Orfini che scopa è realistico quando Niky Vendola mamma. Per dirla coprendo il raggio di una sola giornata.

Vado in vacanza a Caprasecca; affitto un appartamento per tutta l’estate e lo trascuro, lo distruggo insieme ai miei coinquilini. Quando esco c’è cacca sui muri, è tutto un disastro. C’è puzza, mobilia ovunque; orate decomposte nel freezer. Frutta marcia sotto al divano. Impronte appiccicose, dappertutto. In salotto, un condor californiano sta mangiando i resti di un Alpaca.
So di aver fatto un casino, tra feste e festini, nessuna pulizia e disattenzione varia. Scoperto l’inghippo, Giannone Spaccanocche, il proprietario, giustamente si altera. Ma io, io me ne frego, rispolvero il sorriso, mi metto una maglietta gialla, vado da Giannone con la faccia come il cubo e gli dico: “Signor Giannone. In realtà non siamo stati – palesemente ndr – noi a fare questo casino, ma gli attuali inquilini arrivati qualche ora dopo la nostra partenza. Ma noi “non ce l’abbiamo con loro” (…), sia chiaro; e ci faremo carico del disastro e puliremo tutto”.

Il PD scende in piazza a Roma e si mette a scopare. Un’orgia di confusione e buoni sentimenti, finti come i Governi nazionali sotto il dominio dell’Europa finanziera. E chi l’avrebbe mai detto che anche i supremi signori dell’intelletto si sarebbero messi a scopare? Cioè…a ramazzare, a pulire. Insomma a fare immagine come si fa da una vita?

Ma il PD romano poteva fare ben più di una scopata per strada, seguendo infatti il trend di (dis)ordine e (in)disciplina che vige sotto i loro Governi, dove, essendo tutti cittadini del mondo, fanno tutto per strada. Mangiano, dormono, urinano, defecano, urlano, ammazzano, infrangono le regole, fanno l’amore.
Un Pd romano che sfiora il situazionismo. Fantasia al potere. Che so, avrebbero potuto applaudire la partenza di alcuni missili? Uhm, già fatto. Avrebbero potuto accarezzare bambini? Già fatto. Avrebbero potuto tagliare il grano, andare a pranzo da una famiglia di militanti; oppure avrebbero potuto baciare i piedi ai carcerati. Già fatto, tutto già fatto.

Propaganda Deludente. Sì, perché – sia chiaro, senza spezzare lance, se non nel senso autentico dell’espressione – pare un po’ improbabile che nel giro di solo un anno dall’insediamento di Virginia Raggi, l’immondizia, a Roma, esca anche dai rubinetti delle case dei Parioli; anche dei più ricchi, vista quant’è, e non solo più dei poveracci come noi altri.

Presaperilculo Divertente. In realtà, molto meno simpatica di quel che sembra. Roma è così sporca che anche i topi si sono messi a produrre immondizia. Perché Roma, si è trasformata lentamente, negli ultimi anni, da Caput Mundi a Cloaca Maxima. E i romani, quelli civili che di certo non buttano per strada la prima cosa che trovano, sono incazzati neri. Ma neri, neri. Topi ovunque, puzza ovunque – immaginate in prossimità dell’estate… -, immagine della città lesionata, pipponi retorici continui su “spostiamo la Capitale altrove”, degrado a colpo d’occhio che, di certo, non fa stare sereni solo a viverci in mezzo.
I romani sono incazzati, e hanno ragione. Il distacco dalla realtà è forse la patologia più grave che annebbia il cervello della nostra politica. È terrorizzante. La situazione rifiuti – ma non solo – nella Capitale è grave ed imbarazzante. Ed invece di attuare urgentemente un piano straordinario, le forze di “governo” si danno addosso, dimenticando che sono entrambe responsabili, come ricorda anche Silvio Berlusconi: “Sia i Cinque Stelle, che guidano il Comune, competente per la raccolta dei rifiuti, sia il Pd che guida la Regione, competente per le discariche e gli inceneritori, sono responsabili della grave situazione che si è determinata”. Comune e Regione. Regione e Comune. Il solito trend, Pd e 5Stelle. Oggettivamente, oltre all’inciviltà di alcuni, chi dovrebbe essere interessato a tutto questo?; ma come effettivamente fa intuire la logica – Roma non è stata costruita in un giorno; figuriamoci se è stata trasformata in un cassonetto nel giro di una notte -, e i fatti passati – come quando l’ex sindaco Ignazio Marino arrivò ad ammettere già nel 2015: “Roma è sporca”; ammissione che in realtà arrivò dopo il l’ennesimo Sos lanciato dai Municipi sommersi dai cumuli di rifiuti – invece di fare il teatrino bel bello, non si potrebbe fare qualcosina di più di uno spot elettorale, triste come la festa dell’Unità al tempo del PD? “I problemi dei rifiuti a Roma arrivano da lontano: la città ha avviato le procedure per la raccolta differenziata con diversi anni di ritardo rispetto ad altre città italiane ed europee, mentre i centri per gestire i rifiuti indifferenziati – molto più complicati da gestire di quelli che arrivano dalla raccolta differenziata – sono stati storicamente controllati da Manlio Cerroni, un potente imprenditore da anni al centro di accuse e indagini per la gestione giudicata controversa dei suoi impianti. A questi problemi si aggiunge il fatto che AMA, l’azienda che si occupa dei rifiuti in città, ha avuto diversi guai finanziari e qualche anno fa ha rischiato il fallimento”, come riporta ilpost.it.

Presa Diposizione. Qui non si tratta di eterei cavilli burocratici, indifferenti alle masse, ma del cuore ferito di una città. Di buste nere che puzzano. Di topi ovunque. Il richiamo all’etica della responsabilità superiore della politica è necessario. Gestire una città non è certamente come gestire un’associazione culturale di Vigevano. Figuriamoci la Capitale.
Mafia Capitale, indagati, rifiuti, traffico, inquinamento, poco lavoro.
Roma non si governa con semplicità, come una qualsiasi altra città. Roma vive di un’anima propria. Il suo genius loci è un coatto. Ma a questo punto non sarebbe meglio, come su un computer, tornare all’ultimo punto di ripristino utile? All’usato garantito? Scegli uno: ritorno dei Tribuni, due di elezione popolare, l’altro di nomina statale. Tre in totale; ritorno del Papa Re; proclamazione di un Capitano del popolo. Estrarre Roma dalla giurisdizione regolare, e tornare a comporre un sistema per metà eletto dallo Stato, per metà dai cittadini. È chiaro, scherzo. Si tratta di una Provocazione Delirante

Orfini e i suoi scopano. Mi sono anche eccitato, per un po’, vista la cosa di certo non consueta. Poi ho capito che si trattava solo di una bella finzione che poteva sembrare vera, ad occhi poco attenti, poco smaliziati. Insomma di pornografia politica.

Suvvia, abbiamo scherzato un po’ con le parole, abbiamo giocato con le immagini. Ma solo con le immagini e le parole…

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