Da una parte c’è l’inchiesta della Procura di Bergamo, dall’altra le indagini sulla pandemia avviate dalla Commissione parlamentare. Nel mezzo la trasmissione Fuori dal Coro di Mario Giordano che sta divulgando le mail riservate fra i dirigenti di Aifa e il suo presidente Nicola Magrini. L’ultimo scambio di corrispondenza mostrerebbe la volontà di Aifa di insabbiare gli eventi avversi post vaccinazione perché altrimenti, come appare scritto dal presidente Nicola Magrini, “si uccide il vaccino”.

Un comportamento inaudito. A che pro? Aifa è l’agenzia regolatoria che vigila sulla salute dei cittadini, che lavora con denaro pubblico, che per decreto ha il compito di realizzare report di farmacovigilanza e di renderne conto. E che dunque dovrebbe scattare sull’attenti, mettendo in guardia la popolazione, al primo sospetto di tossicità. Aifa non ė una Big Pharma e non produce nè farmaci nè vaccini. Non ha (non dovrebbe avere) interesse a mistificare la realtà per non rovinare la reputazione di un farmaco-vaccino.

Dunque?

Si attendono le risposte.

Nel frattempo presentiamo una revisione sistematica (ossia una raccolta di vari studi) scritta da Peter Goetzsche, lo scienziato che trent’anni fa fondò la Cochrane Collaboration.

Ringrazio l’epidemiologo Stefano Petti che ce lo ha segnalato. “Si tratta di un pre-print del 22 marzo, è un lavoro che non è ancora stato pubblicato da alcuna rivista – ha spiegato Petti – Nella sua carriera Goetzsche ha scritto un centinaio di articoli sulle cinque riviste più importanti al mondo (da Lancet al New England Journal of Medicine). Qui un elenco.

La revisione

Goetzsche ha incluso nel suo lavoro 18 revisioni sistematiche, 14 studi randomizzati e 34 altri lavori con un gruppo di controllo e constatato che “la maggior parte degli studi erano di scarsa qualità”.

Per l’autore “i danni gravi dei vaccini COVID-19 sono stati minimizzati o deliberatamente esclusi dagli sponsor dello studio in riviste mediche ad alto impatto”.

Scrive:

“I vaccini del vettore adenovirus hanno aumentato il rischio di trombosi venosa e trombocitopenia, mentre quelli a base di mRNA hanno aumentato il rischio di miocardite, con una mortalità di circa 1-2 casi ogni 200.

Abbiamo trovato prove di gravi danni neurologici, tra cui la paralisi di Bell, la sindrome di Guillain-Barré, la miastenia e l’ictus, probabilmente dovuti a una reazione autoimmune. Danni severi, cioè quelli che impediscono le attività quotidiane, sono stati sottostimati negli studi randomizzati. Questi danni erano molto comuni negli studi sulle dosi di richiamo dopo una vaccinazione completa e in uno studio sulla vaccinazione di persone precedentemente infette” (detto in altre parole: gli eventi avversi sono più frequenti e severi in proporzione al numero di dosi fatte e si verificano più spesso nei guariti che si vaccinano. Già. Quando è accaduto di vaccinare i guariti?).

Conclude:

“Sono necessari ulteriori studi randomizzati. Le autorità hanno raccomandato la vaccinazione COVID-19 di massa, su tutta la popolazione con dosi di richiamo. Senza considerare che il rapporto tra rischi e benefici diventa negativo nei gruppi a basso rischio come i bambini e in coloro che si sono già ripresi dall’infezione da COVID-19”.

Goetzsche è tra i fondatori della medicina basata sull’evidenza, “quella che si dovrebbe considerare prima di prendere decisioni come il lockdown, il vincolo del green pass, l’obbligo di vaccinazioni ripetute o delle mascherine – ha commentato Petti – La Svezia mise in pratica i suggerimenti di Goetzsche, nel 2020. Non chiuse le scuole, non bloccò le attività produttive, non costrinse nessuno a vaccinarsi. Se non c’è evidenza scientifica di un dato comportamento significa che, adottandolo, l’incertezza è maggiore delle certezze. Abbiamo visto come è andata a finire applicando misure non basate sull’evidenza”. Non solo.

Continua Petti: “Al contrario, l’Europa ha ratificato il cosiddetto Principio di Precauzione che stabilisce che in presenza di una calamità sia lecito applicare misure che si pensa possano essere efficaci anche se non c’è evidenza che queste lo siano. Il principio di precauzione – contro il quale ho scritto e protestato inutilmente vent’anni fa – è la rovina della nostra società e la premessa alle misure tiranniche imposte durante la cosiddetta pandemia e di quelle che saranno applicate in futuro in nome di presunte calamità come il riscaldamento globale, le future pseudo pandemie e le guerre…”.

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