In Val Senales l’inverno lungo fa vivere il silenzio tanto in pista a tremila metri quanto in valle, nei paesi dei monaci certosini

Articolo di Matilde Depoli

 

La Val Senales, la prima conca che si slaccia a nord est dalla bassa Val Venosta, scatena il fascino totemico dei primordi. Avvertire il corpo cambiare per adattarsi silenziosamente all’impero del ghiaccio è la vertigine quasi mistica dell’alta montagna, che acuisce l’istinto e connette i sensi umani ai mondi animale e naturale.

Si scivola sulle bianche strade millenarie del ghiacciaio Hochjochferner in compagnia delle aquile, delle rocce brune in contrasto con la neve perenne, dell’aria sottile che svanisce in fretta nelle narici.

Questo è il luogo che seppellì Ötzi per 5.300 anni e che accoglie il monito dello scioglimento dei ghiacci e dell’astratta enormità del cambiamento climatico: l’opera Our Glacial Perspectives dell’artista ambasciatore ONU per la sostenibilità Olafur Eliasson. La grande sfera astronomica in vetro e acciaio si raggiunge dalla cresta del ghiacciaio attraversando nove portali che contano le ere glaciali.

 

Il comprensorio dello ski resort Alpin Arena Senales

Da Maso Corto si ascende con rispetto al cospetto del Ghiacciaio del Giogo Alto, il re del comprensorio sciistico Alpin Arena Senales, 11 impianti, 42 km di piste tra i 2.000 e i 3.200 metri per sci alpino, sci di fondo e slittino di diversa conformazione che soddisfano tutti gli amanti della montagna, dagli atleti alle famiglie.

L’orizzonte dalla piattaforma Iceman Ötzi Peak 3.251 m sarebbe familiare anche all’uomo di Similaun: un quadro di nuvole che accarezzano 126 vette sopra i tremila metri e dune di neve lucente di tre nazioni, Italia, Austria e Svizzera. Il sole, lassù, è vicinissimo.

L’inverno lungo in alta quota assicura una neve ottimale da settembre a maggio su tutte le candide vie dello ski resort, lontano dalla folla e a pochi metri dagli impianti di risalita.

Una di esse è l’impegnativa via della Transumanza, imboccata due volte all’anno dalle greggi di quasi quattromila pecore dirette verso i pascoli estivi di Vent, in Austria. Il loro spostamento secolare è patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO e a settembre è possibile osservare lo spettacolo del rientro dei pastori in Italia da una posizione speciale sul passo Giogo Basso e Giogo Alto.

Si prende confidenza con lo sport sulle piste Glocken, Finail e Gletschersee che lambisce i laghetti glaciali, si assaporano il vento, il sole e la maestosa ampiezza della conca del ghiacciaio nelle uniformi piste rosse e blu Grawand e nelle due rosse Hintereis, che conducono al rifugio Bella Vista, si sfidano i cambi di pendenza e le curve movimentate sul versante di Lazaun, si sfreccia come i campioni lungo i 200 m di dislivello a 60% di pendenza dell’adrenalinica nera Leo Gurschler. La pista dei contrabbandieri Schmugglerabfahrt segna la discesa a valle da gustare metro per metro negli 8 km di borotalco con muri di media pendenza alternati a passaggi di estrema bellezza fino a Maso Corto.

 

Il sogno di Leo Gurschler si realizza nell’Alpin Arena Senales

Da lì, nel 1975 partì per Cima Grawand la prima corsa della funivia più alta dell’Alto Adige e dello sviluppo turistico del territorio, grazie al sogno testardo di Leo Gurschler. Contadino ventenne, per rendere il ghiacciaio sciabile tutto l’anno si arrampicò nelle crepe delle sue montagne, in quelle dei cuori dei valligiani e in quelle della burocrazia istituzionale. Mise in palio la sua stessa vita e in parte fallì, soverchiato dai debiti e dagli oneri finanziari, abbandonato dai sostenitori.

Questa vitale eredità venne adottata negli anni Novanta da un gruppo di amici, imprenditori senalesi che si unirono per risollevare le sorti del progetto e creare un sistema di servizi attrattivo. Tra loro, Paul Grüner acquistò e restaurò dei rifugi d’epoca nel comprensorio, spinto dall’amore per il suo territorio, per la sostenibilità lavorativa degli abitanti e per i valori montanari che traduce nella sincera ospitalità tirolese moderna.

Il suo Rifugio Bella Vista offre tutto ciò di cui si ha bisogno per stare a tremila metri sul livello della vita di città: tetto e acqua calda, un letto pulito, un piatto di zuppa o canederli in brodo, vino che sgorga da un sapere antico come il popolo dei Reti, un sorriso accogliente e delle storie da condividere nella Stube o nel salotto vista mare di montagne della dépendance.

Il pensiero di Grüner è cristallino come l’aria innevata che lo ispira da tutta la vita: “Bisogna essere consapevoli della forza della semplicità, che è la chiave dell’unione tra gli esseri umani in montagna”. Il grande totem a protezione della baita lo traduce, così come il menù basato sulla regionalità dei prodotti locali – “una cucina di montagna preparata con il cuore” – e l’arredo artigianale. Posate d’argento, tappezzerie in loden, mobilio di legno dipinto a mano, tessuti a quadretti bianchi e rossi di manifattura austriaca raffinano il tratto alpino della struttura. Le nuove suite con terrazzo e bagno privato riservano una vista a 180° sulle cime e la neve ai piedi del letto.

 

I paesi della Val Senales tra masi e villaggi monastici

In discesa verso il fondovalle, la strada flessuosa della Val Senales si snoda per 1.400 metri di dislivello, costeggia il Rio omonimo tra ripidi versanti boschivi e consente molte soste culturali e gastronomiche tra Monte di S. Caterina, Certosa, il lago di Vernago e Madonna di Senales.

I masi sono le storiche espressioni abitative agricole e pastorali delle Alpi orientali e questa terra ne conserva di antichi in pietra e legno. La rustica facciata del maso Kurzhof impila 600 anni di storia nei suoi strati decorativi, a nord della cappella di Maso Corto sullo spiazzo erboso centrale del villaggio. Tuttora in uso per i lavori tradizionali, alcuni sono votati ai piaceri della tavola, altri riconvertiti in alloggi turistici o fattorie didattiche.

L’allevamento degli ovini rappresenta ancora una fonte di reddito per i senalesi, sia per la lavorazione della lana che per i prodotti gastronomici: l’agnello senalese – presidio slow food – è un must del menù “a km 30” dell’Hotel Adler Nest della famiglia Gamper. Nella Stube Gourmet Serafina, chef Daniel Reiner prende molto sul serio l’etichetta “regionale” e impiatta su pietre levigate del Rio Senales da sette a nove portate di prelibatezze realizzate con ingredienti che crescono in un raggio massimo di 30 km, come il manzo grigio autoctono, la pecora in tutte le salse ed erbe alpine, formaggi e burro di malga, speck di agnello del maso di proprietà.

 

Certosa, il borgo del Silentium

Risale a 700 anni fa l’impianto del maso Oberniederhof a Madonna di Senales, proprietà del Conte Enrico di Boemia che nel 1326 venne donato in dote ai monaci della futura Certosa, insieme ad altri nove masi e all’appezzamento di terreno ancora vergine a Monte degli Angeli.

In cambio della remissione di qualche peccato, dodici certosini posarono le prime pietre dell’Abbazia che per cinquecento anni li isolò nel più rigoroso silenzio.

Attraversando il borgo di Certosa, l’architettura del monastero affiora dall’intreccio indissolubile con l’impianto urbanistico post 1782, quando l’Imperatore Giuseppe II ordinò la chiusura dell’abbazia. Col tempo, le celle, la dimora del priore, il refettorio e la chiesa abbaziale si trasformarono in abitazioni, taverna e nuova chiesa per la piccola comunità: sorse una nuova Certosa.

Il silenzio assoluto, amplificato dalle nevicate e narrato dal percorso interattivo “Silentium” tra le mura del paese, è lo stesso dei monaci e vibra con suggestiva energia in tutta la Val Senales.

 

Il lago di Vernago è il panorama dell’Hotel Edelweiss

Indirizzo per un soggiorno semplice e ristoratore, l’Hotel Edelweiss è un villaggio alpino altoatesino in miniatura. Affacciato sul lago di Vernago, circondato dai boschi, presenta nella villa centrale la hall con bar e camino con travi a vista, le camere aperte sul lago, il ristorante con Stube e, nei tre chalet di design privati, le suite da 2 a 4 persone.

Dettagli tessili in lana cotta, mobilio intarsiato e dipinto a mano, pavimenti nei legni classici locali e l’inconfondibile aroma del legno di cirmolo avvolgono la struttura e accolgono gli ospiti nella tranquillità.

L’area benessere è stata ricavata nella malga del maso: la sauna finlandese, la vasca idromassaggio all’aperto con acqua a 35 gradi e la sala relax sono un teatro panoramico sul lago e su Punta di Lagaun, Giogo Tasca e cima Berglspitze. Cabina a infrarossi, doccia sensoriale e bagno turco completano il quadro del benessere montano, con focus sul rilassamento muscolare, distensione delle articolazioni tramite calore, giovamento balsamico delle vie respiratorie e della pelle.

Cullata dal silenzio, la mente si alleggerisce e lo spirito galleggia sulle mutevoli forme dell’acqua in Val Senales.

Per info:

www.valsenales.com

chalets-edelweiss.it

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