Quarto Oggiaro: La Resurrezione

Di Stefano Passaquindici e Chiara Valcepina

 

 

Come si chiamava quel giovane sacerdote? Ricordiamo che era nel bel mezzo di una discussione dei suoi giovani e se la cavò così: “L’unica cosa certa è la Salvezza e a noi non resta che celebrarla…”

Solo che uno dei ragazzi chiese: “Ma la Salvezza è la Resurrezione?” e lì, di nuovo, i giovani si misero a discutere.

Triste destino, a volte, quello dei sacerdoti, ma d’altronde anche Gesù dovette riprendere qualche volta i suoi Dodici e anche dopo la Resurrezione, lo sappiamo, ancora i suoi seguaci si misero a discutere se fosse giusto portare il messaggio di Cristo soltanto al proprio Popolo o anche ai Pagani e al resto del mondo. Sappiamo come andò a finire.

 

Se dalla stazione di Piazzale Luigi Cadorna prendiamo il treno per Saronno (che parte alla mezz’ora e allo scoccar dell’ora precisa), con il normale biglietto ATM, possiamo scendere a Quarto Oggiaro. Il treno si può prendere anche sei minuti dopo alla stazione di Domodossola Fiera. Giunti a Quarto si percorre, poi, Via Amoretti sino a che, alla nostra destra, si apre la vista della Parrocchia della Resurrezione.

In alternativa l’autobus 40 che parte da Bonola (con fermata in via Amoretti).

 

Il nome corretto è: Chiesa Parrocchiale della Resurrezione di Nostro Signore Gesù. Un edificio moderno (1963), nulla a che vedere con le antiche Pieve di certe zone minori ecclesiastiche o con le chiese storiche di Milano.

 

L’architetto è Benvenuto Villa e lo stile quello di Neues Bauen. La struttura esterna rappresenta l’Arca di Noé e fu considerata così bella (seppur molto particolare) che si decise di spostare la costruzione di un palazzo che, altrimenti, ne avrebbe nascosta la vista dalla Via Fratelli Antona Traversi (dove oggi si svolge settimanalmente il mercato comunale, il giovedì). Il palazzo le venne costruito affianco.

 

Dentro lo spettacolo (e di vero spettacolo si tratta) lo offrono le variopinte vetrate, poste ad arte per colorare (in certe ore del giorno) la parete bianca dietro all’altare. In verità la parete, oggi, è un pochino ingrigita e qualcuno, di buon cuore, potrebbe incaricarsi di finanziarne il restauro. Il problema del costo è la sicurezza durante i lavori, trattandosi di una parete molto alta.

 

Le panche si dispongono a semicerchio attorno all’altare e anche questo risulta ampio grazie alla forma semicircolare.

 

Il Cristo in legno alle spalle della mensa è privo della Croce, pur trovandosi nella posizione di crocifissione. È il simbolo della Resurrezione.

 

Le attività principali della parrocchia (entrambe di buon livello) sono il Teatro e il calcio.

 

Una precisazione, siamo sì a Quarto Oggiaro, ma in verità, questa parte del quartiere (la chiesa sorge all’inizio di Via Longarone), si chiama: Vialba. Sempre nella parte di Vialba, più verso il centro, in Via Aldini, c’è la chiesa dei Santi Nazario e Celso (1622 – Seconda consacrazione nel: 1900), due martiri cristiani morti a Milano nel 304 e venerati sia dalla Chiesa cattolica, sia dalla Chiesa ortodossa. Appena entrati, sulla destra, le spoglie di un altro martire cristiano, provenienti dalle catacombe romane: Clemente.

INFORMAZIONI:

http://www.resurrezione.net/

https://www.facebook.com/Parrocchia-della-Resurrezione-Milano-Vialba-697419290432323/

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_della_Resurrezione_di_Nostro_Signore_Ges%C3%B9_Cristo_(Milano)

https://www.facebook.com/ituttiesauriti/