Milano batte Roma. Nel capoluogo lombardo si legge di più che nella Città Eterna. L’ultima rivelazione demoscopica dell’Aie (associazione italiana editori) mostra una netta superiorità dei milanesi in quello che potremmo definire un “vizio” nobile o virtuosa abitudine. Milano è da sempre la città dell’editoria. La capitale dei libri e dei giornali. In questi giorni, poi, con Bookcity sta dimostrando una vitalità sorprendente, anche per chi  considera l’inclinazione meneghina per i libri niente più che un fatto assodato.  I dati dell’Aie parlano chiaro: il 53% della popolazione milanese legge almeno un libro l’anno. Mentre i romani che arrivano alla fine di un volume entro 365 giorni sono soltanto il 49 per cento della popolazione cittadina.

Se i milanesi sorridono, in generale gli editori non fanno salti di gioia. E’ pur vero – leggendo questi dati – che gli italiani leggono poco.  Oltretutto, come ricorda il presidente dell’Aie Marco Polillo la crisi economica sta tagliando le gambe alle piccole e medie imprese del settore.  Mentre le case editrici lombarde erano 515 nel 2007, nel 2012 erano scese a 421. E nel Lazio si registra lo stesso andamento negativo: da 436 sono scese in cinque anni a 354.

L’iniziativa denominata Bookcity (130mila visitatori) sta comunque dimostrando che c’è molto interesse da parte del pubblico nei confronti del fenomeno librario.  Dopo sarà Roma ad attirare i riflettori. Dal 5 all’8 dicembre, infatti, ospiterà al  Palazzo dei Congressi la feria della piccola e media editoria.

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