Palazzo Vecchio Taormina: un boutique hotel dalle atmosfere speciali (e con una vista super)

 

@elenaluraghi

 

Accanto alle grandi catene d’hotellerie a Taormina c’è un boutique hotel piccolo piccolo, solo dodici camere e una reception che sembra il salottino di una casa. Si trova nel cuore glamour della cittadina, in cima a una scalinata in pietra che sale da corso Umberto (la via dove tutto accade) e dato che si sviluppa in altezza già dal primo piano regala una vista mozzafiato sul mare, alla quale più in alto si aggiunge quella sull’Etna incappucciato di neve.

 

Un hotel contemporaneo, dall’anima antica

Il nome di questo petit hotel dice tutto sulla sua anima: Palazzo Vecchio Taormina, un’antica casa taorminese che Stefano Gegnacorsi, anima e proprietario della struttura con una lunga carriera di general manager in prestigiosi alberghi di lusso, ha trasformato nel nuovo gioiello dell’ospitalità siciliana. Un luogo magico, denso di atmosfere garbate, dove il personale ti accoglie con il sorriso e si ricorda cosa hai mangiato il giorno prima a colazione, non ti domanda mai il numero della camera e ti copre di quelle attenzioni sincere che solo i posti piccoli e speciali possono regalare.

“Palazzo Vecchio Taormina è l’equivalente contemporaneo di una sosta del Grand Tour, realizzato dai grandi viaggiatori tra Settecento e Ottocento”, sottolinea l’architetto Andrea Perra, che ha curato il restyling. “Vogliamo accompagnare l’ospite alla scoperta di una tipica casa taorminese, caratterizzata dall’arte dell’ospitalità e dell’accoglienza. Il concetto è ricevere come a casa: una Sicilia antica in una visione XXI secolo”.

 

L’Orangerie e il ristorante fine dining siciliano

Per “essere accolti come a casa” c’è prima di tutto l’Orangerie, uno spazio al primo piano completamente ripensato in stile coloniale, con tappezzerie animalier, arredi in rattan e il bar avvolto dal trompe l’oeil. Fra poltroncine e divani in velluto, mobili d’epoca e antiche voliere, agli ospiti vengono offerti biscottini alle mandorle e gustose granite con brioche fatte in casa. Si possono ordinare anche a colazione nell’annesso giardino d’inverno, profumato di fiori e inondato di luce, che alla sera si trasforma nel ristorante fine dining Monsù, il cui nome rievoca i cucinieri del Regno delle Due Sicilie: un luogo romantico, regno dello Chef Giuseppe Privitera, siciliano doc e fautore di una cucina perfetta e autentica, fortemente legata al territorio e – sono parole sue – alle ricette della nonna.

 

Dodici camere, tutte diverse

Le 12 camere e suite sono disposte su tre piani, ognuno con uno stile diverso, dal contemporaneo al barocco, al moresco. Rifugi eclettici e raffinati, dove l’interior design spazia dalle nuance tenui color panna del secondo piano (quello “contemporaneo”) alla rossa opulenza barocca del terzo livello stemperata da note di moderna leggerezza, fino al calibrato ed elegante stile marocchino delle suite al quarto piano, con vista sui tetti e sul mare.

 

Il panorama dello skybar

Da lì una scala – l’alternativa è l’ascensore vetrato – conduce al rooftop, dove è stato da poco inaugurato il Blue Sky Bar: una terrazza sui toni, appunto, del blu, raccolta attorno all’antica torretta e con un panorama a 360 gradi dallo Ionio al cratere dell’Etna, che esprime il meglio della sicilianità con cocktail signature e una selezione di liquori legati al territorio. Qualche esempio? I dry gin Volcano nelle eleganti bottiglie dal tappo di lava, i distillati con erbe botaniche endemiche dell’Etna, oppure i vini di uve cresciute nella fertile terra attorno al vulcano. Tutto sotto l’attenta regia della bar manager di lungo corso Anna Grahek.

 

Per informazioni: www.palazzovecchiotaormina.it

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