Bangkok è un curry piccante
“Bangkok è la mia città ormai, mi ha adottato e portato al successo. E poi è davvero una delle capitali food più interessanti d’Asia, tutta da scoprire, il cibo di strada è conosciutissimo ma anche i ristoranti di alta cucina vanno provati”. Sono a Bangkok da una manciata di ore e già non resisto al profumo del curry. In questo caso indiano. E che ci faccio nella patria della cucina Thai in un ristorante indiano?
Il motivo è semplice. C’è voluto un indiano per far riaccendere i riflettori su Bangkok come grande capitale del food in Asia. Gaggan Anand, 37 anni, viso largo e risata contagiosa, con il suo ristorante Gaggan, in una bella casa coloniale dietro Phloen Chit Road, si è aggiudicato a febbraio scorso per la seconda volta il titolo di Asia’s 50 Best Restaurant con la sua proposta di cucina molecolare indiana, che lui definisce Indian Progressive. Non che mancassero i grandi chef di cucina Thai a Bangkok, ma è stato lui, dal 2010 nella Città degli Angeli, dalla sua amata Calcutta, a smuovere la scena locale della haute cuisine , iniziando, insieme ad altri importanti nomi, una vera new wave. Per loro sono volata in Thailandia.
A cena da Gaggan
Forse perchè sposato con una thailandese, (ha una bimba di pochi mesi), o perchè ha un maitre thai dai modi affettati in sala, ma da Gaggan, nonostante i piatti indiani, ti senti autenticamente a Bangkok. Il piatto che non dovete perdervi è naturalmente il curry e poi il coloratissimo rangoli: una unica costoletta d’agnello speziata, cotta al tandoori e incorniciata da un ricamo di crema di patate dolci e barbabietole che rimanda all’arte decorativa indiana. Quando ho cenato da lui, mi ha portato a visitare il cantiere del nuovo laboratorio, proprio accanto al ristorante, che nel frattempo ha aperto e dove fa ricerca con la sua brigata di 25 ragazzi da ogni parte del mondo (anche l’Italia). Bangkok come la Catalogna di Ferran Adrià, laboratorio di alta cucina sperimentale asiatica.
La presenza di Gaggan in questa parte di Bangkok sta cambiando la sua identità: da area business a zona cool dove vanno dopo il lavoro i giovani professionisti. L’ho capito osservando i ragazzi thai che animano la lobby dell’albergo Indigo Bangkok-Wireless Road tra le fermate dello Sky Train di Phloen Cit e Chit Lom: smart hotel di design in un bel grattacielo di 26 piani e 192 stanze, con bar e piscina rooftop. Mio rifugio di lavoro per qualche giorno.
Tra giardini tropicali e shophouse
Ma il profumo del curry, stavolta Thai, mi ha guidato altrove. Per esempio nel bel giardino tropicale del ristorante Issaya Siamese Club, firmato dall’Iron chef thailandese Ian Kittichai. Piatti coloratissimi tra classiche preparazioni e innovative presentazioni. Poi sono andata a trovare la giovane promessa: il talentuoso 28enne Thitid ‘Ton‘ Tassanakajohn (chiamatelo Ton) che nel suo Le Du ripensa la cucina locale a cominciare dal gusto piccante perché: “Chi l’ha detto che i sapori non possano essere esaltati in altro modo?” mi dice mentre assaggio i suoi delicati ma saporiti gamberi di fiume, serviti in una ciotola con gamberetti secchi, tofu, salsa di tamarindo ed erba cipollina. Chissà. Anche se per me Bangkok ha il profumo di un buon curry piccante. Quello “verde” e gustoso della coppia d’oro della ristorazione in città: Bo Songvisava e Dylan Jones del Bo.lan su Sukhumvit 26, lei Thai e lui australiano, innamoratisi ai fornelli del nahm di David Thompson, decano dell’alta cucina thai. Il locale è nato come progetto di food sostenibile e a km zero. Sullo stesso principio è anche il recente secondo ristorante, il bistrot Err, proprio dietro il tempio di Wat Po, il mio preferito a Bangkok. Il profumo del curry non smette di guidarmi. Mi ritrovo così a cucinare nel piccolo Cooking Studio Bangkok Bold, in una vecchia shophouse del centro, dietro al tempio della Montagna d’Oro. Ad accogliermi intorno a un bel tavolo di legno, chef Ann Kanarak e la esperta gastronoma Ning Najpinij che qui tengono i corsi e organizzano pranzi e cene. Mentre spadello uno speziato curry mi raccontano delle tradizioni culinarie del paese, dei semplici piatti vegetariani serviti nei templi e delle ricette perdute che loro stanno raccogliendo. Ora mangiamo ma prima mi invitano a tornare e scoprire con loro anche l’Isan, il Nordest del paese… Sono tentata! Mi sa che torno presto in Thailandia!
Alessandra Gesuelli @alegesuelli