Irlanda sud-occidentale, natura e sostenibilità lungo la Wild Atlantic Way
di Elena Pizzetti
@epizzet
Purezza d’Irlanda. È nel verde brillante e umido dei suoi prati, nel lindore dei suoi cottage, nel riflesso delle sue spiagge che, con la bassa marea, diventano specchi del cielo. Nei suoi arcobaleni che si stagliano come scolpiti più che dipinti. E nel suo cibo che esprime sincerità. Una purezza che va all’essenza, che avvicina a se stessi e che spiega le pieghe mistiche della sua musica.
Nel sud-ovest dell’isola ne sono un distillato romantico la Contea Cork e quella di Kerry da esplorare percorrendo un tratto della Wild Atlantic Way, la strada costiera più lunga al mondo: 2.600 km che, dalla contea di Cork, costeggiando l’ovest risalgono fino alla punta di Malin Head, spettinata dai venti, nella contea di Donegal. Scoprendo man mano tante attività e realtà sostenibili che spaziano dalla cucina al turismo all’estetica, a testimoniare lo sforzo comune per preservare e valorizzare le risorse dell’isola di smeraldo.
Cork, la colta ribelle
Si atterra e si parte da Cork: intensa, orgogliosa, colta e vivace. Con 200.000 abitanti, è la seconda città più grande della Repubblica irlandese dopo Dublino. Un passato leggendario e mistico: fu qui, in un corcach (acquitrino in gaelico) tra paludi e torbiere, che St. Finbarre, futuro patrono della città, fondò un monastero nell’anno 650.
Attraversata dal fiume Lee e inestricabilmente legata alla lotta irlandese per l’indipendenza, Cork, chiamata non a caso la Città ribelle, ha un illustre passato commerciale e un porto molto importante, basti pensare che qui si decideva il prezzo del burro per tutto l’Impero. Allo squisito burro salato, alla sua borsa e al suo commercio è dedicato un museo. Il passato cede il passo a un presente che parla già di futuro. Oltre alle tante multinazionali che sono arrivate grazie alle agevolazioni fiscali, c’è un proliferare di giovani e dinamiche start up di successo, spesso impegnate nell’economia sostenibile. Come OceanR, che produce abbigliamento marittimo (diving, sailing, yachting) utilizzando plastica riciclata recuperata dagli oceani e dalle coste, reti da pesca (da Italia, Grecia e Spagna), cotone organico, canapa. Nata nel 2017 dall’idea di Tom Cotter, istruttore diving allora 28enne, oggi impiega 72 persone tra Cork e Riga dove ha sede la produzione e vanta tra i clienti alcuni dei più lussuosi resort al mondo per i quali produce le linee di abbigliamento dello staff .
La sostenibilità è un tema che racconta la Cork e l’Irlanda contemporanee, naturalmente anche a tavola. Da tempo è in atto una vera rivoluzione gastronomica che predilige il cibo a km zero o comunque proveniente da filiere sostenibili e lo esalta attraverso cotture a basse temperature e tecniche rispettose della purezza del gusto. Con novità inaspettate come la produzione casearia di formaggi di bufala allevate da anni con successo. Due indirizzi sono da segnalare: Good Day Deli e Market Lane Restaurant. Il primo, perfetto per il pranzo, propone anche un tocco esotico con ricette che provengono dalle Isole Cook e dalla Nuova Zelanda, terre di origine di una dei fondatori.
Si trova in un luogo molto speciale e amato dai Corkonians: nel parco di Nano Nagle Place, il convento di suore orsoline (oggi ce ne sono solo sei residenti) fondato nel 1771 da Honora Nagle (soprannominata affettuosamente Nano dal padre) quando già, sfidando le Penal Laws inglesi che limitavano la possibilità di studio dei cattolici, aveva creato una decina di scuole per bambini poveri a Cork. Un museo, una libreria e un negozio di design, il convento e il parco creano un’oasi di verde pace in centro città. Market Lane Restaurant è situato invece nel cuore del centro cittadino e utilizza ingredienti provenienti da produttori locali o dall’English Market, grande mercato al coperto in stile georgiano con oltre 400 anni di storia, ricostruito in seguito a incendi con rispetto per la tradizione, dove si possono trovare prodotti freschissimi e specialità locali. Vicino, The Mutton Lane Inn è uno dei pub cittadini più antichi dove la musica dal vivo è sempre gradevole, così come al The Oval all’angolo tra South Main Street e Tuckey Street, tra gli edifici storici di Cork, all’Oliver Plunkett o al Sin È. Attenzione: è inutile chiedere una Guiness. La birra a Cork è locale e buonissima e si chiama Murphy’s o Beamish, due gustose e vellutate stout irlandesi che risalgono a oltre 150 anni fa. In South Main Street la Beamish and Crawford’s Brewery apre le sue porte per una visita.
Lo shopping è di rigore in St. Patrick’s Street, dove si affacciano dimore georgiane, sopravvissute alla Guerra d’Indipendenza nel 1919-1922. Altro luogo storico è il quartiere ugonotto con la French Church Street e la vicina Crawford Municipal Art Gallery. Un panorama ragguardevole della città si coglie lungo i camminamenti del seicentesco Elisabeth Fort, forte militare dalla pianta stellata.
Da non perdere poi le guglie, i doccioni e le sculture della Cattedrale di St. Finbarre, coraggiosa opera con elementi gotici e capricci medievali dell’architetto William Burges. Centrale, accogliente e con atmosfera The Metropole Hotel e il suo The MET Cork, raffinato cocktail bar, lounge e tea room.
Verso la Wild Atlantic Way
Sulle tracce del patrono St. Finbarre, a poco più di un’ora a ovest di Cork, si raggiunge l’area incantata dalle atmosfere quasi alpine di Gougana Barra, tra brune foreste di pini e corsi d’acqua argentati: nel VI secolo qui il santo fondò un monastero e un eremo sull’isola del lago di Gougana Barra, dove nasce il River Lee.
Proseguendo verso l’Oceano nella contea di Cork si arriva a Bantry sull’omonima baia, tra le insenature più profonde della costa sud occidentale: un villaggio di pescatori da cartolina con le sue case colorate che si riflettono sull’Oceano, tappa imperdibile sulla Wild Atlantic Way. La vicina Bantry House, tra le più belle residenze d’Irlanda, ha un elegante giardino all’italiana e offre un soggiorno d’altri tempi (solo sei camere). Vicino si trovano il Bantry Bay Golf Club, con vista sul mare e sull’isola di Whiddy Island, e tante eccellenze gastronomiche come il Durrus Cheese, formaggio a latte crudo che proviene dal latte di vacche felici (i pascoli sull’Oceano sono meravigliosi) o il salmone affumicato alla quercia. Anche qui le attività economiche puntano alla sostenibilità, come alla Bantry Marine Research Station, laboratorio di ricerca dove le alghe vengono allevate, studiate e utilizzate per l’estrazione di principi attivi biologici.
Un’esperienza poetica a stretto contatto con le alghe e i loro poteri idratanti e detossinanti per la pelle è offerta da Sneem Seaweed Baths nella contea di Kerry: con vista sull’oceano placido della baia ci si immerge open air in un bagno di alghe all’interno di barili utilizzati un tempo per l’invecchiamento del whisky. Un contesto fiabesco che inizia lungo la strada per raggiungere Sneem soprattutto se si ha modo di passare da Healy Pass: una strada panoramica che dal ponte di Adrigole nella Contea di Cork conduce al ponte di Lauragh nella contea di Kerry tra oceano, cascate, ruscelli e montagne. Il Ring of Kerry è un circuito stradale di grande bellezza e suggestione lungo la Wild Atlantic Way intorno all’Iveragh Peninsula che si sonda per 179 km tra spiagge incontaminate affacciate a isolette al largo dell’Atlantico, rovine medievali, montagne e laghi. Sui pascoi affacciati all’Oceano si avvistano le pecore Blackface accompagnate da Border Collie e mucche tra le quali l’autoctona razza Kerry produce latte di altissima qualità (nel Paese esistono 6 milioni di bovini mentre gli ovini sono 3,3 e gli abitanti 4,5).
Da Kenmare a Derrynane
Si cena a Kenmare, piccola cittadina dalle case colorate fondata nel 1670 dall’ispettore di Cromwell, William Petty, nota per la qualità dei suoi ristoranti come No 35 Kenmare Restaurant, con il suo talentuoso chef Tony Schwarz che crea piatti con cibo locale e stagionale, in parte proveniente dall’azienda agricola di famiglia dove viene allevato il pregiato maiale Saddleback. Imperdibili anche i pub locali, con musica live e la possibilità di chiacchierare con gli abitanti che sono molto accoglienti. The Lansdowne Hotel, nel cuore del centro, in un edificio costruito nel 1790 come residenza privata, è intimo e accogliente, con una ottima colazione irish (da provare il porridge e gli scones). Divertente lo shopping tra negozietti di lana, pizzi e maglioni irlandesi, compresi i caldi e meravigliosi Aran.
Proseguendo sul Ring of Kerry verso Derrynane vale una breve sosta il Clogh Ogham, una delle tante pietre celtiche diffuse soprattutto nel sud-ovest, incise con iscrizioni ogamiche e databile tra il quarto e il sesto secolo DC.
A Derrynane, John Fitzgerald (www.atlanticirishseaweed.com) propone, durante la bassa marea, lungo spiagge incontaminate e brillanti scogliere, un interessante eco-tour alla scoperta delle alghe che raccoglie al momento, illustra e propone di assaggiare, come gli spaghetti e la lattuga di mare, la Sea grass, l’Ulva intestinalis dall’alto contenuto di vitamina B12 e la Duilleasc, Palmaria palmata, per secoli vitale fonte di Vitamina C per gli invasori vichinghi e i monaci di Skelling Islands, isolette sferzate dai venti a circa 12 km dalla costa. Skellig Michael (location per Star Wars: Il risveglio della Forza) e Little Skellig, abitate solo da colonie di uccelli marini sono, come le definì George Bernard Shaw, “un luogo incredibile, impossibile, folle”. A Skelling Michael, patrimonio Unesco, resistono affascinanti ruderi dell’antico monastero che includono sei capanne ad alveare e due chiese, situate a 200 m sul livello del mare e raggiungibili tramite una spettacolare scala composta da centinaia di gradini scavati mille ani fa nella roccia. Un luogo più vicino al mondo dei sogni che alla realtà, da vedere solo se l’Oceano lo permette. Un luogo mitico dal quale parte la linea (immaginaria) di San Michele che corre fino al Monte Carmelo tra Haifa e Gerusalemme collegando fra loro sette monasteri dedicati all’Arcangelo Michele.
Da Derrynane a Tralee
Ma torniamo in Irlanda: John vende anche alcune alghe edibili confezionate, come la pepper Dulse, chiamata tartufo di mare, e, per bagni rivitalizzanti, il Fucus Serratus che a contatto dell’acqua calda rilascia preziosi oli nutrienti. Sono sempre i principi attivi delle alghe (coltivate in modo sostenibile) protagonisti della linea cosmetica Seabody, giovane azienda cosmetica irlandese con vivace un team di ricerca composto da biochimici e nutrizionisti e sede a Tralee, capoluogo della Contea di Kerry, nella penisola di Dingle, e punto di partenza per il Ring of Kerry. La si raggiunge percorrendo una strada verdissima tra panorami sull’Oceano, lindi cottage, pascoli e torbiere. Consigliata una sosta a Cahersiveen per un croccante fish and chips o una saporita sea chowder al Fertha Bar e poi al punto panoramico di Farraniaragh, dove si può comprare da un suonatore di fisarmonica ambulante una croce di Santa Brigida, fatta con fili di paglia. Proseguendo sul Ring of Kerry si passa per Waterville, ridente paesino sull’Oceano luogo di villegiatura preferito di Charlie Chaplin, ricordato da una statua sul lungomare. A Tralee si cena al Cassidy’s Restaurant, luogo di creativa cucina locale e si pernotta nel centro, tra strade fiancheggiate da eleganti edifici georgiani, all’intimo The Ashe Hotel.
Muckross House
Tralee è un punto di partenza ideale per visitare anche la maestosa Muckross House, sontuosa residenza costruita nel 1843 a 6 km da Killarney.
Nel 1932 insieme al suo parco fu donata alla nazione irlandese da William Bowers Bourn e Arthur Rose Vincent, divenendo così il primo parco nazionale della futura Repubblica d’Irlanda, nucleo dell’attuale Parco Nazionale di Killarney che conserva il più antico bosco di querce del Paese, tre laghi e una ricca fauna tra cervi, cormorani, volpi. Dietro la residenza si trovano un ristorante e un laboratorio tessile. La visita degli interni ancora arredati è un romantico viaggio nelle atmosfere del passato e per un attimo si pensa di essere sul set di Downtown Abbey. Del resto tutto il sud-ovest sembra il set di un sogno ambientato tra scogliere e baie ora sferzate ora accarezzate dalle lunghe onde oceaniche e in una campagna verde dove perdersi significa ritrovarsi, tanto è mistica la sua bellezza.
Gli irlandesi sostengono che l’Irlanda sia un’isola tropicale nel posto sbagliato, ma speriamo che da lì non si sposti mai. L’isola, gli irlandesi e l’oceano Atlantico sono indissolubilmente legati in un abbraccio che la costa disegna e la vita irlandese rivela ogni giorno.
Info: www.ireland.com.