

Imperdibile il Giardino dell’Umile amministratore (1509) che, come altri, è Patrimonio Unesco mentre si è già detto del Museo che tra giade e porcellane conserva tesori inestimabile nello scrigno altrettanto prezioso disegnato da Pei. Un viaggio e una serata romantica meritano di sicuro Zhouzhang che con il loro incrollabile amore per Marco Polo, i cinesi con i suoi canali che l’attraversano chiamano la Venezia della Cina. Non resta che abbandonarsi al rumore del remo nell’acqua e al fascino della canzone della vogatrice per ripensare a questa affascinate Cina, terra di storia e di contrasti. Magari ispirati da un tè cinese, inserito dall’Unesco tra i patrimoni culturali dell’umanità.