Il G7 in Puglia è stato un evento mediatico politicamente tombale per Joe Biden? Ufficialmente è ancora lui il candidato Democratico alle Presidenziali di Novembre, ma la nomea senile che lo accompagna, durante il G7 a guida italiana potrebbe aver raggiunto il finecorsa.

Il video dell’esibizione dei paracadutisti è il più simbolico. Quando atterra il parà Italiano, Biden si volta e se ne va alla deriva come un legnonaufrago trasportato dalle onde. Il modo in cui gli altri leader ricuciono il gap è interessante. Immaginiamo di guardarlo al rallentatore (qui).

Il primo a muoversi è Emmanuel Macron, che per riempire lo spazio vuoto che separa il gruppo da Biden, si sposta alla sua sinistra, un’azione per lui naturale anche in politica. Giorgia Meloni è la leader che percorre più strada nel minor tempo: dall’estrema destra chiude svolazzando all’estremo opposto. Il PM Britannico Rishi Sunak in scia a Macron. Quello Giapponese, Fumio Kishida, in scia a Sunak. Notate il cenno d’intesa di Macron a Meloni al ventunesimo secondo del video: il Presidente Francese sembra dirle: «Te ne occupi tu?».

Il cancelliere Tedesco Olaf Scholz è il mio preferito, perchè non si accorge di NULLA. Olaf si muove con tempi geopolitici: più lento della politica contemporanea, e POCO più veloce del movimento tettonico (teutonico?) dei continenti. Ursula Von der Leyen, Presidenta della Commissione Europea, guarda interdetta il Presidente Americano allontanarsi, ma resta congelata al centro, e oscilla lo sguardo come un metronomo tra il paracadutista e l’illustre legnonaufrago. Anche Charles Michel è spaesato, e guarda altrove. Il Primo Ministro Canadese Justin Trudeau è troppo impegnato a tenere a bada il suo ENORME sex appeal, per occuparsi anche di una contingenza: se credete che sia facile essere affascinanti, vi sbagliate di grosso.

I leader del G7 chiudono come una cerniera il gap che si è aperto tra il gruppo e il fuggitivo. Meloni, padrona di casa empatica e attenta, è la leva della cerniera che s’incarica di indirizzare dolcemente il Presidente Americano nella direzione giusta. A distanza di giorni, però, sono preoccupato: è opportuno che la Prima Ministra di un satellite come l’Italia smascheri la senilità del Cesare? Non ha esibito la sua empatia un po’ troppo marcatamente? Non sarebbe stato meglio restare più “sghiscia” (“defilata” in lombardo)? Speriamo gli Americani non se la leghino al dito.

Ci siamo già chiesti in passato chi comandasse veramente in America (qui), ma ora desideriamo qualcosa di più: chiunque è al timone, sa indicare l’Ucraina sulla mappa, oppure crede che sia da qualche parte nel sud del Mondo, dove tradizionalmente si sono consumate le guerre per procura tra Russi e Americani?

 

PS: conclusione alternativa. Ora che abbiamo la dimostrazione grafica che il Presidente degli Stati Uniti conta meno, permetteranno alla Meloni di contare di più con la riforma del premierato?

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