Vannacci e Salis: una furbata “generale”. Tra emotività elettorale e paragoni osceni
La classica operazione da compagni: da un lato, la santificazione che porta sulle spalle il peso dell’immagine immediata, sporca e subito, dall’altra, la continuità della specie ideale, chiamando a raccolta qualsiasi compagno nel raggio di cento metri dai quartieri più ricchi delle città: non importa il nome del candidato, del segretario, del partito, del simbolo, occorre votare, sostenere, diffondere le qualità del prescelto o della prescelta. Ne sa qualcosa proprio Ilaria Salis in quel di Milano. Un’operazione legittima dal punto di vista della spietatezza politica – di cui la sinistra italiana è maestra indiscussa – ma infantile e imbarazzante da […]