Cronaca felice di una infelice catastrofe

Non so se vi capita. A me succede spesso negli ultimi anni. Guardo a quello che succede e vi vedo segni ed epifanie del tramonto di un’epoca. Difficile avere uno sguardo da “storico” quando si è testimoni contemporanei. Accade, però, che il cronista lasci il posto allo “storico” intuendo passaggi epocali. Negli ultimi anni avevo pensato, come un passaggio epocale, al covid. Così come allo scoppio della guerra in Ucraina e alla reintroduzione dei dazi. Leggendo La cripta dei cappuccini di Joseph Roth (nell’edizione Adelphi tradotta da Laura Terreni) mi sono imbattuto in un personaggio – il protagonista –  che […]

  

Virginia Woolf e il ritratto di un anarchico

“Non umiliare. Non c’è giustificazione che tenga contro simile delitto eternamente impunito”. E’ l’undicesimo comandamento. Non lo si ritrova nelle tavole della Legge consegnate a Mosè sul monte Sinai. E non lo si ritrova nel catechismo. Ma gli anarchici illuminati lo insegnavano. Soprattutto ai loro figli. Lo seminavano nei terreni del loro futuro. Come ha fatto Giuseppe Manzini con la figlia Gianna. Scorrendo i motori di ricerca su internet si scopre che questa frase è la citazione più famosa e più ricorrente del celebre Ritratto in piedi, il penultimo titolo della scrittrice toscana (uscito nel 1971) che ora Mondadori ripubblica […]

  

Stavrogin gioca a nascondino tra le torri di Kiefer

Testo e contesto. Di solito, quando si fa l’analisi di un’opera letteraria non si esce mai dal campo magnetico creato da queste due forze. Senza il testo il contesto non si comprende, ma è vero anche il contrario. E molti teorici della letteratura sono inclini a pensare che senza quel contesto difficilmente si potrebbe realizzare quel testo. Questa piccola premessa mi serve per raccontare di un insolito incontro. Avvenuto nel bookshop dell’Hangar Pirelli alla Bicocca (Milano). Come si sa, è un luogo straordinario, non fosse altro per quel site-specific rappresentato dalle torri di Anselm Kiefer. Al termine della visita, come […]

  

Se il maratoneta della domenica legge Musil

Ho appena finito di leggere L’uomo senza qualità nella vecchia edizione Einaudi (con la splendida traduzione di Anita Rho). Era da tanto che mi ripromettevo di colmare questo gap. D’altronde il romanzo di Robert Musil è definito un classico del Novecento, una delle opere più importanti della letteratura mondiale, frutto del lavoro di un’intera vita proprio come lo sono stati l’Ulisse di Joyce e Alla ricerca del tempo perduto di Proust. Mi limito qui a dire che questa lettura è stata un’impresa davvero faticosa. Ben più stancante dell’Ulisse e senz’altro meno seduttiva del romanzo di Proust. Qui manca l’irriverenza e […]

  

Dickens e un baule pieno di meraviglie

Lo sai. Ne sei convinto. E le centinaia di migliaia di parole che Charles Dickens assembla per comporre Casa desolata non ti deludono. D’altronde è un classico e la garanzia ce l’ha stampata già nel frontespizio dove si legge nome e cognome dell’autore. Devi fare i conti con un lungo, lunghissimo romanzo. E i tempi sono sempre stretti. Oggi la lettura è più difficile di un tempo: troppe distrazioni, troppi impegni. Per chi ce la fa, per chi arriva in fondo, la soddisfazione tuttavia è grande. Casa desolata (edizione Einaudi, con traduzione di Ettore Capriolo, e un saggio introduttivo scritto di […]

  

“Come se fossi sceso da una montagna immaginando di salire”

Sono ancora qui a parlare di quei meravigliosi collegamenti che si creano nel momento in cui fruiamo l’arte. Nel caso in questione si tratta dell’arte cinematografica. Mi è infatti capitato di ammirare in tv (vedere sarebbe riduttivo) il film Living, uscito nel 2022 e diretto dal regista sudafricano Oliver Hermanus. Scritto da Kazuo Ishiguro (l’autore, per intenderci, del meraviglioso Quel che resta del giorno), il film riprende e attualizza uno dei primi capolavori di Akira Kurosawa. Al netto delle dovute differenze, la pellicola racconta la parabola di un funzionario pubblico che abbandona la sua apatica divisa di burocrate quando scopre di […]

  

Il piroscafo di Zweig viaggia nel tempo

Non mi rassegnerò mai. La scomparsa di Stefen Zweig (Brasile, 1942) per me resta un mistero davvero insolubile. A differenza del suo collega Walter Benjamin, l’autore di Il mondo di ieri era riuscito a uscire dall’inferno dell’Europa durante la seconda guerra mondiale. Si era appunto lasciato alle spalle non solo il mondo della Vienna felix, ma aveva anche messo un oceano tra i suoi rimpianti e gli orrori del nazismo. La sua figura mi torna in mente ora che ho appena concluso di leggere La novella degli scacchi (nella pregevole traduzione offerta da Enrico Ganni per i tipi di Einaudi). Prima […]

  

Schnitzler “tradito” per troppa fretta

Cosa ci spinge a prendere in mano un libro? O meglio un classico della letteratura? In età giovanile spesso è una sorta di “dovere” interiore a spingerci. Il bisogno, quasi, di colmare vuoti e di mettersi ai ripari dalle continue allusioni che gli adulti fanno a proposito di quei testi. In ogni altra età della vita è la curiosità. E questa a sua volta è generata da tanti accadimenti. Non ultimo la citazione che di quella opera viene fatta da una auctoritas. Con il cui termine in realtà oggi si intendono purtroppo soltanto gli influencer. C’è stato un tempo, però, […]

  

L’incoscienza di Zeno, gaffeur impenitente

Casualmente (ma solo casualmente) sono tempestivo. Mi trovo qui tra i primi (forse il primo) a scrivere di un centenario importante: la prima pubblicazione de La coscienza di Zeno. Mancavo di volontà e determinazione, proprio come il personaggio uscito dalla penna di Italo Svevo. La lettura estiva è stata prodotta esclusivamente dal caso e andando a rivedere le date mi sono accorto che questo romanzo, sicuramente tra i più importanti del Novecento italiano, è uscito nei primi mesi del 1923. Insomma ci siamo: possiamo iniziare i festeggiamenti e le celebrazioni. Io faccio la mia modestissima parte con queste poche righe, […]

  

Senza compromessi con la vita l’artista muore

Anche in letteratura è tutta una questione di date. Emile Zola pubblica L’opera nel 1886 mentre Oscar Wilde dà alle stampe Il ritratto di Dorian Gray nel 1890. I due romanzi non hanno niente a che fare l’uno con l’altro. Temi e stile sono molto differenti quindi non ci sarebbe quasi da parlarne se non fosse per un dettaglio. Il ritratto, appunto. Tutto il romanzo di Zola ruota intorno a un quadro dove campeggia una figura femminile. E il plot stesso del romanzo dello scrittore irlandese è incentrato sul potere diabolico di un ritratto che assume su di sé il […]

  

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