Quei no che aiutano (lo scrittore) a crescere

Rileggendo Il pendolo di Foucault di Umberto Eco (Bompiani) ho trovato una delle più efficaci descrizioni della vanity press. La prima volta che lessi il romanzo ero un laureando. Da allora non solo è passato molto tempo ma ho anche accumulato molte esperienze professionali (anche in case editrici, oltre che in riviste e giornali). Allora forse, quando lo lessi per la prima volta, le descrizioni della Garamond e della Manuzio (le due case editrici che solleticano la vanità di improbabili autori di provincia), certi dettagli, certe spiegazioni, certi affreschi e descrizioni non mi aevano colpito più di tanto perché – […]

  

Schnitzler “tradito” per troppa fretta

Cosa ci spinge a prendere in mano un libro? O meglio un classico della letteratura? In età giovanile spesso è una sorta di “dovere” interiore a spingerci. Il bisogno, quasi, di colmare vuoti e di mettersi ai ripari dalle continue allusioni che gli adulti fanno a proposito di quei testi. In ogni altra età della vita è la curiosità. E questa a sua volta è generata da tanti accadimenti. Non ultimo la citazione che di quella opera viene fatta da una auctoritas. Con il cui termine in realtà oggi si intendono purtroppo soltanto gli influencer. C’è stato un tempo, però, […]

  

Pereira, un eroe giovanissimo

Da qualche parte in questi giorni ho sentito citare Antonio Tabucchi. Anzi, per la verità, era un articolo (chissà su quale giornale o rivista) in un cui l’autore citava Pereira, il giornalista timido e pavido protagonista dell’omonimo romanzo che ha fatto conoscere e apprezzare anche dal grande pubblico nel 1994, dopo la vittoria del Premio Viareggio e del Premio Campiello, il suo autore. Nell’articolo – che colpevolmente ho letto troppo distrattamente – si diceva che sono tempi, i nostri, in cui è utile ricordare la figura di Pereira e il suo alto insegnamento morale.  La frase “sono tempi, i nostri […]

  

Le tre sedie di Thoreau

Tra le cose che più hanno colpito la mia immaginazione, durante il primo lockdown, c’è senz’altro l’immagine di una Natura che rinasce e si riprende i suoi spazi. Esemplari a questo proposito le immagini dei canali veneziani tornati limpidi, cristallini e popolati di pesci. Sicuramente la convivenza tra uomo e Natura è divenuta nel corso degli ultimi secoli sempre più complicata. Fino al punto di rendere necessaria l’elaborazione di una teoria chiamata dello “sviluppo sostenibile”. Dobbiamo sì crescere, recita in buona sostanza questa teoria, ma con moderazione, cercando di valutare l’impatto ambientale di tutte le nostre azioni. D’altronde a ogni […]

  

Malraux? Un efficace integratore multivitaminico

Chiudendo l’ultima pagina di La condizione umana di André Malraux mi torna alla mente una di quelle pubblicità di quegli integratori alimentari “multivitaminici” basata sul principio (tipicamente commerciale) del “prendi cento e paghi uno” per la compresenza in una piccola pastiglia di tanti elementi dal sicuro effetto benefico. Ecco: il libro del grande autore francese osserva lo stesso principio. Paghi uno e prendi almeno tre, se non quattro, capolavori. Quindi un libro utile (è il mio pallino, i lettori se ne saranno accorti) da mettere nelle mani di un ragazzo di oggi.  Intanto è utile per entrare in uno dei […]

  

Modesta proposta contro il dominio di youtuber e influencer

Come si arriva alla scelta? Quale processo c’è dietro la semplice azione di prendere un libro in mano, aprirlo e leggerlo? Cosa ci fa incuriosire di un titolo, di un autore? Sono interrogativi che accompagnano gli studiosi e gli esperti di editoria da decenni. E in maniera organizzata almeno dai tempi della nascita dello strutturalismo. Quanto Gérard Genette con il suo Soglie (Einaudi, 1989, con la traduzione di Camilla Cederna) fece entrare il “paratesto” (tutto ciò che c’è intorno al testo) nel messaggio dell’autore (e dell’editore) per il potenziale lettore. Oggi più che mai, però, gli interrogativi che si possono […]

  

Così Pasolini ha “sconfitto” Dickens

Devo fare ammenda. Pubblicamente. Devo fare ammenda della superbia delle mie convinzioni. E devo fare ammenda per la mia debole memoria. Questo post è un atto riparatorio nei confronti di uno dei più celebri romanzi di Pier Paolo Pasolini: Ragazzi di vita (Garzanti). Devo questa pubblica ammenda a causa di un mio pregiudizio che ha fortemente compromesso la crescita culturale di mio figlio (liceale). La lettura di questo testo di Pasolini, pubblicato nel 1955 e da allora mai uscito dalle librerie (e già questa è una medaglia ), è diventato un compito a casa per la classe di mio figlio […]

  

Con Joyce sulla rive gauche

Nostalgia canaglia. Io la intitolerei così una recensione dedicata al libro Shakespeare and Company scritto da Sylvia Beach a metà degli anni Cinquanta e tornato adesso nelle nostre librerie grazie al prezioso lavoro di Neri Pozza (traduzione di Elena Spagnol Vaccari e introduzione di Livia Manera). Si tratta di un libro di memorie dedicato a un luogo dell’anima. Uno di quei posti dove si è fatta la storia del Novecento. Almeno dal punto di vista letterario. Shakespeare and Company era infatti una libreria. Una libreria originale e famosissima. Almeno nell’ambiente cosmopolita e altamente vivace della Parigi degli anni Venti.  Una […]

  

Così Camus ha isolato e disinnescato il morbo dell’intolleranza

Nella mia letterina a Babbo Natale ho chiesto che a quelli troppo inclini a sorvolare sulle sempre più frequenti manifestazioni di simpatia nei confronti di fenomeni storici come il nazismo venga recapitato un libro di Albert Camus. Un romanzo che non parla di nazismo, però. Un romanzo che non è un romanzo storico. Un romanzo che non è nemmeno ambientato in Europa. Bensì in Algeria. Chi teme si tratti di qualcosa che anche lontanamente parli di immigrazione o di ius soli deve però tranquillizzarsi.  Non si parla di magrebini in quel romanzo. Bensì di pied noir. Ovvero di francesi. Francesi […]

  

Chi ama i cani non legga Kundera

Non ci si bagna mai nello stesso fiume. Stesso discorso per i libri. Ovvero i classici,  i cosiddetti evergreen. Non si legge mai lo stesso libro. Una legge scontata. Siamo noi lettori a essere sempre diversi ed è per questo che il testo che abbiamo davanti ci dirà sempre qualcosa di nuovo.  Mi è capitato l’altro giorno riprendendo in mano L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera. Lo lessi poco più di trent’anni or sono quando fu lanciato in maniera affatto anomala dalla trasmissione Quelli della notte con Renzo Arbore e Nino Frassica. Il giovane Roberto D’Agostino inserì il romanzo, pubblicato soltanto […]

  

Il Blog di Pier Francesco Borgia © 2024
jQuery(document).ready(function(){ Cufon.replace('h2', { fontFamily: 'Knema' }); }); */ ?>