L’era dell’ultima religione: dall’eugenetica alla pandemia
C’è un filo sottile che collega certo ecologismo ideologico, ben rappresentato dalla più recente icona del progressismo liberal, Greta Thunberg, e una forma di cieca e assoluta fiducia nella tecnologia e nella scienza, che permane anche quando queste ultime non riescono a dare certezze, come è avvenuto, purtroppo, durante la pandemia globale di Coronavirus tutt’ora in corso. Ambientalismo e scientismo acritico sembrano infatti presentarsi, anche e paradossalmente in un’epoca segnata, più che dalla laicità, da un diffuso atteggiamento laicista, come due tra i molteplici aspetti di una nuova forma di pseudo-religiosità, caratterizzata, come le vere religioni, da un approccio assolutamente fideistico.
È quella che due autori di grande competenza nei rispettivi campi, come il saggista ed esperto di religioni orientali Gianluca Marletta e il medico e saggista Paolo Gulisano, cultore di Storia della medicina, hanno definito, nel loro ultimo saggio, edito da Giubilei Regnani – Historica Edizioni, “L’ultima religione”. Tale definizione, peraltro, è anche il titolo del saggio. Che va letto partendo da un presupposto: quello che, come spiega Marletta, “l’uomo a-religioso non esiste. Può esistere chi non crede nel ‘trascendente’ ma non chi non crede a nulla. Le ideologie della modernità, in larga misura atee, sono state delle ‘religioni’ a tutti gli effetti. C’è chi non crede in un Principio superiore ma, al contempo, crede fermamente in un Caso onnipotente che può generare la vita, l’intelligenza e l’uomo per pura ‘fortuna’. Ogni atto della vita, in qualche misura, è un ‘atto di fede’. Peraltro, nel mondo attuale, il materialismo ateo modello ottocentesco è ormai passato abbastanza di moda: il ‘mondo nuovo’ che da qualche parte si ha in progetto di creare non sarà assolutamente a-religioso, benché potrà rifiutare le Religioni intese in senso tradizionale. Per questo abbiamo definito Ultima Religione l’ideologia oggi imposta globalmente: una religione coi suoi dogmi, i suoi precetti validi per le masse, i suoi ‘prodigi’ e persino, come vedremo, con una sua apocalittica ed una sua escatologia”.
“L’ultima religione – aggiunge Paolo Gulisano – è una forma di idolatria: un mix di buonismo, di ecologismo, di Cristianesimo senza Cristo. Ma non solo: in un mondo che non crede più in Dio, cosa rimane? I dogmi dello scientismo. Non è Dio che salva, ma un farmaco prescelto e annunciato dallo stesso Nuovo Ordine Mondiale. Ciò perchè tra i nuovi idoli c’è la Dea Salute. Una divinità alla quale si è pronti a sacrificare tutto, a partire dalle libertà”.
Le origini di questa moderna pseudo-religione vengono individuate dai due autori in una circostanza storica ben definita: quella dell’Impero Britannico del XIX secolo. “L’ideologia dominante del mondo odierno – spiega infatti Marletta- è ‘malthusiana’ ma molti punti di vista: denatalismo, dissoluzione dei legami familiari, controllo della popolazione, sono tutti concetti che derivano da Malthus. Naturalmente, si tratta di un malthusianesimo 2.0, colorato d’arcobaleno, riverniciato a volte della retorica sentimentale dei ‘diritti’ e della ‘difesa dell’ambiente’, purificato dai più indigesti presupposti razzisti e classisti che andavano di moda nell’800 inglese… ma della stessa ideologia stiamo parlando”.
“Ormai da più di mezzo secolo – prosegue Gulisano – si sta diffondendo e imponendo nella cultura una mentalità ossessionata dal problema della sovrapopolazione. Dal Club di Roma ai giorni nostri questa ideologia ha sostenuto la necessità di una drastica riduzione delle nascite. Qualcuno pensa che la stessa epidemia e i mezzi utilizzati per affrontarla non siano altro che la soluzione finale a questo ‘problema’. Le virgolette sono d’obbligo, perché in realtà se nel mondo ci sono ampie sacche di miseria, la causa non è certo nel fatto che “siamo in troppi”, ma nel fatto che le risorse non sono distribuite secondo giustizia. Anzichè ridurre i commensali a tavola, occorrerebbe aumentare le portate”.
Se, però, la rivoluzione industriale che determinò l’egemonia di quel Regno Unito dell’Ottocento nel cui seno fu partorito il pensiero malthusiano contribuì in maniera determinante all’eclisse del sacro, in futuro “il ‘mondo nuovo’ propugnato dalle elìte – come spiega ancora Marletta – non sarà necessariamente anti-religioso (non stiamo più nell’800 o nella prima metà del 900): l’importante è che le Religioni tradizionali vengano svuotate di contenuto, ‘purificate’ da intralci dottrinali o etici, dal riferimento al Principio divino – possiamo parlare più di uno psichismo che di uno spiritualismo – rese liquide per essere colate nello stampo anodino e sincretico dell’Ultima Religione. Da questo punto di vista, anche alcune autorità religiose ‘tradizionali’ sembra stiano lavorando alacremente…”.
“Nel corso della storia – sostiene inoltre Gulisano – è avvenuto spesso che alcune religioni diventassero Instrumenta Regni, delle organizzazioni poste al servizio della politica, braccia armate del potere. Oggi si vorrebbe che ciò diventasse la norma. Il Cristianesimo fin dalle origini si è posto come radicalmente alternativo al mondo. Oggi purtroppo assistiamo ad un appiattimento della Chiesa Cattolica – la Chiesa 2.0, la New Church, o addirittura Fake Church come viene definita da qualcuno- sul mondo, sulle sue parole d’ordine, sulle sue agende. Gesù Cristo duemila anni fa disse ai suoi discepoli: Voi siete nel mondo, ma non siete del mondo. Oggi sembra che i vertici ecclesistici se ne siano dimenticati”.
Nel libro non mancano diversi riferimenti al Coronavirus. Un evento che certe elité hanno accolto più come un’opportunità che come una drammatica catastrofe… “Come é stato ribadito per decenni da numerosi ‘uomini di spicco’ – commenta Gianluca Marletta – i grandi cambiamenti necessitano di grandi crisi. Da questo punto di vista, è persino secondario chiedersi se il Covid sia stato una ‘fatalità’ naturale o non piuttosto un evento indotto (anche se sul libro ci siamo posti anche questa domanda). L’importante è l’effetto prodotto: un’accelerazione straordinaria verso il Great Reset, un passo decisivo verso il ‘mondo nuovo’“. “L’arrivo del virus- sulla cui origine ci sono ancora molti misteri irrisolti- ha rappresentato – gli fa eco Gulisano – l’occasione a lungo attesa per iniziare una rivoluzione economica, sociale, politica, e perfino antropologica. Non si vuole solo cambiare le società: si vuole anche cambiare l’uomo. E’ la minaccia inquietante del Transumanesimo. Uno scenario che certamente ricorda le più spaventose distopie letterarie del ‘900. E quel che preoccupa di più è la debolezza dell’antagonismo a questo disegno, che sembra avanzare come in una guerra-lampo trovando scarsa resistenza”.
Nel libro gli autori parlano, al riguardo, di “apocalisse atea”. “L’ideologia dominante al giorno d’oggi – spiega al riguardo Marletta – ha una coloritura fortemente apocalittica, pur non avendo un riferimento specifico al Trascendente. Basti vedere quanti continui allarmi globali (anche prima del Covid) caratterizzano gli ultimi anni (allarme clima, catastrofe climatica imminente, ecc.) con tanto di previsioni precise sul punto di non ritorno dell’umanità che sarebbero degne di un veggente… L’Ultima Religione non manca della sua apocalittica, come abbiamo detto. Anzi: ha un’impostazione escatologica piuttosto evidente e prorompente”.
“Il nostro libro – conclude Paolo Gulisano – si propone di aprire gli occhi ai lettori sullo scenario inquietante che si sta profilando. In questo momento storico occorre avere una mente libera, occorre avere delle coscienze salde. E bisogna aver chiaro che di fronte alla marea montante di questa rivoluzione occorre salvare il seme, cioè l’essenziale, la verità sull’uomo. Poi, passata la tempesta, bisognerà tornare a seminare…”.