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Potevamo cominciare questo post chiedendoci, come altri colleghi hanno fatto, che ne fosse stato del ricorso alla Corte Costituzionale dell’ex presidente del Consiglio Mario Monti contro la legge della Provincia Autonoma di Bolzano che nel 2012 intendeva cancellare ex abrupto 135 siti italiani, cioè luoghi denominati nella nostra lingua per far spazio al tedesco.

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Oppure potevamo iniziare interrogandoci se, in qualche misura, le autorità competenti (la Corte dei Conti, una qualunque Procura della Repubblica, il Parlamento, il governo) avessero voluto intervenire sui vitalizi concessi ai consiglieri di Trento e di Bolzano. Non poco scandalo un paio di mesi fa aveva suscitato la ricchissima buonuscita di Frau Eva Klotz (ritratta a fianco nel tipico costume tradizionale indossato dalle donne del luogo), leader della Süd-Tiroler Freiheit nonché figlia di un noto politico locale con l’hobby di far saltare i tralicci dell’alta tensione come si usava in Alto Adige qualche decennio fa prima che i governi democristiani inondassero Bolzano e provincia di soldi pubblici «tranquillizzando» i più facinorosi. Ebbene Klotz ha ottenuto in un’unica soluzione 946.175 euro per la sua attività di consigliere provinciale e regionale del Trentino Alto Adige, terminata dopo 40 anni nello scorso novembre. Sono accantonamenti degli stipendi, per altro già ridotti dopo che la magistratura trentina s’era interessata della faccenda qualche anno fa. Ma i superbonus, che si possono incassare anche sotto forma di vitalizio, restano. Certo, fa un po’ rabbia che siano elargiti anche a una politica il cui movimento asserisce che l’Alto Adige (o Sud Tirolo come lo chiamano i separatisti) non è Italia, che Mattarella non è il suo presidente e altre varie amenità tra cui la richiesta di non indicare come italiani gli atleti altoatesini che spesso primeggiano negli sport invernali. Interpellata pubblicamente, la signora Klotz ci ha pure preso in giro: «Restituirò il vitalizio quando la mia terra sarà libera».

svpVi chiederete perché, di fronte a questi casi eclatanti, non vi sia stato un sussulto di orgoglio nazionale (quello che in Francia consente di limitare le pretese di baschi e catalani in nome dell’unità del Paese). La risposta è molto semplice.  Se la Süd-Tiroler Freiheit di Klotz è un movimento separatista poco incisivo, a Bolzano e dintorni decide tutto la Süd-Tiroler Volkspartei (Svp), il partitone centrista che governa l’Alto Adige italiano, tedesco e ladino. A ogni legislatura la Svp manda una pattuglia di deputati e senatori a Roma, ove si iscrive subito al gruppo Misto (componente minoranze linguistiche) cercando di far passare i provvedimenti che consentano di perpetuare il regime di favore concesso a quelle zone (ad esempio il 90% delle entrate fiscali – a differenza del resto d’Italia – resta lì). Il caso vuole che quei parlamentari siano spesso decisivi per le fragili maggioranze di questo ultimo quinquennio (nel 2013 il Pd ha ottenuto la maggioranza alla Camera in ragione dell’alleanza con Svp) e così, per non urtare la loro suscettibilità e non far cadere i governi, si cerca di chiudere un occhio su tutto ciò che sta a cuore alla casta altoatesina. Dalla toponomastica ai supervitalizi all’Autostrada del Brennero (la A22).

brennerom 2La A22 è una delle 10 concessionarie a maggioranza pubblica: l’83% è in mano agli enti locali di Trentino, Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Una circostanza che non piaceva alla Commissione Ue e che indusse l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti ad accelerare la dismissione delle quote da parte degli enti locali (Comuni, Province, Regioni e Camere di Commercio). La Autobrennero, però, è sempre in utile (76,4 milioni nel 2015) e distribuisce ottimi dividendi ai soci che sono politici e dunque di quei soldi hanno bisogno. Il governo Berlusconi, dopo lo smottamento della sua maggioranza iniziale nel 2010, aveva bisogno dei voti dell’Svp per reggersi e quindi la riforma di Tremonti rimase lettera morta.

Lo stesso ha fatto il governo di Matteo Renzi con il suo ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Lo Sblocca Italia ha infatti concesso ad Autobrennero una proroga trentennale della concessione scaduta nel 2014. Niente privatizzazione, anzi pubblicizzazione in quanto la nuova concessionaria dovrà essere per il 100% in mano agli enti locali. Il canone annuo sarà di 45 milioni per un totale di circa 1,4 miliardi nonostante fosse possibile, secondo alcune stime, ricavare almeno poco più del  triplo mettendo a gara tutti i servizi connessi alla gestione dell’autostrada che unisce Modena al Brennero. A questo si aggiungerà la disponibilità di 500 milioni di fondi per il tunnel ferroviario del Brennero. Ma il Trentino e l’Alto Adige hanno la maggioranza assoluta della società e, legittimamente, Renzi e Delrio non hanno voluto indispettirli considerato che sono alle viste le elezioni amministrative e, soprattutto, il referendum costituzionale.

 

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Renzi, scegliendo questa opzione, si è fatto un triplo favore. Come detto, ha aiutato i suoi alleati altoatesini a mantenere la presa su un asset molto importante per la regione. In secondo luogo, saranno liquidati con 150 milioni pubblici gli azionisti privati di Autobrennero (Serenissima Sgr e banche). In ultima istanza, ha dato una mano al suo Pd consentendogli di conservare uno sbocco «lavorativo» sotto forma di poltrone nei cda per i suoi dirigenti. Tra Autobrennero e le sue controllate (vedi a fianco) i posti non sono pochi. Come amministratore delegato di A22, che a breve rinnoverà gli organi (salvo proroghe causa creazione della nuova società), resterà Walter Pardatscher (140mila euro il compenso nel 2014), dirigente della Svp. Tramontato l’astro del leader trentino Lorenzo Dellai, il Pd renziano ha provato a rivendicare la presidenza (100mila euro il compenso, l’uscente Paolo Duiella è anche numero uno della controllata Interbrennero che vale altri 40mila euro di emolumento) nominando l’ex parlamentare Luigi Olivieri, ma sembrererebbe in vantaggio il Patt, gli autonomisti del Trentino, che hanno indicato come imprescindibile l’insediamento dell’avvocato Andrea Girardi. Intanto le province di Modena e Reggio Emilia hanno designato in consiglio di amministrazione Giulio Santagata, prodiano di ferro ed ex ministro dell’Attuazione del Programma dell’ultimo governo del Professore. Alla presidenza delle controllate Campogalliano-Sassuolo e Autostrada Cispadana (due opere da realizzare di cui Autobrennero ha il 51% in società con alcuni costruttori come Pizzarotti e le cooperative Coopsette e Cmc) siedono due ex presdenti piddini della Provincia di Modena, rispettivamente Emilio Sabattini e Graziano Pattuzzi. Insomma, una casta aiuta l’altra e tutt’e due vivono felici e contente.

Fanti-classe-1888

Non potevamo non concludere con una foto dei ragazzi che hanno combattuto nel ’15-’18 per il nostro Paese. Questa storia che vi abbiamo raccontato offende la loro memoria e il loro sacrificio per la Patria.

Wall & Street

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