Mentre nella Bolivia ricca di litio e legata da accordi economici e commerciali con la russa Rosatom, tra malcelate manifestazioni di soddisfazione da parte della diplomazia statunitense, è pienamente riuscito il golpe di fatto che ha spodestato il presidente eletto Evo Morales, di cui perfino l’Economist, organo di stampa certamente non ascrivibile all’elenco dei media simpatizzanti con il mondo del socialismo sudamericano, ha scritto che “a differenza di altri leader latino americani con tendenze all’autoritarismo (…) ha dominato il suo paese più con il consenso che con la coercizione”, un golpe che, peraltro, dopo le proteste degli indigeni e la […]