San Siro, ovvero: “Il Meazza”

Di Stefano Passaquindici e Chiara Valcepina

 

 

 

 

 

Vengono da tutto il mondo per vederlo ed è “semplicemente” uno stadio dove si gioca a calcio… Già, uno stadio, sembra poco ma non lo è. Ci sembra più normale andare a visitare qualcosa di antico; per esempio un anfiteatro, come quello di Taormina, o come il Teatro Romano che pochi conoscono, che sorge proprio a Milano, sito nei sotterranei del palazzo della Borsa (in Piazza Affari) e della Camera di Commercio (in Via Meravigli) e, su prenotazione, è visitabile. Ce ne occuperemo. Eppure il fascino di uno stadio come quello di Milano rasenta la leggenda. Non è leggenda, invece, che molti giocatori importanti di calcio abbiano dichiarato che salendo la scaletta che portava dagli spogliatoi al campo di gioco, abbiano sentito le gambe tremare.

 

Uno stadio che i milanesi più anziani fanno fatica a chiamare col suo nome, “Giuseppe Meazza”, grande Campione dell’Inter e della Nazionale Italiana di Calcio, che per qualche anno (1940-1942) vestì anche la casacca rossonera del Milan. Per molti rimane ancora e semplicemente: lo Stadio di San Siro. Ed è così anche per i turisti che arrivano dall’estero e nel loro tour di Milano inseriscono questa visita.

 

San Siro. Calcio, ma arena che ha anche ascoltato la musica raggae di Bob Marley (nel 1980) e quella dei più conosciuti artisti italiani e non: Bruce Springsteen, Claudio Baglioni, Vasco Rossi, Ligabue, Laura Pausini e molti altri. Fu proprio la Pausini (insieme a Fiorella Mannoia) a organizzare (il 21 giugno 2009) un super concerto, “Amiche per l’Abruzzo”, coinvolgendo molte loro colleghe cantanti, per fornire un aiuto concreto ai terremotati. Senza San Siro e con uno stadio di concezione moderna (dove si mangia al ristorante e si fa la spesa) certi concerti ce li saremmo solo sognati.

 

E che dire del ricordo delle riunioni dei giovani cresimandi con il Cardinale Arcivescovo Carlo Maria Martini o di quando venne in visita il Santo Padre Benedetto XVI. Che dire della canzone di Roberto Vecchioni “Luci a San Siro”, scritta dopo una celebre vittoria dell’Inter di Angiolino Moratti ed Helenio Herrera contro il Liverpool, in Coppa dei Campioni.

 

Prima delle chiusure sanitarie del 2020 lo stadio di San Siro e il suo museo erano tra i siti più visitati di Milano. Sicuramente non tra i primi dieci posti ma subito dopo (la posizione dipende anche dalla fonte), ma, attenzione, dopo il decimo posto perché in competizione con opere e monumenti ineguagliabili nel mondo, come il Castello Sforzesco, il Duomo, il Teatro alla Scala, o il Cenacolo Vinciano di Santa Maria delle Grazie.

 

E a proposito di Leonardo da Vinci, l’impianto di rampe di San Siro, che salgono al Secondo Anello (ex “Popolari”), arrivando quasi dal lato opposto per addolcire la salita, è proprio uno studio del genio dell’inventore.

 

Le torri esterne, il terzo anello e la copertura, sono opera del 1990, quando in Italia si giocarono i Mondiali di Calcio.

L’impianto originale, che disponeva solo di quattro tribune ai quattro lati, fu inaugurato il 19 settembre 1926. Ne fu promotore l’anno precedente l’allora Presidente del Milan: Piero Pirelli.

È soprannominato: “La Scala del Calcio”.

È il più capiente d’Italia.

Nel 2009 il The Times lo qualificò come il secondo stadio più bello del mondo. Scrissero:

«La prima volta che vedi lo stadio Giuseppe Meazza (…) è impossibile non avere un sussulto. Quando è illuminato, sembra un’astronave atterrata nella periferia milanese.»

 

Il 21 agosto San Siro rivedrà i giocatori sul campo in occasione della prima partita del Campionato 2021/2022: Inter-Genoa.

 

San Siro si raggiunge con la Linea Lilla della metropolitana, con l’autobus 49 (capolinea in Piazzale Lotto, oppure, in direzione opposta da Piazza Tirana, dove si trova anche la stazione ferroviaria di: Milano San Cristoforo).

Tradizionalmente allo stadio di San Siro si arrivava con il tram, oggi Linea 16.

 

https://www.sansirostadium.com/

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