Grandi romanzieri viventi di lingua inglese riscriveranno le opere di William Shakespeare per attrarre i nuovi lettori del XXI secolo. È questa l’ambizione del progetto internazionale “Hogarth Shakespeare”, promosso dal gruppo editoriale Penguin Random House, che lancerà una nuova versione dell’opera omnia del Bardo nel corso del2016 in coincidenza con i 400

anni della morte del grande drammaturgo. Da qui ad allora ci sarà tempo per discuterne e per fare dell’idea che muove questo progetto un argomento di discussione. Perché se è vero che la lingua elisabettiana di Shakespeare è molto distante dall’inglese di oggi, è altrettanto vero che le vette espressive e letteraria allora toccate non sono più state “colonizzate” da nuovi scalatori della lingua.

Dalle prime notizie emerse si sa che uno dei primi autori a essere coinvolti nel progetto è il norvegese Jo Nesbo (di cui è uscito da pochi mesi Polizia per Einaudi). Nesbo è sicuramente tra i più celebrati autori scandinavi di polizieschi. A lui è stato affidato il compito di  rivedere il capolavoro drammatico del Macbeth in chiave di appunto di crime noir. La scrittrice canadese Margaret Atwood riscriverà la commedia  La tempesta. L’inglese Howard Jacobson rileggerà la commedia Il mercante di Venezia, mentre la connazionale Jeanette  Winterson sta lavorando su Racconto d’inverno. La scrittrice statunitense Anne Tyler, premio Pulitzer, si occuperà della nuova  versione della commedia La bisbetica domata. I nomi degli altri  romanzieri che si cimenteranno nella rivisitazione delle opere di Shakespeare saranno resi noti nelle prossime settimane. Agli autori che hanno aderito al progetto “Hogarth Shakespeare” è stata lasciata carta bianca, suggerendo tuttavia l’opportunità di seguire lo spirito delle opere da reinterpretare, pur senza schemi troppo rigidi.

Per dovere di cronaca segnaliamo che anche da noi si è tentato più volti esperimenti di questo genere. Senza la stessa sistematicità. E soprattutto senza avere l’imbarazzo della scelta offerto dalle opere del Bardo. Tra gli esperimenti più riusciti c’è senza dubbio la rilettura del Decameron di Boccaccio da parte di Aldo Busi. Più recentemente è uscita una versione del Principe  di Machiavelli “riscritta” da Carmine Donzelli e pubblicata per la sua casa editrice con un apparato critico di Gabriele Pedullà.

La paura sottesa a queste operazioni è sempre quella: che si perda irrimediabilmente la possibilità di leggere gli originali. Speriamo bene e incrociamo le dita.

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