Un piccolo omaggio mi sembra più che necessario.  E’  morto David Lodge. L’autore inglese si è spento il primo gennaio ma la notizia è trapelata soltanto oggi. Tra tre settimane circa avrebbe compiuto novant’anni. E’ stato un prezioso accademico di letteratura inglese. E’ stato anche un apprezzato scrittore. Tra i suoi tanti titoli mi piace ricordare la cosiddetta “trilogia del campus” che comprende appunto tre romanzi ambientati e dedicati al piccolo mondo universitario. Di questi vorrei ricordare soprattutto il primo a essere stato tradotto in italiano grazie anche a un endorsement prestigioso come quello di Umberto Eco. Era la fine degli anni Ottanta e proprio la casa editrice de Il nome della rosa (Bompiani) pubblica Small world con un titolo più adatto a un libro umoristico che a un romanzo: Il professore va a congresso. Non racconto la trama (facilmente intuibile). Mi limito a dire che il libro offre un sincero e appassionato omaggio a Ludovico Ariosto visto che la protagonista è una bella ragazza di nome Angelica che non si limita a sfuggire ai suoi corteggiatori ma è anche in grado di farli uscire fuori di testa. Un romanzo che è una giostra, proprio come il Furioso, dove tutti inseguono sogni non tanto di gloria (pur letteraria) ma successo accademico da tradurre prosaicamente in agio materiale.  E l’idea di fondo che emerge è che i personaggi di questo romanzo vogliano (e possano almeno alcuni di loro) sfruttare la cultura umanistica per comprare una macchina di categoria superiore o per mangiare in un ristorante più raffinato. Un’idea che trovo davvero consolante. Salvo poi rimanere schiavi del più frusto dei cliché letterari come è appunto quello di perdere la testa per una ragazza bella ma “irraggiungibile”.

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