“La generazione inversa. Ovvero come il Figlio genera il Padre”. Suona provocatoria fin dal titolo l’ultima fatica letteraria del filosofo editore friulano Emanuele Franz, fresca di pubblicazione per i tipi della sua Audax Editrice. Franz, che in passato si era cimentato con ardite sperimentazioni metafisiche, questa volta, riprendendo un suo filone concettuale, prova a far dialogare pensiero religioso e pensiero scientifico. Per giungere alla meta, il suo viaggio parte da lontano. Dai padri della Chiesa.

“In questo mio studio – spiega – sostengo che non solo dal Padre si è generato il Figlio, ma che anche dal Figlio si è generato il Padre e avanzo l’ipotesi di una Trinità danzante in cui ogni elemento genera l’altro. Questa ardita ipotesi ha suscitato la meraviglia perfino di Noam Chomsky che mi ha scritto per dirmi che non aveva mai sentito nulla del genere nella storia della filosofia. Nel libro argomento questa tesi sia dal punto di vista della teologia che della matematica. In mesi di lunghissimi e approfonditi studi sui testi dei Padri della Chiesa, mi riferisco ad esempio a San Paolo, San Tommaso, Sant’Agostino, Tertulliano, Sant’Ilario, San Gregorio Nazianzeno, Sant’Ireneo di Lione e altri, ho potuto osservare che il Cristo, così come è delineato nella Dottrina, ha a sua volta la capacità di generare così come la possiede il Padre. I Vangeli stessi affermano che il Logos è Principio di vita e, come dice il Vangelo di Giovanni, (3,8) ‘Lo Spirito soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va’. Se quanto dice Giovanni è che ‘Lo Spirito soffia dove vuole’ perché mai Esso dovrebbe procedere solo in direzione lineare, e non invece al rovescio, dal generato al generante, dal Figlio al Padre? Partendo da ciò formulo la mia tesi che, per quanto ardita, non si esime dal fascino della fertilità delle riflessioni che germoglia”.

In supporto alla sua tesi, Franz trova un valido alleato nella scienza. “Il fecondo confronto e l’amicizia con Piergiorgio Odifreddi – racconta ancora Franz – è sempre stata per me motivo di indagine e profonda riflessione, pur avendo una diversa visione del mondo su certi temi. Su questo mio lavoro in particolare la matematica ha un ruolo importante, e ad essa dedico la seconda parte del libro. Come si congiungono i due temi, quello teologico e quello matematico? Ebbene, come è noto, i Cattolici riconoscono che Gesù, il Figlio, è interamente Dio, e non una sua parte, o una sua derivazione, ma Dio stesso. Difficile da comprendere razionalmente, tanto che è definito un Mistero della Fede. Eppure nella matematica, appunto, in particolare nella teoria degli insiemi, vi sono moltissimi casi in cui la parte viene ad essere grande quanto il tutto che la contiene, se non addirittura più grande ancora dell’insieme in cui è inserita. Si pensi ad esempio ad un segmento, intuitivamente si pensa che sia più piccolo di una retta, in quanto un segmento è una parte, eppure è stato dimostrato matematicamente che il numero di punti che compongono un segmento è lo stesso che compone una retta. Ancora, si pensi all’insieme dei numeri pari, nel senso comune verrebbe da pensare che siano la metà dei numeri naturali, essendoci un pari ogni due naturali, eppure Georg Cantor ha dimostrato eloquentemente che l’insieme dei numeri pari è equipollente a quello dei numeri naturali. Nel libro poi a mostro altri esempi dove ciò che è contenuto (il ‘figlio’) è in grado di generare l’insieme che lo contiene (il ‘padre’), non solo nella teoria degli insiemi ma anche in altre branche della matematica, come la geometria frattale”.

“Le mie naturalmente – precisa poi – sono speculazioni filosofiche che si prendono la licenza di ardire, non essendo io uno scienziato, ma un dialettico, amo sostenere tesi anche se essere dovessero sfidare il senso comune. Io invito alla riflessione su quanto l’uomo non sia una entità finita e impotente, come forse lo vuole la scienza, ma un entità che contiene in sé stessa l’infinito, come potenzialità che ha il potere di generare sé stessa e l’insieme che la contiene. La scienza afferma che la conoscenza non può essere altrove se non nell’esperienza, è vero. Ma essa ha cancellato del tutto l’esperienza interna all’uomo, alla sua coscienza, a favore di quella esterna. Ciò nonostante essa non coglie l’equivoco che ha generato: infatti, se annienta completamente il soggetto della conoscenza, allora, non c’è di conseguenza nessuna conoscenza che possa nascere dal suo metodo. È infatti sempre e solo il Soggetto a conoscere, mai l’oggetto”.

Se la speculazione di Franz è, come spiega lui stesso, ardimentosa, conseguentemente affascinanti sono i suoi approdi. “Questo libro – conclude infatti l’autore – indubbiamente esce in un periodo di profonda crisi della religiosità, e assistiamo quotidianamente a tentativi di adattamento dei valori secolari della Chiesa ai tempi moderni. Questi adattamenti volgono a una proiezione dell’individuo verso la collettività, verso una identità fusa e mutabile, collettiva, multiforme. Vi è, detto altrimenti, una tendenza a superare l’individuo in voto a una fratellanza generica, astratta, desostanziata. Io invece propongo una riscoperta dei valori cristiani, perché il Logos, prima ancora di essere collettività, è unicità, è un uomo singolo, è Gesù in quanto uomo e in quanto unico. Pertanto il Logos è anzitutto Principio che diviene singolo e specifico individuo. La mia, più che una teologia della fratellanza e della collettività, è una teologia della potenza, nel senso che invito a scoprire l’immensa potenzialità generativa che è contenuta nel singolo uomo, in quanto portatore del Logos. Oggi è quasi del tutto scomparso il discorso sul Padre, anche in ambito religioso, mentre io invito ad una riaffermazione del Padre in quanto Vir latino, ovvero come Virtù, virilità, coraggio di scegliere il Bene. Annuncio un uomo che non è inerte al suo destino e a una società che lo ingloba, ma è invece modellatore, generatore di quella società che lo attornia. Il mondo, che all’apparenza è più grande dell’uomo, che contiene l’uomo, che genera l’uomo, può essere rovesciato, e visto invece come contenuto dall’uomo e generato dall’uomo. Sostenendo che il Figlio genera il Padre, sto sostenendo che l’uomo, quando ha Fede in un Altissimo Ideale, può diventare più grande del mondo che lo ingloba, e modificare la storia e i costumi che lo circondano”

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