Quanto sono romantici gli autostoppisti di Kerouac

La prima volta che ho letto Sulla strada di Jack Kerouac ero un adolescente sul quale faceva presa il mito della frontiera americana, del viaggio e dei primi hippies. In fondo erano gli anni Settanta e un simile “diario” agli occhi di uno sprovveduto adolescente poteva tranquillamente passare per romanzo di formazione (anche senza un lieto fine e una morale da sfoggiare). Di quella lettura ovviamente non mi è rimasto molto. Oltre alla voce narrante (Sal) e alla figura di Dean Moriarty, ricordo le lunghe strade americane e i passaggi raccattati al volo sul pianale di scassati furgoni, stretti a […]

  

Stavrogin gioca a nascondino tra le torri di Kiefer

Testo e contesto. Di solito, quando si fa l’analisi di un’opera letteraria non si esce mai dal campo magnetico creato da queste due forze. Senza il testo il contesto non si comprende, ma è vero anche il contrario. E molti teorici della letteratura sono inclini a pensare che senza quel contesto difficilmente si potrebbe realizzare quel testo. Questa piccola premessa mi serve per raccontare di un insolito incontro. Avvenuto nel bookshop dell’Hangar Pirelli alla Bicocca (Milano). Come si sa, è un luogo straordinario, non fosse altro per quel site-specific rappresentato dalle torri di Anselm Kiefer. Al termine della visita, come […]

  

Se il maratoneta della domenica legge Musil

Ho appena finito di leggere L’uomo senza qualità nella vecchia edizione Einaudi (con la splendida traduzione di Anita Rho). Era da tanto che mi ripromettevo di colmare questo gap. D’altronde il romanzo di Robert Musil è definito un classico del Novecento, una delle opere più importanti della letteratura mondiale, frutto del lavoro di un’intera vita proprio come lo sono stati l’Ulisse di Joyce e Alla ricerca del tempo perduto di Proust. Mi limito qui a dire che questa lettura è stata un’impresa davvero faticosa. Ben più stancante dell’Ulisse e senz’altro meno seduttiva del romanzo di Proust. Qui manca l’irriverenza e […]

  

In pasticceria con Elias Canetti

Ci sono libri nati per supportare un’idea. Nel nostro caso un’idea decisamente robusta: la lingua come più prezioso strumento per riconoscersi e per raccontare il mondo. Ci sono libri che si distinguono per l’amorevole sapienza con cui l’autore racconta di sé e della nascita della sua vocazione di scrittore. E ci sono infine libri che restituiscono al meglio il sapore di un epoca attraverso le testimonianze piene di nostalgia raccolte nelle sue pagine. Si può scegliere quale tipo di libro si vuole prendere in mano. Nel caso, però, si sia indecisi e, come di fronte a una vetrina piena di […]

  

Bouvard e Pecuchet? Efficienti bodyguard

Su una cosa possiamo star certi: prendete uno scrittore, non uno qualsiasi ma uno di vaglia, uno capace non soltanto di usare al meglio le parole ma anche di scendere in profondità per scandagliare il “nascosto” che c’è dentro di noi e per tirarne fuori i caratteri universali che tutti ci comprendono, prendete questo scrittore – dicevo – e spingetelo dentro un’avventura, una situazione anomala, una condizione fuori dal comune. Questo scrittore sarà sicuramente in grado di scriverne. Non, però, per trarne un vantaggioso instant-book di autofiction. Bensì per capire cosa c’è dietro quel fatto e quanto quel fatto sia […]

  

Gillo Dorfles e il pelo dell’uovo

Sono entrato in quell’età in cui s gode di più nella lettura di libri di memorie che in quella di romanzi. Questi ultimi sono sempre la mia grande passione ma, una volta che nella grande libreria dei classici si è ridotta la quota dei non letti, trovare idee nuove e stimoli forti è sempre più difficile. I libri di memorie offrono, invero, sempre grandi soddisfazioni. Ovviamente devono uscire dalla penna di chi ha “vissuto”. Per attirare l’attenzione devono arrivare da chi si è distinto in qualche campo ed ha attraversato la Storia con passo appassionato e con curiosità per la […]

  

Lo stoicismo di un pensiero senza padroni

L’insegnante ideale, l’ideale maestro, lo tratteggia Julian Barnes nel suo ultimo romanzo Elizabeth Finch (Einaudi, traduzione di Susanna Basso). Non ideale in senso assoluto. Bensì per i nostri tempi incerti, resi ancor più ingarbugliati dal predominio delle fake news, dal potere totalitario dei social, e dalla perfida e sottile prepotenza del politicamente corretto. Barnes ce lo dice con chiarezza: abbiamo tutti bisogno di Elizabeth Finch. La protagonista del romanzo? Non proprio. Semmai l’ossessione mentale dell’autentico protagonista: Neil. Gli amici e i parenti (che comunque gli vogliono bene) lo definiscono “il re dei progetti incompiuti”. Ed è tipico di un’anima in […]

  

“Come se fossi sceso da una montagna immaginando di salire”

Sono ancora qui a parlare di quei meravigliosi collegamenti che si creano nel momento in cui fruiamo l’arte. Nel caso in questione si tratta dell’arte cinematografica. Mi è infatti capitato di ammirare in tv (vedere sarebbe riduttivo) il film Living, uscito nel 2022 e diretto dal regista sudafricano Oliver Hermanus. Scritto da Kazuo Ishiguro (l’autore, per intenderci, del meraviglioso Quel che resta del giorno), il film riprende e attualizza uno dei primi capolavori di Akira Kurosawa. Al netto delle dovute differenze, la pellicola racconta la parabola di un funzionario pubblico che abbandona la sua apatica divisa di burocrate quando scopre di […]

  

Schnitzler “tradito” per troppa fretta

Cosa ci spinge a prendere in mano un libro? O meglio un classico della letteratura? In età giovanile spesso è una sorta di “dovere” interiore a spingerci. Il bisogno, quasi, di colmare vuoti e di mettersi ai ripari dalle continue allusioni che gli adulti fanno a proposito di quei testi. In ogni altra età della vita è la curiosità. E questa a sua volta è generata da tanti accadimenti. Non ultimo la citazione che di quella opera viene fatta da una auctoritas. Con il cui termine in realtà oggi si intendono purtroppo soltanto gli influencer. C’è stato un tempo, però, […]

  

Un campo di segale per Roth e Salinger

Leggere sotto Natale Nemesi di Philip Roth è quasi un atto provocatorio. Ma ovviamente arrivo a questa considerazione soltanto dopo aver chiuso il libro (la mia edizione è quella dei Meridiani a cura di Paolo Simonetti, con la splendida traduzione di Norman Gobetti). Ero convinto di averlo già letto. Ma forse mi sbagliavo. L’idea di un racconto ambientato in una piccola cittadina del New Jersey nella famosa estate del ’44, quando l’epidemia di polio toglieva la guerra dai titoli di apertura dei giornali, non mi era nuova. Magari Roth ci è tornato più volte sopra, vai a sapere? Però eravamo […]

  

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