Parafrasando Severino Boezio, si potrebbe scrivere un bel manuale sulla letteratura come consolazione. E in questo libro troverebbe sicuramente un posto di primo piano Charlotte Brönte. Non solo per cosa hanno rappresentato i suoi romanzi, ma per l’opinione che questa scrittrice (morta prematuramente a 39 anni nel 1855) professava circa la letteratura. Come consolazione e come gioco, visto che la sua carriera di scrittrice è iniziata per vincere la noia – insieme con le sorelle e il fratello – di giornate interminabili in una casa immersa nella brughiera del Lancashire, dove il padre (un pastore protestante) era titolare di una […]