In fuga dalla retorica sulle montagne del Cadore

I buoni libri sono come le ciliegie: uno tira l’altro. Ed è così che, dopo la lettura di Libera nos a Malo, ho iniziato quella de I piccoli maestri, altra opera di ispirazione autobiografica con la quale Luigi Meneghello ha dato testimonianza della sua militanza nelle milizie partigiane. Anche assaporare la seconda ciliegia ne è valsa la pena. Il racconto parte dall’8 settembre che sorprende il protagonista allievo ufficiale di stanza nel Viterbese. Da lì la risalita verso casa, in Veneto, a piedi o con mezzi di fortuna. Poi la presa di coscienza e l’adesione a una formazione partigiana di […]

  

La “Recherche” vicentina di Meneghello tutta da riscoprire

Penso spesso al biennio 62-63 dell’altro secolo. Sono stati gli ultimi anni di crescita demografica. Gli anni più intensi del boom economico. E in quei due anni sono stati pubblicati libri fondamentali per la nostra storia letteraria. Soprattutto mi impressiona l’idea che nello stesso anno (in questo caso il ’63 siano usciti praticamente in contemporanea capolavori del calibro di La cognizione del dolore, Fratelli d’Italia, Centomila gavette di ghiaccio, Un amore, Lessico familiare e Il compagno don Camillo. Un’annata eccezionale (se si trattasse di vitigni). Al lungo elenco si potrebbero aggiungere uno Sciascia (Il consiglio d’Egitto) e un Calvino (La […]

  

Antonio Delfini, il pioniere dell’autofiction

È confortante, ma allo stesso tempo avvilente, prendere in mano un “classico” del Novecento italiano. È confortante perché – se di classico stiamo parlando – avrà una scrittura che colpisce, una voce ben distinta e soprattutto qualcosa di profondo da dire. Così profondo che la sua “attualità” si rinnovella ad ogni lettura. Leggere un simile classico, però, può anche essere sconfortante perché alla fine della rilettura si è tentati di credere che simili livelli non saranno più raggiunti. Qualcuno può dire che sono un passatista. Può essere. In molti casi quest’accusa sarà senz’altro fondata. Non però quando paragono gli esangui esperimenti […]

  

Prima che tutto accada: la lezione di Carver

Possiamo azzardare un postulato: la letteratura fa della vita una prolissa teoria di trascurabili momenti interrotta improvvisamente da accadimenti e coup de théatre che scartano dal prevedibile. E tutto questo allo scopo di farci mutare punto di vista, oppure semplicemente allo scopo di sorprenderci mostrandoci il fascino racchiuso nello scarto alla regola. Più sanno mostrarci con maestria e vivida immaginazione questi momenti topici, più gli scrittori vengono da noi incensati e lodati. Penso, tra i tanti, soprattutto agli autori che si sono specializzati nei racconti. E tra questi soprattutto alle autrici come Alice Walker, Margaret Atwood o Alice Munro. L’idea […]

  

Gillo Dorfles e il pelo dell’uovo

Sono entrato in quell’età in cui s gode di più nella lettura di libri di memorie che in quella di romanzi. Questi ultimi sono sempre la mia grande passione ma, una volta che nella grande libreria dei classici si è ridotta la quota dei non letti, trovare idee nuove e stimoli forti è sempre più difficile. I libri di memorie offrono, invero, sempre grandi soddisfazioni. Ovviamente devono uscire dalla penna di chi ha “vissuto”. Per attirare l’attenzione devono arrivare da chi si è distinto in qualche campo ed ha attraversato la Storia con passo appassionato e con curiosità per la […]

  

“Ritorno al futuro” tra terrapiattisti e Chatgpt

Un classico è un libro che ha sempre qualcosa da dire. Lo abbiamo ripetuto più e più volte. La grande sfida è immaginare un futuro di classicità ai testi di oggi. Ovvero immaginare quanto sia universale il loro messaggio e quanto profondo il sottotesto, tanto da poter essere “pescato” e “sfruttato” dalle prossime generazioni di lettori. Queste perle rare spiccano in un mondo popolato da tanti testi che sono già invecchiati da un po’. E che a rileggerli al presente fanno vedere chiaramente tutte le proprie rughe e la propria inattualità. Poi ci sono quei testi che invece di invecchiare […]

  

Il piroscafo di Zweig viaggia nel tempo

Non mi rassegnerò mai. La scomparsa di Stefen Zweig (Brasile, 1942) per me resta un mistero davvero insolubile. A differenza del suo collega Walter Benjamin, l’autore di Il mondo di ieri era riuscito a uscire dall’inferno dell’Europa durante la seconda guerra mondiale. Si era appunto lasciato alle spalle non solo il mondo della Vienna felix, ma aveva anche messo un oceano tra i suoi rimpianti e gli orrori del nazismo. La sua figura mi torna in mente ora che ho appena concluso di leggere La novella degli scacchi (nella pregevole traduzione offerta da Enrico Ganni per i tipi di Einaudi). Prima […]

  

Schnitzler “tradito” per troppa fretta

Cosa ci spinge a prendere in mano un libro? O meglio un classico della letteratura? In età giovanile spesso è una sorta di “dovere” interiore a spingerci. Il bisogno, quasi, di colmare vuoti e di mettersi ai ripari dalle continue allusioni che gli adulti fanno a proposito di quei testi. In ogni altra età della vita è la curiosità. E questa a sua volta è generata da tanti accadimenti. Non ultimo la citazione che di quella opera viene fatta da una auctoritas. Con il cui termine in realtà oggi si intendono purtroppo soltanto gli influencer. C’è stato un tempo, però, […]

  

Un campo di segale per Roth e Salinger

Leggere sotto Natale Nemesi di Philip Roth è quasi un atto provocatorio. Ma ovviamente arrivo a questa considerazione soltanto dopo aver chiuso il libro (la mia edizione è quella dei Meridiani a cura di Paolo Simonetti, con la splendida traduzione di Norman Gobetti). Ero convinto di averlo già letto. Ma forse mi sbagliavo. L’idea di un racconto ambientato in una piccola cittadina del New Jersey nella famosa estate del ’44, quando l’epidemia di polio toglieva la guerra dai titoli di apertura dei giornali, non mi era nuova. Magari Roth ci è tornato più volte sopra, vai a sapere? Però eravamo […]

  

Quando i misteri ministeriali erano tutti da ridere

Il lockdown (dovuto alla pandemia), il ricorso massiccio allo smartworking e l’accelerare nel trasferire sul piano telematico il numero maggiore possibile di adempimenti burocratici e amministrativi ha senza dubbio modificato radicalmente i rapporti tra il cittadino e la Pubblica amministrazione. Possedere uno spid (e soprattutto saperlo usare) diventa quasi segno di onnipotenza. E quel piccolo utente/cittadino, che tanto miserrimo e indifeso si sentiva di fronte al gigantesco Moloch della macchina amministrativa, è diventato più grande e più forte. Fino al punto di muoversi sulle sue gambe. Anche lo stile del linguaggio burocratico ha dovuto prendere atto di questa trasformazione antropologica. […]

  

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