USA: nel 2018 i miliardari pagano meno tasse dei lavoratori. Mai accaduto prima
Le 400 famiglie più ricche degli Stati Uniti, i principali miliardari in dollari, per la prima volta nella storia pagano, in proporzione, meno tasse rispetto alle famiglie delle classi lavoratrici. Lo sostiene uno studio, pubblicato in un recentissimo saggio intitolato “The triumph of injustice” (“Il trionfo dell’ingiustizia“), di due economisti americani: Emanuel Saez e Gabriel Zucman, entrambi dell’Università di Berkeley, in California.
I miliardari americani, infatti, sarebbero stati tassati nel 2018 al 23% circa del proprio reddito, mentre le famiglie della classe operaia e quelle dei lavoratori in genere avrebbero subito un’imposizione media del 24,2%. Il calcolo sui cui si basa questa indagine tiene conto delle tasse statali, locali e federali, delle imposte sulle società e di quelle che i due studiosi definiscono “imposte indirette”.
Che cosa è accaduto? Semplicemente che le teorie liberiste sui ricchi “creatori di posti di lavoro“, che hanno spinto per decenni a ridurre il carico fiscale sui grandi patrimoni, con la prospettiva che questo avrebbe migliorato le sorti anche dei cittadini più poveri, hanno portato la pressione, in termini di tassazione, a carico dei ricconi a stelle e strisce dal quasi 70% degli anni Cinquanta alla bassa percentuale attuale.
Il risultato, però e come noto ed evidente, è stato esattamente l’opposto a quello prospettato, con i redditi delle classi lavoratrici che sono precipitati e quelli dei più benestanti che hanno prosperato sempre di più, divaricando la forbice di reddito a dismisura. Una situazione che, in realtà riflette quanto avviene a livello globale. Dove, secondo l’OXFAM, i 26 uomini più ricchi della Terra (solo nel 2014 i detentori di questa fetta di ricchezza erano 85) posseggono un patrimonio equivalente a quello dei 3,8 miliardi di persone più povere. E vedono crescere il loro patrimonio dell’1,2% nell’ultimo anno, contro il ben 11% perso dai meno abbienti.
Dove sta andando l’umanità, con questi numeri? Chi può dirlo. Sicuramente non verso un domani migliore del passato…