Senza il ricorso ad inutili pipponi retorici. Senza sciorinare l’intero ricettario per la cura di un’area, di un’idea e di una struttura politica ed umana. Ieri c’ero. Ero lì. In terza fila di retroguardia ad assistere all’amore e al livore. Cento anni fa nasceva Giorgio Almirante, serata conclusiva, quello a cui potevi dare la mano senza rischiare di sporcartela, parafrasando Montanelli. Il peso della narrazione è incalcolabile, in questo caso; quello della cronaca, inutile. Così scrivo di getto. La chiusura di un corteggio tribale che si rinnova nell’appuntamento con la tradizione. L’unico modo di porla in essere nel 2015, dalle nostre […]